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Attualità | 12 novembre 2022, 07:00

Vintage come scelta politica alla ricerca del bello, in vico Casana c'è Tug (Video)

Il concept store propone capi vintage e una linea di produzione artigianale che parte dagli scarti perché tutto sia sempre più sostenibile

Vintage come scelta politica alla ricerca del bello, in vico Casana c'è Tug (Video)

Il vintage come scelta politica, nella continua ricerca della qualità e della particolarità sartoriale si uniscono nel segno del bello.

Questo accade entrando da Tug, che ha trovato casa in vico Casana.

Partendo da un percorso di studi comune, Miriam Fortis e Ivan Dauriz hanno portato avanti un progetto che raccontano con entusiasmo.

Ci conosciamo dall’università - spiega Ivan - quindi abbiamo in comune già il punto di partenza di quella che è la progettualità di qualunque cosa facciamo, che sia l’abbigliamento ma in generale abbiamo lavorato a vari progetti. Creare una realtà nella nostra nuova città che possa sintetizzare anche un po’ il momento storico in cui viviamo, in cui la città vive, creare un punto d’incontro dove la vendita è un incontro, dove l’acquisto è un atto politico, dove la chiacchiera apre altri mondi e iniziative è quello che ci ha accomunato e spinto a creare questo spazio”.

Vintage e centro storico in un binomio fondamentale che accomuna e intreccia le intenzioni di Miriam e Ivan: “Tug parte dal vintage - spiegano ancora - e il centro storico è un luogo dove il vintage esiste in modo in molto effervescente così come anche l’artigianato e il saper fare e l’aver voglia, appunto, di raccontarsi attraverso il proprio mestiere.

Per questo la scelta del centro storico. Poi per Genova c’è un amore particolare che ci ha fatto dire da punti diversi ci ha fatto incontrare qui”.

Ancora, Miriam prosegue: “E’ stata una scelta il trasferimento in questa città da parte di entrambi. Ivan era a Londra, io a Milano. Abbiamo scelto di stare qui non è un ripiego o una possibilità, è stato voluto. E’ una scelta culturale, una scelta di vita, la scelta di una realtà che sta crescendo ma mantiene un cuore vibrante, un’identità molto chiara e sfaccettata nella quale poter inserire un nostro pensiero e l’evoluzione di questo pensiero che è ancora bello che è in continua evoluzione, come i nostri prodotti”.

Il vintage come atto politico - continuano - è una scelta di qualcosa che già esiste, è una consapevolezza del proprio corpo anche meno imposto dall’esterno. La libertà di conoscersi a sufficienza per riuscire a scovare quella gemma giusta che possa esaltare se stessi, questa può essere una filosofia molto forte per imparare ad amarsi attraverso un abbigliamento scelto e unico specificatamente per noi”.

Il vintage rimane un elemento chiave anche dal punto di vista ambientale: “Utilizzare quello che è già in circolo e prolungarne la vita sempre di più ha un valore dal punto di vista di tutela dell’ambiente e questo si può pensare per tantissimi altri prodotti”.

Lo store di Tug è un punto d'incontro dove tutto quello che si ritrova è frutto di una ricerca che abbraccia i pilastri cardine legati alla sostenibilità senza dimenticare la ricerca della bellezza.

Miriam e Ivan proseguono: “La ricerca della bellezza è un altro dei motivi per il quale abbiamo scelto il centro storico; è bellissimo sia dal punto di vista umano che architettonico. Nel nostro negozio non abbiamo avuto bisogno di fare molti lavori anzi, volutamente abbiamo tenuto bianco e scarno in modo che fosse quello che viene proposto al suo interno a parlare e a tirare fuori il suo carattere. E’ una pagina bianca sulla quale possiamo mostrare un’idea di bellezza che è un po’ la filosofia sempre legata alla ricerca del vintage. Un capo durato per quaranta o cinquant’anni ha una qualità che adesso difficilmente possiamo ritrovare, e quando la troviamo al paghiamo molto, molto cara. Dietro a questo, appunto c’è anche la scelta politica di non comprare prodotti che hanno un prezzo basso: se costano poco vuol dire che c’è qualcosa che non va nel passaggio produttivo quindi c’è qualcuno che non è stato sufficientemente pagato o ci sono delle norme ambientali che non sono state molto considerate. E’ giusto riconoscere il valore delle cose e ritrovare la qualità. In questo Genova mostra quel tipo di curiosità”. 

Dalle parole di Miriam e Ivan traspare l’entusiasmo e il fascino che la Superba ha esercitato su di loro: “Genova ha una cultura del bello e della qualità che in esso vive molto radicata e lo vediamo dalla clientela che si affaccia e che è molto curiosa, attenta e consapevole. La manifattura dei capi, i tessuti, vengono tenuti in considerazione e ancora troviamo la voglia di affidare alle proprie mani certe conoscenze quando magari in città più grandi si è molto distaccato il fare e l’acquistare. Qui l’artigianato e il concetto di comprare qualcosa che duri ancora si sentono in modo forte”.

A fare da fil rouge nell’attività è il rapporto umano che si instaura con chi sceglie di entrare in negozio, anche soltanto per curiosare, trovando grande disponibilità e attenzione. 

Una conoscenza della materia che è nata dal percorso di studi al Politecnico di Milano e che è proseguita con la passione che ha portato Miriam e Ivan a scovare capi unici anche fuori dall’Italia.

Ma il concept store di Tug non si limita a proporre abiti, arrivati in negozio dopo un’accurata selezione: “La nostra filosofia, da quando viviamo a Genova, l’abbiamo portata anche nello sviluppo di una nostra piccola collezione che produciamo interamente qui, in un laboratorio, insieme a Thomas, che è il terzo membro del gruppo. Utilizziamo materiali di recupero, di fine produzione e ‘made to order’. Questo è un voler ritornare a quell’antico concetto di sartoria dove c’è un modello e se piace viene fatto su misura, magari anche con un tessuto a scelta per quello che possiamo proporre. Questa è un’altra filosofia molto importante che tra l’altro seguono molti dei marchi che abbiamo scelto di vendere qui in negozio. 

Abbiamo borse che vengono fatte con pelli di fine produzione, o ancora, prodotti di upcycling che abbiamo appena introdotto, sempre partendo da capi difettati o scarti di qualcuno. Quel bellissimo concetto di circolarità per cui quel qualcosa per qualcuno è destinato alla pattumiera, per qualcun altro è bellissimo cerchiamo di sostenerlo anche tramite marchi che, come noi, si impegnano tantissimo e con l’entusiasmo di portare avanti un progetto che si sente, senza compromessi”.

A dare un’ulteriore spinta all’apertura di Tug è stato anche il Bonus Centro Storico, come ricordano entrambi e come ha ribadito l’assessore al commercio e artigianato Paola Bordilli: “E’ un marchio importante e conosciuto oltre Genova e questo credo che sia un altro aspetto caratteristico bello, importante, che si sta verificando proprio grazie al bonus centro storico. C’è una buona compensazione percentuale tra attività che nascono ex novo, soprattutto collegate all’artigianato, dove sono singole imprese che sfruttano il bando; parimenti abbiamo diverse realtà che o si duplicano o scelgono il centro storico per operare essendo attivi già in altri contesti. Questo mix di partecipanti al bando e di aperture credo sia bello e segno tangibile di un commercio sempre più sano nel centro storico. Vedere ragazzi giovani poi fa ben sperare”.

Isabella Rizzitano

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