“Non si può fermare un treno che sfreccia ad altissima velocità: sarebbe un bilancio di morti e feriti, esattamente quello che si sta producendo con i crediti incagliati dell’onda lunga del superbonus 110%: occorrono soluzioni, fossero anche deviare il treno su binario morto”. È generoso di metafore Emanuele Ferraloro, presidente di Ance Liguria, parlando a nome dei costruttori edili.
Il decalage del bonus da 110 a 90, fissato dopo un acceso dibattito parlamentare dal governo Meloni, tra deadline e proroghe, dovrebbe portare il bonus a una “normalizzazione” nel giro di qualche anno. Tuttavia la sensazione è che si sia affrontata una parte del problema, perché le conseguenze della stagione del superbonus 110% (La prima agevolazione fiscale, governo Conte, 2020, il cui bonus superava la spesa sostenuta con trasferibilità di credito di imposta a terzi o mediante cessione o con sconto in fattura) ad oggi sono cassette fiscali delle aziende e delle banche sature, blocco di diversi cantieri, esaurimento dei platfond delle banche.
Con un questionario diffuso a livello nazionale, Ance sta cercando di sondare i numeri della situazione attuale tra i suoi associati. In Veneto, ad esempio, si sono stimati 4 miliardi di crediti nelle pance delle aziende. La Liguria è sotto la lente d’ingrandimento ma, dai primi questionari arrivati, cantieri fermi e crediti bloccati avrebbero colpito soprattutto l’entroterra, dove sarebbero ricorsi al 110 soprattutto i proprietari delle case unifamiliari.
“Un’azienda con il credito incagliato è quasi in automatico un’azienda che chiuderà- ci dice Ferraloro- perché non avrà risorse infinite per pagare stipendi e fornitori senza poter rientrare. Mi chiamano imprenditori in lacrime che non sanno come pagare gli stipendi, ogni giorno. Con l’introduzione della responsabilità in solido nei confronti dei crediti, si è generato un fermo che deve essere sbloccato in qualche modo, altrimenti si va in default. Una soluzione sulla quale sono fiducioso- dopo che quella che come Ance avevamo proposto con Abi su f24 è stata respinta- e per cui è importante premere anche in Liguria, è quella adottata dalla provincia di Treviso, regione Sardegna e Piemonte. In questi giorni faremo tutto il possibile per muovere la politica regionale in tal senso”.
Con formula diverse, Provincia di Treviso, Regione Sardegna (in collaborazione con Ance) e Piemonte stanno comprando crediti del 110 dai cassetti di banche e aziende e li stanno scontando dalle tasse e dalle proprie spese. La pubblica amministrazione interviene in questi casi con un’azione che riazzera i platfond delle banche e svuota le aziende dalle cassette fiscali piene, facendo muovere quei crediti che ora pesano come macigni su tutto il sistema edile ed economico. E, in Liguria, come si affronterà il problema?