Falso volontariato, turni massacranti, “stipendi” da fame e nessuna certezza o tutela: nel servizio delle Iene andato in onda onda ieri, martedì 6 dicembre, l’inviato Gaetano Pecoraro ha lanciato una bomba sul mondo della onlus e delle associazioni che lavorano per il 118 in diverse province d’Italia, compresa Genova.
Casi di infermieri e soccorritori che figurano come volontari ma che in realtà svolgono quotidianamente turni anche da 10-15 ore, retribuiti cifre che spesso non raggiungono i 3 euro l’ora, sembrano essere diffusi in tutto il paese. Ed è sulla Croce Azzurra Fegino Anpas che è stata focalizzata l’attenzione: diversi ragazzi che prestano lì il loro servizio hanno lamentato di aver non solo accettato di lavorare in condizioni disagevoli, ma anche di aver messo in difficoltà i loro familiari. Secondo quanto segnato alle Iene, infatti, avrebbero dovuto indicare degli iban alternativi per i pagamenti al raggiungimento delle soglie prestabilite per le prestazioni occasionali, facendo così perdere rimborsi per invalidità e agevolazioni ai parenti che si prestavano a fornire i propri dati per non far perdere loro lo stipendio.
Nel video, il presidente della Croce Azzurra Fegino Silvano Mastroianni è stato raggiunto dagli inviati per cercare di ottenere chiarimenti: la linea è quella della difesa, nonostante Pecoraro dichiari di aver visto i fogli turni e faccia ascoltare una registrazione di una telefonata che lo vede protagonista insieme alla mamma di uno dei "falsi" volontari.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze Anpas Maurizio Pregliasco è stato intervistato a sua volta, e dopo aver visionato il materiale raccolto ha annunciato che saranno presi provvedimenti se sarà tutto confermato, rimarcando però l’attenzione su un punto chiave: le associazioni devono essere messe in condizione di garantire uno stipendio e dei rimborsi equi a chi presta servizi. Da anni, infatti, viene ribadito che le cifre di rimborso che vengono destinate alle pubbliche assistenze non sono adeguate ai costi che si trovano a sostenere.
Il ministero della Salute, contattato da Pecoraro per un’intervista sul tema, non ha accettato di incontrare l’inviato delle Iene.