Oggi in consiglio regionale si è parlato del caso di Nicola Di Santo, il genovese in carcere in Indonesia che rischia di morire per le torture subite in oltre sette mesi di prigionia. Era infatti l'11 novembre 2021 quando il giovane di 32 anni quando è stato arrestato a Bali con l’accusa di aver rapinato il suo socio in affari.
Il caso è stato sollevato per primo dal senatore Gregorio De Falco che ha presentato un’interrogazione parlamentare urgente.
In Liguria il consigliere regionale Gianni Pastorino ha portato in aula un ordine del giorno approvato dall’intero consiglio regionale in cui il presidente Giovanni Toti si impegna a sollecitare la Farnesina.
“In questi mesi ha perso 12 kg ed è in preda a febbre e continue infezioni. Non ci risulta che la Farnesina abbiamo preso in carico la questione - commenta Pastorino - È una cosa gravissima che evidenzia la violazione del diritto internazionale. Torture e maltrattamenti che evidenziano un quadro giuridico incerto in un Paese che si dice democratico. Il padre di Nicola denuncia che il figlio nei primi giorni della detenzione sarebbe stato riempito di botte e addirittura ustionato con accendini e sigarette”.
L’avvocato Alessandra Ballerini, che ha preso a carico la questione, racconta di un incontro tra diplomatici italiani e il giovane detenuto lo scorso 16 novembre. In quell’occasione sono state accertate, le minacce e le torture da parte della polizia. In alcune occasioni gli agenti sono arrivati a spegnere le sigarette sul corpo del 32enne.
“Voglio ringraziare Gianni Pastorino e l’interno Consiglio Regionale per essersi fatti carico di questo nostro concittadino - commenta Ballerini - Spero che questa iniziativa politica possa sollecitare la Farnesina e si possa arrivare presto ad una soluzione perché è intollerabile che un cittadino possa essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti”.