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Politica | 31 maggio 2022, 07:43

Elezioni politiche 2023, il futuro assetto delle coalizioni passa anche da Genova

Nel centrodestra qualcosa sta cambiando

Elezioni politiche 2023, il futuro assetto delle coalizioni passa anche da Genova

A breve i cittadini genovesi dovranno scegliere il nuovo sindaco della città. Quello di Genova potrebbe rivelarsi un laboratorio politico in vista delle elezioni nazionali del 2023. Stanno infatti cambiando gli assetti all’interno delle coalizioni stesse. Basti pensare al centrodestra: fino a qualche anno fa trainato dalla Lega che oggi sembra sempre più in difficoltà a differenza di Fratelli d’Italia, in rapida ascesa nei sondaggi nazionali e locali. Il centrodestra pende sempre più a destra e questo non piace ai moderati all’interno della coalizione. Lo fa intendere lo stesso governatore ligure Giovanni Toti che spera, e lo dice chiaramente, in un governo Draghi 2.0 anche dopo le elezioni del 2023.


“Io dialogo con tutti nella prospettiva e con l’obiettivo di rafforzare una parte di politica centrale nel nostro schieramento, dialogante, pragmatica, capace di fare proprio un programma quale quello del governo Draghi di modernizzazione del Paese -
dice Toti - Per fare questo parliamo con tanti amici del centrodestra, con forze politiche che stanno al centro dello schieramento e dovranno decidere una collocazione. E’ difficile fare finta che le due coalizioni così come sono oggi rappresentino la situazione del Paese - continua - Basta vedere quello che sta succedendo a Roma su un banalissimo inceneritore o vedere che nel centrodestra non c'è una posizione comune sulla maggior parte degli argomenti strategici”.

 

“Veniamo da due anni di pandemia, c'è la guerra con tutto quello che comporta, bisognerebbe abbassare i toni della campagna elettorale, trovare degli elementi comuni di sistema e magari costruire i presupposti di un'alleanza larga anche nella prossima legislatura, perche dobbiamo ultimare ancora il Pnrr e non sappiamo quanto continuerà la guerra. Ci vorrebbe un atto di responsabilità, uno spirito draghiano... Se non Draghi, che almeno il suo spirito sia pervasivo. I partiti dovrebbero rimboccarsi le maniche e riassumere una cultura di governo nel loro Dna”. 

 

Insomma Toti sempre più distante da Salvini e Meloni e più vicino a Renzi per un modello alla Macron. Se da una parte dunque si punta ad un Draghi bis, dall’altra però i compagni di partito di Toti mettono le cose in chiaro: “No al partito di Draghi”, sono le parole del senatore Paolo Romani di Italia al Centro, in visita nei giorni scorsi a Genova per sostenere la candidatura di Marco Bucci.

 

Resta un passaggio fondamentale quello della scelta della legge elettorale. I centristi, per vedere realizzati i loro obiettivi politici, puntano all’eliminazione dell’attuale Rosatellum in favore di una legge puramente proporzionale.

Marco Garibaldi


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