/ Attualità

Attualità | 02 marzo 2022, 08:31

Ucraina, dal passaparola sui social, da Genova il primo viaggio per portare gli aiuti: "Alimenti, medicine, ma anche equipaggiamento militare" (Foto e Video)

A portare i pacchi a destinazione è Petro, autista ucraino che già in tempo di pace periodicamente carica il furgone diretto in patria, ma nelle ultime ore il numero di persone che hanno donato è aumentato

Ucraina, dal passaparola sui social, da Genova il primo viaggio per portare gli aiuti: "Alimenti, medicine, ma anche equipaggiamento militare" (Foto e Video)

Medicine, alimenti, coperte, ma anche e soprattutto equipaggiamento militare. Sono queste le richieste degli ucraini impegnati in patria contro l’invasione russa che nelle ultime ore si è intensificata tramite i bombardamenti in diverse città. A Genova ieri è iniziato il primo viaggio con beni di prima necessità raccolti in poche ore attraverso il passaparola sul gruppo Facebook “Ucraini a Genova”.

A portare i pacchi a destinazione è Petro, autista ucraino che già in tempo di pace periodicamente carica il furgone diretto in patria, ma nelle ultime ore il numero di persone che hanno donato è aumentato.



A portare qualcosa non sono solo i connazionali, ma anche gli italiani, come Francesca, che a La Voce di Genova racconta: “Ho saputo di questa iniziativa appena ho visto le immagini dell’emergenza, per fortuna i social su questo danno una grande mano e ho subito cercato su Facebook il gruppo della comunità ucraina e ho trovato questo annuncio. Ho chiesto anche al mio quartiere cosa si stesse organizzando, qualcuno mi ha indicato la comunità di Sant’Egidio, altri questa prima raccolta, ho preso quello che potevo da casa, coperte, vestiti. Io non ho parenti in Ucraina, sono italiana, la badante di mio nonno è ucraina, ho studiato russo all’università e sinceramente vedere i filmati che stiamo vedendo in questi giorni, sentire la disperazione di queste persone, fa un effetto grande. Avere una guerra al mondo d’oggi alle porte di casa è terribile, ogni giorno nel mondo ci sono guerre inascoltate che non vengono trasmesse nei media, però in una comunità moderna, europea, civilizzata e democratica è assurdo quanto sta succedendo, per cui mi auguro che la raccolta di beni sia massiccia da parte di tutti”.

Tra coloro che hanno portato i pacchi ci sono Karina e Alisa, entrambe sono ucraine, vivono in Italia da vent’anni e hanno parenti in Ucraina. “Abbiamo comprato pannolini salviette per i bimbi, omogeneizzati, latte in polvere, biscotti e altri prodotti da mangiare”, raccontano.

Io sono di Leopoli – aggiunge Alisa – per adesso lì la situazione è più tranquilla, mentre la città in cui vive mio padre è sotto i bombardamenti”. “I miei parenti sono a Sumy, una regione sopra Charkiv, confinante con Kiev e con la Russia. – racconta Karina - Lì non ci sono stati morti civili, ultimamente stanno iniziando a colpire le abitazioni fuori dal centro città e gli edifici in cui vivono i civili. Abbiamo fiducia che cessino questi bombardamenti, soprattutto per le famiglie che non sono riuscite a scappare via è un momento davvero pauroso”.

Il pensiero delle due giovani va ai parenti che si trovano ancora in Ucraina, ma per loro un arrivo in Italia sarà difficile: “Per mio padre sarà difficile perché la città è circondata, - spiega Alisa – i miei nonni non so se riuscirebbero a fare un viaggio così lungo, spero più avanti di avere la possibilità di portarli qua”.

Io ho sentito persone della mia città che mi hanno detto che è impossibile perché i ponti che collegano le due parti sono stati bombardati, per cui la città è isolata”, racconta Karina.

Alla raccolta era presente anche Giovanni, sposato con una donna ucraina: “Stiamo portando pasta, caffè, scatolette. La situazione là non è per niente buona, non si sa quanto durerà. Mia moglie ha il figlio, la nipotina e la nuora, il figlio non può venire perché gli uomini dai 18 ai 60 non possono uscire dal paese, se riusciamo facciamo venire la moglie con la bambina di dieci mesi. Vedremo, come andrà a finire non si sa, speriamo che finisca alla svelta, come fa quella persona a ragionare così, uccidere i civili, non è possibile”.

A guidare, dicevamo, Petro che lancia un appello: “Sono diretto a Ivano-Frankivs’k, sto portando medicine e cibo, ma serve soprattutto equipaggiamento militare, elmetti, divise, anfibi, guanti, prodotti specifici per cacciatori che possono essere acquistati da Decathlon”.

Francesco Li Noce

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium