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Cultura | 25 aprile 2022, 16:59

‘Genova Sessanta, la rivoluzione’: coinvolta in mostra anche Boccadasse

Arti visive, architettura e società. Le trasformazioni della città, della creatività e del costume negli anni del boom economico in mostra a Palazzo Reale. Uno spazio è dedicato al borgo marinaro del Levante cittadino, con la Galleria del Deposito

‘Genova Sessanta, la rivoluzione’: coinvolta in mostra anche Boccadasse

‘Genova Sessanta. Arti visive, architettura e società. Le trasformazioni della città, della creatività e del costume negli anni del boom economico’. Questo è il nome della mostra allestita a Palazzo Reale, importante evento espositivo, nel Teatro del Falcone, sino al 31 luglio.

È a cura di Alessandra Guerrini e Luca Leoncini, con Benedetto Besio, Luisa Chimenz, Leo Lecci ed Elisabetta Papone, evento interamente dedicato alla rivoluzione degli Anni Sessanta a Genova.

L’obiettivo è quello di raccontare le grandi trasformazioni di Genova negli Anni Sessanta del Novecento, un decennio di profondi cambiamenti dovuti all’irrompere di nuove idee e rinnovati stimoli culturali, di significativi mutamenti sociali, d’innovazioni economiche e nuovi linguaggi che hanno segnato un’accelerazione nelle produzioni delle arti visive.

Tra i tanti argomenti trattati c’è anche l’evento che si svolse a Boccadasse presso la Galleria del Deposito e che vide la collaborazione e la partecipazione della famiglia di Edda Gazzerro, proboviro della ‘Pro Loco Maris Boccadasse’.

Si racconta una città in magmatico fermento, nel decennio del grande boom italiano, che vuole lasciarsi definitivamente alle spalle le ferite della guerra per darsi un volto e un ruolo europei, puntando sull’industrializzazione e sui servizi, alimentati da nuove arterie di comunicazione e da nuovi quartieri progettati per ospitare una forza lavoro proveniente dal Sud.

In un pugno di anni la vecchia Genova si trasforma, calamitando grandi professionisti da fuori ma galvanizzando anche le risorse culturali proprie, per trasformare visioni in realtà. L’energia della crescita incentiva la creatività in tutti i settori, dall’arte, al design alla musica, alla cultura, all’economia. Fisiologicamente, è una storia di luci ed ombre, fotografia di un’Italia che in quel fatidico decennio cerca una sua non facile nuova strada.

Oggi, a distanza di 60 anni da quegli Anni Sessanta, la cronaca si è fatta storia e diventa meno velleitario tracciare delle analisi, evidenziando la potenza rigeneratrice che spingeva verso dei futuri ritenuti comunque migliori, senza tralasciare le molte contraddizioni di un’epoca che, comunque la si valuti, continua a incidere, se non connotare, la Genova di oggi.

È un viaggio entusiasmante in quella fucina di energie e visioni esistenziali che fu la Genova degli Anni Sessanta scandito, lungo tutto il percorso espositivo, dagli scatti di alcuni dei grandi fotografi genovesi attivi in quegli anni: Lisetta Carmi e Giorgio Bergami soprattutto, con disegni di architettura, arredi di design, grafica pubblicitaria, oggetti industriali, dipinti e sculture di autori di assoluto primo piano, da Lucio Fontana a Andy Warhol, da Mimmo Rotella a Vico Magistretti, da Gio Ponti a Franco Albini, da Angelo Mangiarotti a Eugenio Carmi. L’allestimento del Teatro del Falcone, esso stesso luogo emblematico di quel decennio, punta dunque ad accompagnare il visitatore in un percorso cronologico e tematico, organizzato per sezioni. Dove Boccadasse con la Galleria del Deposito gioca un ruolo fondamentale.

La cooperativa Galleria del Deposito nacque da un’idea di Eugenio Carmi, che subito coinvolse tre dei suoi amici: Popi Fedeli, Emanuele Luzzati e Flavio Costantini. “Dobbiamo fare qualcosa di nuovo”, e sostenne che andasse fatto proprio lì, a Boccadasse, il borgo di pescatori ai margini della città, in cui viveva con la sua famiglia e dove aveva il suo studio.

Luzzati, Costantini e soprattutto il giornalista Popi Fedeli - con il quale Carmi condivideva l’esperienza dell’Italsider - abbracciarono subito l’iniziativa. Nel frattempo, aderirono altri esponenti del mondo della cultura e dell’arte visiva: soci fondatori sono gli artisti Flavio Costantini, Achille Perilli, Kiky Vices Vinci, lo scenografo e artista Emanuele Luzzati, il critico Bruno Alfieri, il grafico e designer Germano Facetti e il fotografo Kurt Blum, cui nel tempo si aggiungeranno il gallerista Paolo Minetti (come direttore della galleria) e numerosi esponenti del mondo artistico e intellettuale.

 

Rosa Cappato

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