“Voglio stare con quelli che vedono con i miei occhi / Sorridere a quelli che non parlano la mia lingua / Guardare il volto di coloro che non mi somigliano / Parlare con quelli che non hanno nulla, ma possiedono tutto / E viaggiare con le persone di cui non conosco il nome, persone nuove”.
‘Persone nuove’ è uno dei singoli tratti dal disco ‘Mescla’, il settimo album in studio della band genovese Meganoidi, che si è formata nel 1998 ed è giunta al ventiquattresimo anno consecutivo di attività. È un messaggio di inclusione e di tolleranza verso ‘il diverso’ fortissimo, una canzone che sposa perfettamente quella che da oltre vent’anni è la filosofia del gruppo: aperto a tutti, senza confini e senza distinzioni.
Quali ospiti migliori, quindi, per la decima edizione di ‘Partigiana. La festa di Resistenza’, iniziativa realizzata congiuntamente da tutte le Anpi del Ponente genovese: Pegli, Pra’, Voltri e Crevari. L’appuntamento è al Palamare di Pra’, lungo la fascia di rispetto, dalle 19,30 in poi di venerdì 28 ottobre: si comincia con un dibattito sui giovani e l’antifascismo, si va avanti con l’intervento di Massimo Bisca, presidente dell’Anpi Genova, e poi spazio alla musica dal vivo. Aprono gli SkyDive, Massimo Stona e i Malati Immaginari, mentre il culmine della serata è affidato ai Meganoidi.
“I nostri concerti a Genova, la nostra città, sono quasi sempre legati a eventi specifici e a un determinato impegno”, racconta Luca Guercio, che dei Meganoidi è chitarrista e trombettista, oltre che autore dei testi e delle musiche insieme a Davide Di Muzio, il cantante. Completano la formazione Jacco (bassista), Saverio Malaspina (batterista) e Andrea Torretta (chitarrista). Coinvolti anche Giulio Canepa (chitarra) e Filippo Cuomo Ulloa (piano e tastiere), ma soprattutto Nicola Sannino.
‘Partigiana. La festa di Resistenza’ ha il patrocinio del Municipio VII Ponente e sarà arricchita dagli stand gastronomici con le gustose focaccette di Crevari. “È un momento rivolto principalmente ai giovani - raccontano gli organizzatori - che, a cent’anni dalla Marcia su Roma (che avvenne proprio il 28 ottobre del 1922), vuole essere un segnale chiaro contro tutte le forme di fascismo, che vuole promuovere l’Unità delle associazioni del territorio, infatti, oltre alle Anpi di Pra’, Pegli, Voltri e Crevari hanno collaborato e supportato l’iniziativa gli Alemante Friends, gli Amici del Tempo Libero e tutte le realtà politiche antifasciste del territorio”.
Luca Guercio, quello di venerdì sarà un concerto particolare?
“Assolutamente sì. Un concerto particolare, dentro un contesto particolare, in un momento storico particolare. Quello che non dovrebbe essere particolare, proseguendo con questo ragionamento, è l’impegno a non dimenticare mai da dove arriviamo e dove non dobbiamo più arrivare. A Genova noi dei Meganoidi cerchiamo di fare delle apparizioni contestualizzate: vogliamo creare aggregazione intorno a determinati temi, come quello dell’antifascismo. Per questo abbiamo subito preso in considerazione la proposta giunta dalle Anpi del territorio. È bello pensare che siamo diversi”.
Ci sarà una scaletta particolare, considerando il contesto?
“Il titolo del nostro ultimo disco, ‘Mescla’, lascia ben intendere il senso della serata: è una parola portoghese che significa miscuglio. Quindi, ci saranno le nostre prime canzoni ma anche quelle più recenti. Non faremo pezzi a sorpresa o cover perché non è nella nostra natura. Ma di certo dedicheremo ‘Persone nuove’ a tutti quelli che hanno organizzato questo appuntamento: una canzone che parla di come si può e si deve essere persone interessanti, e non semplici ingranaggi della società”.
In tutta la vostra produzione il tema degli ultimi, dei fragili, dei bisognosi è sempre stato centrale. Ci sono moltissime polemiche, in questi giorni, a proposito del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Che ne pensa?
“Noi siamo sempre stati attenti ai più deboli, è vero. Non a caso ci chiamiamo Meganoidi, che erano gli pseudocattivi di un manga giapponese e che sono sempre stati i più ai margini. Noto in questo paese una propaganda costante che mi porta a una seria preoccupazione, e non ho nessun problema a dirlo. Noi genovesi siamo abituati a sperare nel meglio, ma anche a prepararci al peggio. Sono preoccupato che si facciano molti passi indietro sui temi dei diritti umani e dei diritti civili. In giro ci sono persone molto arrabbiate e il governo non deve cavalcare questa rabbia”.
Liliana Segre ha detto a ‘Che tempo che fa’ che tra qualche anno la Shoah “sarà una riga sui libri di storia, e poi neanche più quella”.
“È una frase molto forte, ma penso che abbia ragione. Ogni giorno ci troviamo di fronte a persone che negano la storia, per validare la loro visione del mondo. Ma nessuna idea, nessuna, può essere interessante o avere un futuro, cancellando quello che è successo. Conoscere la storia dovrebbe essere il primo passo per non commettere gli stessi errori del passato”.
Genova per voi…
“Dopo ventiquattro anni e dopo aver girato il mondo in lungo e in largo, con oltre mille concerti all’attivo, Genova rimane la città che ci ha fatto nascere, che ci ha cresciuti. È la nostra mamma”.
Come si rimane uniti per ventiquattro anni?
“I punti di forza non sono diversi da quelli delle famiglie. Ci si può anche scontrare, ma di fondo l’affetto è sempre immutato. Noi ci vogliamo bene e amiamo quello che facciamo. Ci vogliamo bene con le nostre diversità. Di nuovo torniamo al concetto delle diversità, che devono unire e non dividere. È il tema della cultura, perché più circola cultura, più si trova il modo per andare d’accordo”.
Il vostro disco ‘Mescla’ è uscito il 6 marzo del 2020. Due giorni prima del lockdown. Ve lo godete adesso?
“Eh sì, esattamente due giorni prima del lockdown. Avevamo in programma parecchi concerti, che sono stati tutti annullati. Ma ce lo godiamo adesso, le persone ci hanno aspettato, il disco è ancora vivo e piace molto. Ci seguono nella versione tradizionale e anche in acustico. È un periodo molto stimolante e speriamo che duri a lungo”.