Il progetto è nazionale e si chiama ‘Caffè Alzheimer Diffuso’. A Genova lo sviluppa l’Associazione Famiglie Malati di Alzheimer (Afma) con volontariato che dura da tempo, ma che ora trova due punti di autentica forza con altrettanti ‘Pausa Cafè’, rispettivamente in piazza Albertina e via Vado, entrambi a Sestri Ponente.
“È con orgoglio - spiegano presso l’Associazione - che rappresentiamo la Liguria in ambito nazionale per un progetto così ambizioso e innovativo e con Associazioni che vi prenderanno parte grazie ai rapporti messi in campo dalla Fondazione, sono 17 che realizzeranno complessivamente 19 Caffè Alzheimer in 9 diverse regioni italiane”.
Mentre la presidente Anna Fedi specifica che nei due centri e punti fisici, spazi gratuiti informali, ci saranno “iniziative ludico cognitive dirette a persone che hanno una diagnosi ancora lieve di Alzheimer, che saranno seguite da figure professionali e volontari. Un sostegno psicologico e tecniche di rilassamento e gestione dello stress”.
Una buona notizia non da poco che, di fatto, indica come persone colpite da malattie degenerative e relative famiglie non sono più sole. Fine di un desolante abbandono e disinteresse verso questa gente in difficoltà e davanti alla quale la società pare voltarsi dall’altra parte e fare finta di non vedere. A Genova Afma conta una quindicina di volontari mentre il progetto, che terminerà a giugno 2023, va incontro a una dozzina di persone e loro congiunti.
“Il caffè non è una terapia - spiega Anna Fedi - ma un lavoro contro una malattia che, a livello iniziale, appare subdola. Spesso i familiari fanno finta di niente, mentre il parente dovrebbe essere quello che porta avanti assistenza al caro. Noi entriamo quando c’è una seconda fase. Dobbiamo lavorare su quella residua. Il Caffè in questa modalità è importantissimo anche se dobbiamo però lavorare sulla prima fase. Non solo cerchiamo di rallentare la malattia, ma diamo anche dignità alla persona. Non abbandoniamo il malato; non lo releghiamo, non lo lasciamo da solo. La persona non si deve annullare”.
La Fedi narra tutto ciò con grande passione perché ha avuto esperienza diretta e quindi ha vissuto su stessa e con i familiari il pesante travaglio di chi si trova con un malato di questo tipo in casa. Nel suo caso, il padre, assistito per nove anni. Periodo nel quale, dice, “sono impazzita con la mia famiglia. Non c’erano servizi. Mio padre è stata una persona che ha lavorato una vita; ha fatto tante cose e aveva storia di vita. Ho incontrato i servizi sociali, conosciuto altri familiari in queste condizioni ed è nata questa volontà di aiutare chi fa questa esperienza di vita”.
Per chi volesse mettersi in contatto con l’Associazione Famiglie Malati di Alzheimer, c’è da consultare il sito www.afmagenova.org oppure inviare una email all’indirizzo di posta elettronica afmagenovaonlus@gmail.com.
Il ‘Pausa Cafè’ di via Vado è stato inaugurato l’1 giugno scorso e funzionerà al nobile scopo detto prima ogni mercoledì pomeriggio dalle 16,30 alle 18,30. Il progetto è a livello nazionale ed è sostenuto dal Bando Fondazione Roche per i Pazienti e dalla Fondazione Maratona Alzheimer che, oltre ad assicurare un supporto economico in tre anni, ha messo a disposizione la sua rete di associazioni sul territorio nazionale, con particolare attenzione alle aree più svantaggiate e zone cui i servizi sono poco sviluppati. Grazie alla Fondazione Maratona Alzheimer, presto si potranno organizzare i Caffè Alzheimer a San Ginesio, in provincia di Macerata, zona colpita dal terremoto nel 2016, e quindi a Pizzo Calabro e a Messina.
La ‘Pausa Cafè’, a Genova come ovunque, è, spiegano i volontari dell'Associazione, “uno spazio gratuito e informale dove si svolgono incontri e momenti di convivialità in un’atmosfera accogliente e rilassata per persone con deterioramento cognitivo e per i loro familiari. Lo staff è composto da psicologo, volontari dell’Associazione e da operatori specializzati, con attività di carattere terapeutico, informativo ma anche di svago e socializzazione, stimolazione cognitiva, attività occupazionali, ludico ricreative, musicali. Trattamenti non farmacologici come pet therapy, musico-terapia ambientale, doll therapy, uscite sul territorio, ginnastica dolce, incontri formativi sulla malattia, di lavoro e di cura, di psico educazione”.