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Attualità | 14 agosto 2022, 10:41

Ponte Morandi, le celebrazioni in ricordo delle vittime nel giorno del quarto anniversario del crollo (Foto e video)

Dopo la Santa Messa celebrata da Mons. Marco Tasca, la commemorazione alla Radura della Memoria

Ponte Morandi, le celebrazioni in ricordo delle vittime nel giorno del quarto anniversario del crollo (Foto e video)

Nella quarta ricorrenza del crollo del ponte Morandi, avvenuta il 14 agosto 2018, una serie di momenti commemorativi e di celebrazioni è stata promossa e organizzata dal Comune di Genova insieme al Comitato Parenti vittime del Ponte Morandi, in memoria delle vittime. 

Dopo la Santa Messa alle ore 8.30 nella Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo della Certosa officiata dall’arcivescovo di Genova monsignor Marco Tasca, la commemorazione si sta svolgendo alla Radura della Memoria. 

Dalle ore 10.30 è prevista la deposizione la corona della Presidenza del Consiglio dei Ministri da parte del ministro alle Infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini, a cui seguiranno gli interventi dell’imam Salah Hussein, dell’arcivescovo di Genova mons. Marco Tasca, del sindaco di Genova Marco Bucci, del presidente Regione Liguria Giovanni Toti, del ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili con delega presidente del Consiglio dei ministri Enrico Giovannini, del rappresentante dei parenti delle vittime Egle Possetti.

Alle 11.36 verrà osservato un minuto di silenzio e in contemporanea verranno suonate le sirene delle navi in porto e le campane di tutta la Diocesi.

A chiudere la cerimonia, l’intervento musicale con la composizione del Maestro Nevio Zanardi.

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha ricordato le vittime: ""Oggi è un giorno di memoria, un giorno che nessuno potrà mai dimenticare. Oggi è il giorno del ricordo delle vittime di quella tragedia ma anche il giorno della rabbia perché quelle vittime non avrebbero dovuto essere vittime. Nella civile e moderna Italia e nella civile e moderna Genova un ponte non sarebbe mai dovuto crollare. Sono quattro anni che ci troviamo qua e il tempo non asciuga le lacrime ma ci permette di analizzare quello che è stato fatto davvero e cosa resta da fare". Così il presidente della Regione Liguria, intervenuto oggi durante la cerimonia commemorativa a quattro anni dal crollo di Ponte Morandi avvenuto il 14 agosto 2018. 

"Una cosa che resta da fare è avere la verità giudiziaria che ristabilisca il rapporto di fiducia tra le persone che hanno subito il torto e le istituzioni della Repubblica italiana - aggiunge il presidente della Regione Liguria –. Una verità che spero arrivi presto e auguro buon lavoro ai magistrati che hanno saputo condurre con grande sobrietà un processo difficile”.

“Una cosa importante l’ha detta il presidente della Repubblica Mattarella questa mattina. Bisogna che queste vittime abbiano una tutela; non ci sono vittime diverse dalle altre ma ci sono vittime che una grande democrazia ha il dovere di certificare per legge come “diverse”. In questo caso la legge che chiedono da sempre i parenti delle vittime deve andare avanti e il timbro del presidente Mattarella spero possa essere un gigantesco sprone al prossimo Parlamento per proseguire su questa strada”.

“Per quanto riguarda il memoriale - ha concluso il presidente della Regione Liguria - tutto quello che è stato fatto e faremo qui è stato e sarà un memoriale alle vittime. Tante persone da quel giorno si spese perché quel ponte non fosse crollato invano. Da chi lo ha ricostruito a chi ha permesso che Genova rialzasse la testa”. 

Hanno partecipato alla commemorazione presso la Radura della Memoria anche gli assessori regionali all’Istruzione, alla Protezione Civile e Infrastrutture, all'Edilizia e Urbanistica e ai Trasporti e Occupazione. 

L’assessore regionale all’Urbanistica Marco ha partecipato, oggi, alla commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi a Genova. “Il 14 agosto sarà per sempre una data indimenticabile. Le 43 vittime del crollo del ponte Morandi, la sofferenza delle famiglie, le centinaia di sfollati che in poche ore hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. Ad un mese dalla tragedia portai con me, alla prima commemorazione, mia figlia Vittoria, perché le nuove generazioni devono comprendere quali drammi possono accadere nella vita e che ognuno deve impegnarsi affinché certe disgrazie non si ripetano” - afferma Marco Scajola, che conclude:”Oggi sono venuto con mio figlio Edoardo per la stessa ragione. Quei giorni tremendi tra lacrime, preghiere e l’incessante lavoro, per dare una casa a chi non l’aveva più e l’orgoglio di una comunità che ha saputo reagire e ricostruire il ponte in tempi record.”

In un comunicato diffuso, la Lista Toti ha sottolineato: "Il 14 agosto per Genova e la Liguria non potrà mai più essere un giorno come gli altri. Non importa se oggi sono passati 4 anni, sarà sempre così.

C'è un nuovo, bellissimo ponte ad attraversare il Polcevera e a riunire le due metà della città e della regione. Ma non può cancellare quello vecchio né soprattutto il dolore e lo strazio immenso che il suo crollo ha causato. Il nostro dovere, come forza chiamata ad amministrare questa città e questa regione, non poteva che essere quello di dare risposte alle esigenze di chi ha perso i propri cari, ma anche la casa, o ha visto in pericolo il proprio lavoro, ha temuto di restare isolato e indietro. Un dovere svolto sempre però sapendo che il ponte San Giorgio può riempire lo spazio lasciato dal Ponte Morandi, ma mai il vuoto più profondo che il suo crollo ha scavato nei cuori di chi ha quelle immagini indelebili nella memoria.

Non dimentichiamo, non possiamo dimenticare le 43 vittime e i loro familiari, che più di chiunque altro hanno pagato un tributo inaccettabile in una strage che poteva e doveva essere evitata. Oggi, come dal primo momento, siamo accanto a loro, per sostenerli nella richiesta di giustizia e di verità, per far sentire la vicinanza di un popolo che se ha saputo subito reagire e stupire il mondo realizzando in meno di due anni il viadotto San Giorgio non lo ha fatto per dimenticare ma per urlare la voglia di non vivere più simili tragedie.

Genova e la Liguria non hanno risposto con le parole vuote. Hanno da subito lavorato alla ricostruzione del ponte, ma anche alla realizzazione di un memoriale che resti per sempre a ricordare, come le 43 luci del nuovo viadotto, quelle vite spezzate.

Più che mai oggi la rabbia e l'orgoglio sono sentimenti che possono coesistere e che non vengono meno".

Francesco Li Noce

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