Doveva (e poteva) essere un asilo a servizio di tutto il quartiere. Doveva (e poteva) rappresentare un punto di riferimento per gran parte della popolazione, ma al Quartiere San Pietro di Pra’ l’impoverimento delle attività nei locali al piano strada è da lungo tempo all’ordine del giorno.
Sono spariti tutti i negozi, sono spariti i ritrovi, è sparito il supermercato e, in pratica, degli spazi commerciali non è rimasto più nulla. Molti siti sono stati murati, per evitare che diventassero ritrovo di sbandati. Altri sono diventati dei garage.
Da tempo il Comune di Genova è impegnato su questo fronte, in uno dei quartieri più difficili del Ponente genovese, quello comunemente denominato ‘Lavatrici’, anche se i residenti non gradiscono per nulla questo appellativo.
Il fronte più caldo, al momento, è un ampio locale al di sotto di uno degli stabili, di proprietà di un privato. È uno spazio che sarebbe dovuto entrare nelle disponibilità della civica amministrazione sotto forma di affitto, per realizzarvi un asilo. Solo che poi non se n’è fatto più nulla ed è partito un processo di decadimento totale.
La porta d’ingresso è stata forzata più volte, dentro ci sono rifiuti di ogni tipo, ogni cosa è distrutta, i vetri sono stati rotti, l’abbandono è completo, totale e anche pericoloso. Nei giorni scorsi, su sollecito dei comitati di quartiere, si sono occupati del problema l’assessore municipale ai Lavori Pubblici del VII Ponente, Matteo Frulio, e la consigliera comunale del Partito Democratico, Cristina Lodi, che hanno constatato l’effettivo degrado di tutto il contesto.
“È stata subito avvisata la Polizia Locale - afferma Frulio - e anzitutto è stata messa in sicurezza l’area, in modo da evitare ulteriori intrusioni”. Ma è chiaro che va contattato quanto prima il proprietario, per capire le sue intenzioni circa la destinazione di quest’area.
“Il fatto è che - prosegue Frulio - questo immobile potrebbe esser stato oggetto di un’asta fallimentare. Si stanno facendo le verifiche. Nel frattempo, i residenti giustamente si lamentano, perché qui sotto ci sono materiali che possono prendere fuoco, e al di sopra c’è uno dei blocchi principali di questi palazzi, dove vivono moltissime persone. Inoltre, essendo tutto vuoto, gli appartamenti al piano di sopra non si scaldano a dovere. Ci sono moltissime difficoltà. Siamo dalla parte dei comitati e chiediamo che la situazione venga risolta”.
Secondo Cristina Lodi, “è importante che il Comune capisca velocemente la situazione amministrativa di questo locale rispetto ai suoi proprietari privati. Va subito messo in sicurezza per gli abitanti che vivono accanto e soprattutto va compreso se sia possibile da parte del Comune acquistarlo. Immagino un utilizzo sociale o anche nuovi appartamenti. Scriverò all’assessore competente e intanto ringrazio i comitati di quartiere che svolgono un’attività di controllo e promozione davvero meritevole”. Il ritorno al decoro di una zona passa anche da queste attività. Non bastano le pur lodevoli operazioni di restyling e coloritura delle facciate.