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Municipio Centro Est | 05 luglio 2023, 12:20

Stop alla derattizzazione chimica: nel centro storico il progetto pilota 'SfRatto'

I tecnici: "Genova città peggiore per la presenza di ratti. Ecco come ridurne la presenza". L'opposizione: "Problema in tutta la città"

Stop alla derattizzazione chimica: nel centro storico il progetto pilota 'SfRatto'

Stop alla derattizzazione chimica, il Comune sta sperimentando un nuovo approccio per ridurre il numero di ratti in città. A fine estate verranno presentati i risultati del progetto pilota 'SfRatto' durante il convegno europeo sulla gestione della fauna critica che si terrà a Firenze. 

Il progetto parte dal centro storico, che per il responsabile ufficio animali critici Giorgio Chiaranz, contribuisce a far sì che Genova sia una città che soffre naturalmente la presenza di ratti. “Genova è un bel banco di battaglia, forse a livello italiano siamo la città peggiore dal punto di vita urbanistico come caratteristiche che favoriscono la presenza dei ratti”, ha spiegato Chiaranz durante una commissione in consiglio comunale.

Alla conformazione urbanistica si aggiunge la presenza dei numerosi cantieri in città, che per via di scavi, movimentazione terreni, passaggio di macchinari pesanti e le conseguenti vibrazioni portano i roditori a uscire dal sottosuolo disperdendosi per le vie cittadine. A peggiorare le cose il covid, perché i ratti durante il lockdown non hanno più trovato cibo a sufficienza nei cassonetti, il risultato è stato quello di disperdere gli animali nelle zone limitrofe a quelle abitualmente frequentate.

Nel dettaglio sono cinque gli step su cui si basa il progetto 'SfRatto': la prima parte riguarda la mappatura del centro storico. “Abbiamo mappato la parte che si trova salendo da via San Lorenzo sulla destra e una parte che si trova alla sinistra”, spiega Chiaranz. La mappatura ha previsto l'individuazione di ogni elemento critico come vecchie caditoie e la presenza di ecopunti. 

In una zona pilota che si trova nel sestiere del Molo, nella zona compresa tra via San Giorgio, Canneto, San Bernardo e Giustiniani, il Comune ha ingaggiato una lotta 'foro a foro'. “Sono stati chiusi tutti i fori di uscita con il vetro cemento, perché il comune cemento veniva mangiato nel giro di tre ore. Abbiamo agito sull'habitat distruggendo le tane”, ha aggiunto il responsabile ufficio animali critici

Un altro step riguarda gli interventi strutturali sugli immobili abbandonati che il Comune ha portato avanti coinvolgendo i privati e gli amministratori. Un intervento che è già stato sperimentato nell'estate del 2021 è quello dell'installazione dei tombini 'basculanti': un sistema chiuso finché non arriva l'acqua, con un foro commisurato all'uscita del tombino. In questo modo il ratto riesce a entrare, ma non più a uscire. “La cartina al tornasole della riuscita dell'intervento sono i ringraziamenti di civ e commercianti della zona perché la presenza di ratti è notevolmente diminuita”, ha spiegato il tecnico.

La chiusura degli ecopunti con i badge e la diffusione di onde sismiche e ultrasuoni ha disincentivato i roditori a entrare alla ricerca di cibo. Le esche non spariscono ovviamente, ma la nuova normativa europea impone che non possano essere posizionate e lasciate per tre mesi; “ogni quindici giorni vanno controllate in maniera mirata, abbiamo coinvolto Amiu bonifiche, Aster, Comune e Rastrello che si è occupata della mappatura. Su segnalazione viene ancora effettuata la derattizzazione chimica, ma si tratta di una soluzione nel breve periodo, mentre il progetto Sfratto è la soluzione del futuro”.

Francesco Li Noce

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