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Attualità | 12 novembre 2022, 17:05

Mele, il percorso delle cartiere arricchito dai pannelli realizzati dagli studenti

L’iniziativa ‘Mele di carta’ giunge al termine di un laboratorio partito lo scorso anno che ha coinvolto alunne e alunni dell’Istituto Comprensivo Voltri 1. Questa mattina l’inaugurazione

Mele, il percorso delle cartiere arricchito dai pannelli realizzati dagli studenti

Il Comune di Mele, nell’entroterra di Voltri, ponente cittadino, ha una caratteristica peculiare: essere uno dei luoghi dove maggiormente si sono sviluppate le cartiere. Un passato glorioso che finisce per essere anche materia del presente e che rappresenta un oggetto di studio per le future generazioni. Un tempo, l’itinerario tra le cartiere si chiamava percorso degli stracci, anche se la stoffa non c’entra nulla. Perché gli stracci, in dialetto genovese ‘strasse’, erano quel materiale che serviva per la produzione della carta fatta a mano.

Se ne parla spesso in occasione del ciclo ‘Andar per cartiere’, che anno dopo anno viene riproposto da Comune di Mele, Pro Loco di Mele, Associazione inGE, Associazione Le Muse e Museo della Carta di Mele. Ora, proprio quel percorso viene arricchito da alcuni pannelli (per ora in formato piccolo, ma potrebbero diventare molto più grandi) che rievocano la grande epopea delle cartiere, contengono importanti informazioni e sono stati realizzati da studentesse e studenti della 3G della scuola media di Mele, plesso che fa parte dell’Istituto Comprensivo Voltri 1 guidato dalla preside Caterina Bruzzone.

Questa mattina il laboratorio scolastico partito lo scorso anno è arrivato alla sua conclusione, con l’installazione dei pannelli, all’interno dell’iniziativa ‘Mele di carta’. Tra le docenti coinvolte c’è Teresa Piccardo, che è anche una delle anime della Pro Loco di Mele, nonché coautrice (insieme a Cinzia Cervetto e a Greta Pastorino) del bel libro ‘Andar per cartiere. Un percorso fra il Comune di Mele e l’Alta Via dei Monti Liguri’, che fa parte dei ‘Quaderni di archeologia industriale’ curati da Guido Rosato ed è pubblicato dall’associazione inGE. 

“‘Mele di carta’ - racconta Teresa Piccardo - è il titolo che abbiamo dato al laboratorio, realizzato a partire dallo scorso anno con la 3G. L’obiettivo principale è conoscere e far conoscere il nostro territorio. In quest’ottica, abbiamo cominciato a elaborare questi pannelli con l’idea di ‘arredare’ il percorso tra le cartiere facendo in modo che, chiunque si avventuri, possa conoscere un po’ di più la nostra ‘Mele di carta’. I ragazzi, dopo aver studiato, hanno anche realizzato dei giochi che poi saranno disponibili e visualizzabili in cima al nostro percorso”.

L’insegnante ricorda: “Lo scorso anno abbiamo anche fatto due uscite con la quinta elementare di Mele e un’altra con i ‘grandi’ dell’asilo, dove questi ragazzi hanno anche dimostrato la tanto ricercata ‘competenza’. È mia intenzione proporre questo percorso con le mie giovani guide ad alcune classi delle medie di Voltri e probabilmente potremo inserire il nostro lavoro anche in un pacchetto più ampio di ‘turismo scolastico’. I pannelli sono graficamente diversi ma conservano la stessa struttura: una più o meno breve spiegazione, immagini e approfondimento con Qr-code. A tutto questo, sempre tramite Qr-code, si aggiungono, grazie alla collaborazione delle colleghe di lingue, le professoresse Rosa Piccardo e Simona Scarponi, le traduzioni in inglese e francese. Non manca il tocco di dialetto, curato da Nino Durante”.

Durante la passeggiata, ragazze e ragazzi hanno collocato questi pannelli che, “se la cosa funziona, saranno poi realizzati in materiale più consistente e duraturo da parte del Comune di Mele. Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione dei colleghi della scuola di Mele, che mi hanno aiutata e assecondata. È un bel gruppo di docenti, ma soprattutto di amici”.

Quella delle cartiere dell’entroterra di Ponente è stata un’epoca molto gloriosa, testimoniata dal fatto che nel 1567 si diceva che “in tutta Europa altra carta non s’adopra che quella de’ Genovesi”. Intorno al XV secolo nella Valle del Leira nasceva la manifattura della carta, favorita dalla presenza di torrenti utili per produrre energia per il funzionamento delle grandi ruote motrici. Lungo il Ceresolo, il Gorsexio e il torrente Acquasanta nel XVIII secolo si potevano contare un centinaio di cartiere. Mele divenne famosa in tutto il mondo per le particolari caratteristiche della carta prodotta: difficilmente attaccabile da insetti, quindi preziosa per le cancellerie delle case reali di Spagna, Portogallo e Inghilterra.

L’avvento delle macchine a vapore segnò l’inizio della decadenza dell’industria cartaria nel territorio. Le cartiere, svincolate dall’ubicazione lungo i torrenti (l’energia dell’acqua era stata indispensabile fino ad allora per il loro funzionamento), potevano essere installate in luoghi più facili. Peraltro l’utilizzo dei grandi mezzi di trasporto per la spedizione della carta prodotta diventava praticamente impossibile nelle strette strade delle valli di Mele e le cartiere, che dopo la Seconda guerra mondiale erano diventate soltanto 43, sparirono in qualche decennio.

A raccontare molto bene questa epopea c’è, per l’appunto, il libro ‘Andar per cartiere’. In una novantina di pagine, si racconta e si illustra nei dettagli un percorso percorribile a piedi, che segue lo stesso del XVI secolo, attraverso zone antropizzate e zone rurali, coltivate o abbandonate, di interesse storico industriale del sentiero dal litorale di Voltri, nel Comune di Genova, per arrivare fino allo spartiacque dell’Alta Via dei Monti Liguri.

Il percorso completo parte dalla frazione di Fondocrosa e risale il torrente Gorsexio fino alla sua sorgente. Gli obiettivi del percorso sono molteplici. Da un lato, raccontare una parte di storia del territorio del Comune di Mele, attraverso la realizzazione di un sentiero di tipo naturalistico/storico culturale. Dall’altro lato, diffondere e promuovere l’importanza del patrimonio e della storia industriale di Voltri e di Mele, attraverso la valorizzazione di siti di interesse archeologico-industriale dei secoli XVII-XVIII e di siti rurali, al fine di inserire il turismo industriale e storico nell’offerta turistica locale.

Alberto Bruzzone

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