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Attualità | 23 maggio 2022, 11:38

Diga di Begato, completamente liberato il cantiere dalle macerie

Entro un mese l'esame in conferenza dei servizi del progetto di rigenerazione, al via entro metà luglio la gara per l'affidamento dei lavori

Diga di Begato, completamente liberato il cantiere dalle macerie

E' iniziata ufficialmente oggi la fase di ricostruzione del quartiere Diamante. Questa mattina, all'interno del quartiere, è stata salutata la fine della fase 2 del progetto di riqualificazione del quartiere di Begato.

Un intervento che ha visto la demolizione delle Dighe e lo spostamento di 30mila metri cubi di detriti non pericolosi che saranno impiegati in altri cantieri attivi a Trasta.

Non solo. Parallelamente è partita la campagna di trattamento dei rifiuti inerti non pericolosi creati dalle demolizioni che sono stati frantumati e riutilizzati per opere di riempimento e per la creazione di un sottofondo per i futuri fabbricati e piazzali.

Durante la cerimonia per l'avvio della nuova fase del progetto, è intervenuto l'amministratore delegato di Arte Paolo Gallo: "E' un momento di grande soddisfazione ed emozione - ha spiegato - la fase di demolizione si è chiusa con grande soddisfazione da parte di tutti, Le imprese hanno lavorato bene concludendo l'intervento assegnatogli. Oggi non può che essere un momento di festa e ripartenza. Mi piace ricordare la fase uno, quella che ha visto la ricollocazione di quasi quattrocento nuclei familiari ricollocati nei quartieri della città dove c'è edilizia residenziale pubblica. Un'operazione fatta con grande attenzione alle esigenze e ai bisogni di queste famiglie. Il 45% ha scelto di rimanere nella zona, il 55% si è spostata. Questo è stato un intervento di rigenerazione urbana e i risultati li vedremo a breve. Intanto, 55 alloggi della diga bianca saranno risistemati. Dobbiamo essere consapevoli di aver fatto un servizio importante".

L'assessore ai Lavori Pubblici ha poi proseguito: "E’ una grande gioia essere qui a completamento di un lavoro in cui abbiamo fortemente creduto. Siamo partiti ancor prima di avere chiaro il quadro dei finanziamenti. E’ la prova che quando si lavora insieme, i risultati arrivano. Abbiamo lavorato in sinergia con le amministrazioni, qui si è fatto lavoro di gruppo. Grazie ad Asl, ARTE, Regione, Comune, ciascuno ha fatto il suo e siamo arrivati qui. Questo ci da il metodo per lavorare. Come assessore alla casa sono contentissimo, questo è un simbolo. Abbiamo lavorato anche durante la pandemia senza mai fermarci. Chi viveva qui, coi disagi che conosciamo, oggi ha un appartamento nuovo e hanno visto il miglioramento della loro condizione".

Anche Marco Scajola, assessore all'Urbanistica di Regione Liguria ha salutato l'avvio della nuova fase con entusiasmo: "Si realizza un sogno nel cuore di tanti genovesi e di tanti liguri, quello di dire basta alla vecchia concezione urbanistica dei palazzoni di periferia per andare verso gli alloggi diffusi. Oltre 700 persone sono state spostate e ora vivono in alloggi in tutta Genova. C’è stata un’operazione di ascolto e di condivisione di un percorso. Questa zona - prosegue l'assessore - è diventata un esempio nazionale. Siamo partiti senza avere in mano tutte le risorse necessarie. Quando è stato presentato il progetto del Pinqua, il progetto di Begato ha ricevuto 15 milioni di euro per l’alta qualità dimostrata nel piano".

Ancora: "Durante la demolizione abbiano pensato al dopo e il materiale è stato diviso. Molto materiale è stato usato a 3 chilometri da qui per essere recuperato in nuovi cantieri edilizi. Si è guardato al dopo per una politica di attenzione al territorio. Quello che è iniziato a Genova lo stiamo portando avanti in tutta la Liguria. La nostra legge sulla rigenerazione urbana è in commissione al Senato come esempio per una legge nazionale".

