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Attualità | 28 aprile 2023, 07:20

Denim Day, sabato jeans in piazza contro la violenza sulle donne (video)

Appuntamento in piazza Sarzano con il flash mob organizzato da Break the Silence che per la prima volta arriva a Genova

Denim Day, sabato jeans in piazza contro la violenza sulle donne (video)

Piazza Sarzano sarà il cuore del Denim Day, il flashmob di Break The Silence nato per sensibilizzare contro la violenza sulle donne e in particolare contro la vittimizzazione secondaria.

La manifestazione vede la partecipazione anche del centro Per Non Subire Violenza e arriva per la prima volta a Genova, in contemporanea con le manifestazioni che si svolgeranno in altre città italiane.

Nella piazza, tra le più suggestive del centro storico, a partire dalle 16.00 inizierà la manifestazione.

Una distesa di jeans coprirà l’asfalto fino a riempire la piazza per portare l’attenzione soprattutto sulla vittimizzazione secondaria, un tipo di violenza che donne, già vittime di molestie, violenze e aggressioni, spesso si trovano a subire.

Ogni partecipante all’iniziativa, quindi, stenderà i pantaloni a terra e, se lo desidera, a fine manifestazione può donarli alla Comunità di Sant’Egidio.

Promotrice dell’iniziativa è, come detto, l’associazione Break the Silence che, come spiegano Nadia Punturieri, referente Liguria per l’associazione, e Dorotea Sconzo, associata, nasce nel 2020 dopo una violenza verbale subita dalla presidente, Maria Chiara Cataldo.

Quanto accaduto - spiega Sconzo - l’ha spinta a una call to action per parlare della sua esperienza, molte persone si sono unite a lei via social. Poi, nel 2022, siamo diventati un’associazione e adesso abbiamo 40 persone che lavorano con noi; mettiamo al centro la violenza di genere, siamo un gruppo di professionisti che partono dal basso e che vogliono contrastarla in tutti i modi possibili sia on line che off line”.

Il Denim Day è oramai il “marchio di fabbrica” di Break the Silence.

Punturieri aggiunge: “Break The Silence nasce on line e fa vedere quanto fondamentalmente l’on line può dare qualcosa di buono. Siamo, per ora, circa 40 persone sparse per tutta Italia con competenze diverse, c’è soprattutto la volontà di cambiare un sistema che più spesso mette la donna sempre in secondo piano. Siamo molto felici che per la prima volta a Genova ci sia il nostro Denim Day perché sensibilizzare a un tema del genere, che rischia spesso e volentieri di limitare le persone a denunciare per paura di essere considerate vittime una seconda volta, per noi è molto importante”.

Il flash mob nasce a seguito di una sentenza del 1998 che ha fatto scalpore, soprattutto all’estero: un istruttore di guida di 45 anni, dopo la sentenza di condanna per aver violentato la sua allieva, è stato assolto dalla Cassazione che ha stabilito che il fatto non sussiste perché i jeans della vittima erano troppo attillati e il rapporto non sarebbe stato possibile se non con il consenso della vittima.

Questa sentenza - raccontano ancora Sconzo e Punturieri - ha fatto scalpore sia in Italia, dove alcune parlamentari donne del tempo hanno manifestato, ma soprattutto ha fatto scalpore a livello internazionale, tanto che un’associazione californiana pochi anni dopo, ha fondato quella che è la giornata definita ‘Denim Day’, ossia giornata dei jeans a contrasto di quella che è la vittimizzazione secondaria”.

Chi vuole partecipare alla manifestazione può unirsi a noi per combattere la vittimizzazione secondaria, può portare un paio di jeans come simbolo politico e, se vuole, può donarli alla Comunità di Sant’Egidio.

Noi saremo qui non solo a parlare di vittimizzazione secondaria ma a dare voce, collegandoci al CAV per parlare di Genova e di come si può fare rete a Genova, anche grazie alle organizzazioni come il Centro Antiviolenza”.

A proposito di vittimizzazione secondaria, Chiara Panero, coordinatrice casa rifugio del Centro Per Non Subire Violenza, fa il punto: “La vittimizzazione secondaria è essere vittima due volte. Noi, come Centro per non Subire Violenza, in collegamento con la nostra associazione nazionale DIRE, Donne In Rete contro la Violenza, grazie alle avvocate presenti nel nostro centro, abbiamo fotografato la situazione attuale: vi è vittimizzazione secondaria quando in un tribunale non viene accettata la documentazione che comprova le violenze, siano fisiche, sessuali, psicologiche, economiche, stalking, equiparando di fatto la donna e l’autore della violenza. Vittimizzazione secondaria è quando viene condiviso con i servizi sociali l’affidamento di un minore e viene imposta una mediazione familiare che è vietata dalla Convenzione di Instanbul che vieta questo tipo di procedura quando vi è una violenza. 

Vi è vittimizzazione secondaria quando, in sede di denuncia, la donna non viene creduta e viene detto che la denuncia stessa è falsa. Qui la donna si sente vittimizzata per due volte e fa si che tante non chiedano aiuto, non si rivolgano a un centro antiviolenza e non intraprendano un percorso di fuoriuscita dalla violenza”.

Il nostro centro - prosegue Panero - da consulenze legali, civili e penali, consulenze psicologiche, percorsi di sostengo psicologico individuali e di gruppo, un laboratorio di teatroterapia e, nelle situazioni di pericolo, l’inserimento di case rifugio. Sappiamo benissimo quanto le donne soffrano anche della dipendenza economica e questo è un altro aspetto importante da sottolineare, perché la donna che non ha una propria indipendenza economica rimane nella relazione violenta. Anche qui, si parla di vittimizzazione secondaria quando si chiede come mai non si è andati via al primo schiaffo senza pensare che la situazione comporta a rimanere nella relazione perché non si sa a chi chiedere aiuto e come uscirne. Abbiamo anche uno sportello di orientamento del lavoro per ricerca e ricollocazione che affianca la donna già in fase di scrittura del curriculum. Ricordiamoci che l’autore di violenza vieta alla donna di lavorare per non farle raggiungere l’indipendenza economica”.

Per diventare volontari con Break the Silence è possibile scrivere una mail all’indirizzo breakthesilenceita@gmail.com per essere ricontattati.

Per diventare volontari con Per Non Subire Violenza è possibile scrivere all’indirizzo mail pernonsubireviolenza@gmail.com o telefonare al numero 0102461716.

Isabella Rizzitano

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