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Attualità | 25 settembre 2022, 07:17

"Quella vacanza non la dimentico": quando Albert Einstein soggiornò a Genova

Una targa posizionata in piazzetta delle Oche ricorda il soggiorno del giovane Albert Einstein a Genova

"Quella vacanza non la dimentico": quando Albert Einstein soggiornò a Genova

Genova crocevia e porto di mare, nel corso dei secoli ha accolto tra le sue mura i grandi personaggi che hanno marcato i più importanti avvenimenti storici.

Da Petrarca, che per primo la definì Superba, a David Bowie, passando per la Regina Elisabetta, i personaggi illustri della storia spesso si sono trovati all’ombra della Lanterna.

E’ anche il caso di Albert Einstein il cui soggiorno a Genova è ricordato da una targa sistemata nella piccola piazza delle Oche, proprio accanto a piazza delle Vigne.

Il giovane Albert, nel 1894, aveva appena ricevuto il responso dal Politecnico di Zurigo: era stato respinto.

Il fallimento aveva portato il futuro premio Nobel a partire per un viaggio a piedi da Monaco a Pavia.

Nella città lombarda suo padre e suo zio avevano costruito una fabbrica di apparecchiature elettriche. Qui, però, Albert non sembrava essere a suo agio.

Spinto dal desiderio del mare, Albert aveva deciso di andare a far visita allo zio, Jacob Koch, fratello della madre e commerciante di grano all’ingrosso.

Dopo aver attraversato la Val Trebbia, Einstein si era ritrovato nel groviglio dei vicoli e aveva raggiunto la casa dello zio in piazza delle Oche, appunto, dove l'uomo aveva anche il suo ufficio.

Proprio al seguito dello zio, Albert era rimasto e a Genova per alcuni mesi visitando anche la riviera ligure.

Raccontando di quei mesi alla sua amica Ernestina Marangoni, in un italiano non senza errori, Albert descriveva il suo periodo italiano come un periodo pieno di ricordi felici.

“Per mesi ho visitato i monumenti di Genova, la fantastica Strada Nuova, a due passi da casa c’era una pasticceria stupefacente con una cornucopia di marmo come insegna: mi sono fatto delle scorpacciata uniche. E poi San Lorenzo, la cattedrale, la gente di quelli che voi chiamate caroggi”.

Einstein poi, sempre rivolto a Ernestina, aggiunge: “Mi spiace solo non essere mai più tornato. La mia vita mi ha dato grandi soddisfazioni e sono anche diventato famoso. Ma Genova, anche adesso, guardando il mondo con un certo distacco, quella vacanza non la dimentico…”

“Mesi felici del mio soggiorno in Italia sono le più belle ricordanze”.

E chissà qual è la pasticceria con la cornucopia come insegna…

 

Redazione

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