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Municipio Centro Est | 11 ottobre 2023, 15:00

Ubriachi, tossicodipendenti e spacciatori in Darsena, e il locale resta chiuso per cena

Il Laboratorio del Pesce è aperto solo a pranzo 'per motivi di sicurezza': "La situazione è diventata invivibile, chiediamo più controlli per poter lavorare"

Ubriachi, tossicodipendenti e spacciatori in Darsena, e il locale resta chiuso per cena

In Darsena c'è un locale che vorrebbe aprire alla sera, ma non può per motivi di sicurezza, in quanto la zona è troppo pericolosa quando cala il sole. È la storia di Axel Filippato, che lavora al “Laboratorio del Pesce”, il chiosco della Cooperativa dei Pescatori Genovesi che prepara piatti col pescato del giorno proprio davanti alle imbarcazioni parcheggiate, a due passi dal Porto Antico, dal Galeone, dal Galata Museo del Mare e dalla Facoltà di Economia. Lavora qui insieme alla madre da tre anni, ma la zona è diventata invivibile negli ultimi mesi.

Il cartello appeso sulla porta recita: “Siamo spiacenti, ma al momento siamo impossibilitati ad aprire nelle ore serali per motivi di sicurezza. Nutriamo la speranza che le istituzioni aiutino a risolvere il problema”.  

Spiega Filippato: “Siamo aperti sia a pranzo che a cena, ma stiamo aprendo solo a pranzo perché la sera la gente non viene a mangiare, anche se c’è il passaggio. Sulla banchina qui davanti arrivano tanti stranieri e italiani, si siedono qui e iniziano a spacciare, a drogarsi, si picchiano, si ubriacano, ascoltano musica a tutto volume… tutto quello che non si dovrebbe fare. La gente che si ferma nonostante tutto ci chiede se siamo abituati così, e la risposta è no. Nell’ultimo anno è peggiorata tantissimo la situazione: in passato c’era molta meno gente e dava meno fastidio. Se cercate su Google Maps la nostra attività ci sono tre persone sdraiate davanti al locale nell’immagine della zona, non proprio una buona pubblicità”. 

Avete segnalato il problema? 

Chiamiamo la polizia, ma non viene sempre e spesso passano degli agenti, guardano e vanno via dritti… non sappiamo come fare. 

Era uscito anche un articolo su un quotidiano locale, per qualche giorno abbiamo visto arrivare più poliziotti, anche in borghese, poi più nulla. Chiediamo che la zona venga più controllata per poter lavorare”. 

Abbiamo montato anche dei faretti luminosi per illuminare a giorno il locale sperando che non si avvicini nessuno. Ci hanno anche fatto dei danni: hanno rotto un vetro, piante, sporcano qui intono, una volta ci hanno bloccato la serratura della porta. Non ci hanno mai fatto nulla direttamente, ma vedendo queste scene le persone non si fermano a cenare qui, non lo farei neanche io”. 

Lo sfogo di Filippato si conclude con una riflessione: “Abito a Quinto, e lì c’è sempre un presidio con una camionetta per tenere sotto controllo la situazione dei ragazzini. Sicuramente anche quello è un problema, ma mi chiedo se non sarebbe meglio dare priorità a questa situazione”. 

Chiara Orsetti

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