"Oggi terminiamo ufficialmente la demolizione e inizialo la ricostruzione - ha spiegato il sindaco di Genova - E’ un passo significativo ma è essenziale che tutti capiscano che questo progetto è una pietra miliare in Italia. E’ la prima volta che si fa un’operazione di questo tipo con risvolti sociali importanti. 400 famiglie sono state collocate in un posto che reputano migliore di prima. Qui saranno costruiti 3 edifici ecosostenibili, una parte di parco, servizi per la cittadinanza. La rigenerazione urbana deve essere compatibile con l’abitare".

Il primo cittadino ha poi ricordato altri piani di rigenerazione attivi in città sottolineando come la strada della rigenerazione urbana e del vivere diffuso siano la strada tracciata per un nuovo stile di edilizia residenziale abitativa.

Il presidente della Regione Liguria ha ricordato come il progetto di Begato sia "la dimostrazione più concreta e lapalissiana del fatto che non siamo dei cementificatori e stiamo riducendo i volumi per trasformarli in qualità per il cittadino. Ringrazio tutti, Comune, Arte, e tutti coloro che hanno lavorato in fretta e bene per realizzare un’idea molto semplice: una migliore qualità dell’abitare che è anche un’idea più profonda, spesso mistificata, cioè non esiste una Genova a due velocità, esiste una sola Genova in cui i diritti valgono per tutti. Qualità, bello, vivibilità devono essere per tutti e in tutti i quartieri . Il progetto Begato ha un valore nazionale ed è la dimostrazione che non vogliamo più edilizia popolare che diventi ghetto ma vogliamo qualcosa che si integri nella città".

Cosa prevede la fase di rigenerazione del quartiere.

Nella parte non demolita della Diga Bianca, al civico 11 di via Cechov verranno realizzati 55 nuovi alloggi di Edilizia residenziale pubblica ad alta efficienza energetica: l’intervento verrà suddiviso in due lotti funzionali di cui si è conclusa la progettazione esecutiva. Entro la metà di luglio verrà avviata la gara per l’affidamento dei lavori relativi al primo lotto. 

Verranno inoltre realizzate 3 nuove palazzine di alloggi NZEB (Nearly Zero Energy Building) ad elevata efficienza energetica, caratterizzati da moduli abitativi innovativi, che troveranno collocazione su una porzione del sedime in precedenza occupato dalla “Diga”. Un totale di 60 alloggi di cui 40 destinati all’edilizia residenziale pubblica e 20 all’edilizia residenziale sociale.

Inoltre grazie all’inserimento del progetto di rigenerazione urbana del quartiere Diamante di Begato, presentato dall’Amministrazione Regionale, tra quelli ammessi al finanziamento del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” PINQuA, oltre ai 60 nuovi alloggi nasce un grande Masterplan su quasi 250.000 mq di territorio di rigenerazione che comprenderà un Parco Urbano con attività sportive, il recupero dei campetti polifunzionali esistenti, attività ricreative, aree gioco e didattiche legate alle attività e al quartiere; recupero di antiche “creuse” e percorsi nel verde.

A fronte dei 170.000 mc di volume demolito, verranno realizzati circa 18.000 mc di nuova edificazione, utilizzando esclusivamente una porzione del sedime in precedenza occupato dalla “Diga”: un intervento senza consumo di suolo.
Saranno realizzati spazi a servizio del quartiere per circa 500 mq, un Centro per la Cultura di circa 500 mq ed il recupero della Casetta Ambientale con nuovi spazi all’aperto. Altro punto qualificante dell’intervento, in linea con le richieste del progetto partecipativo del quartiere, sarà la realizzazione della nuova piazza alberata, posta nel cuore dell’ambito di rigenerazione.

L’intervento, la cui conclusione è attesa per la fine del 2025; oltre ai 7,2 milioni di Euro per la demolizione della Diga ed ai 2,2 milioni per la riqualificazione della parte non demolita, al civico 11 di via Cechov, il Programma PINQuA, prevede un finanziamento di circa 15 milioni di Euro; di cui 11,3 milioni per la realizzazione delle palazzine, 1,3 milioni per il parco dell’energia e dell’ambiente, ed i restanti 2,4 milioni per opere accessorie e servizi al quartiere.

Partita nel luglio 2019 la fase 1 del progetto ha reso possibile il trasferimento di 374 nuclei familiari residenti a Begato, per un totale di 776 persone, in appartamenti rinnovati in diverse zone della città.

Parallelamente sono stati recuperati 630 alloggi sfitti, con un investimento di circa 17 milioni di euro complessivi, proprio per permettere la ricollocazione delle famiglie di Begato e un contestuale recupero del patrimonio di Arte. Gli inquilini sono stati rialloggiati nei diversi quartieri del Comune di Genova; in Val Polcevera è rimasto 45% degli inquilini mentre il 18% ha ricevuto un alloggio in Centro, il 17% a Ponente, il 15% in Val Bisagno, ed il 5% a Levante, raggiungendo l’obiettivo della massima integrazione nel tessuto sociale della città.

Nei primi mesi dell’anno 2020 è stata espletata la gara per l’affidamento dei lavori di demolizione delle “Dighe di Begato” e nel successivo mese di Luglio sono stati consegnati i lavori all’ATI tra Patriarca Group srl e F.lli Caschetto srl, dando avvio alle operazioni della fase 2.

Com’è noto, i due fabbricati che componevano le “Dighe” (Rossa e Bianca) di Begato erano stati realizzati a metà degli anni Ottanta nel quartiere Diamante, sulla collina tra Bolzaneto e Rivarolo, su progetto dell’architetto Pietro Gambacciani

Nel piano di rigenerazione del quartiere è stata attuata la demolizione totale della Diga Rossa mentre per la Diga Bianca è stata mantenuta la porzione meridionale a partire dal giunto strutturale “sud”, in prossimità del vano scale di Via Cechov n.11.

I primi mesi di attività hanno riguardato le operazioni di strip-out, ossia la pratica che anticipa la demolizione e consente di differenziare tutti i rifiuti direttamente in cantiere prima di procedere con l’abbattimento delle strutture edili. Durante tale fase sono state separate e smaltite circa 2.700 tonnellate di materiale, tra cui mobili e suppellettili residui, infissi, tapparelle, corpi scaldanti, tubazioni, impianti elettrici, rivestimenti e porte antincendio. Lo strip-out esterno ha riguardato invece la rimozione dei pannelli del rivestimento di facciata e le guaine di copertura.

Ad aprile 2021 è iniziata la demolizione vera e propria che si è protratta per circa 6 mesi; le operazioni sono state eseguite mediante un escavatore Liebherr 984 con braccio demolitore da 60 m, affiancato da un escavatore Liebherr 954 con braccio demolitore da 30 m e numerosi altri mezzi operativi. In primis si era provveduto a separare strutturalmente la porzione della Diga Bianca che sarà oggetto di recupero, per proseguire con la demolizione della restante parte del medesimo edificio.
Successivamente si è passati alla demolizione della Diga Rossa attaccandola su 2 fronti nei pressi dei civici 92 e 95 di Via Maritano, al fine di minimizzare i tempi di interdizione alla viabilità della via medesima, permettendone la riapertura in concomitanza con la ripresa del periodo scolastico.

Il tutto è avvenuto sotto un costante monitoraggio ambientale eseguito da una ditta specializzata del settore, con comunicazione continuativa dei risultati dei monitoraggi in essere ad ARPAL ed ASL.

Redazione

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