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Cultura | 19 dicembre 2023, 08:00

Librai per amore - Riccardo Botta, da esperto di comunicazione alle bancarelle (Video)

“Ho studiato Facebook e pian piano ne ho preso le distanze”. Esplorando le storie di chi, con passione e determinazione, trasforma queste attività in spazi di cultura e condivisione

Librai per amore - Riccardo Botta, da esperto di comunicazione alle bancarelle (Video)

Prosegue questo martedì, e andrà avanti per ogni settimana, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato ai librai che operano nelle varie bancarelle della città. Lo abbiamo chiamato ‘Librai per amore’ perché solamente una grande passione, oltre che un’enorme competenza, anima queste persone e le fa resistere con piacere per tante ore in strada, in qualsiasi condizione climatica. Vi racconteremo le loro storie, anche in concomitanza con la Fiera del Libro in Galleria Mazzini che ha preso il via il 1° dicembre.

Queste storie uniche rivelano la resilienza di chi dedica ore in strada per diffondere la cultura. Uno degli esempi più affascinanti è "Books in the Piazza", nato nel 2017 da Riccardo Botta, ex graphic designer che ha scelto la via della carta stampata e dell'editoria di qualità. Questa libreria, oltre a offrire libri di ogni genere, è uno spazio di condivisione e conoscenza, promuovendo convegni e incontri di professionisti che trasmettono l'importanza della lettura specializzata.

“Ho iniziato come commesso nelle bancarelle nel 2016 e oggi ho due banchi e una libreria in centro storico - ci racconta - Questa professione è stata un caso, arriva da una passione d’infanzia. Credo che la carta abbia un valore inestimabile, se protetta e curata arriva anche secoli dopo a testimoniare il passato e il presente che stiamo vivendo. Questo è il fascino che più mi ha interessato”.

Botta, passato da esperto di comunicazione a librario, ha abbracciato questa professione per la sua passione d'infanzia e l'apprezzamento della carta come testimone del passato e del presente.

“In realtà io arrivo da tutt’altro lavoro, lavoravo per il ‘nemico’, in grafica, pubblicità e comunicazione. Ho visto nascere Facebook all’interno di una grande azienda, l’ho studiato e lentamente ne ho preso le distanze. C’è questo fruire veloce, questa società liquida che corre, a questo si contrappone la carta che rimane, che ti dà una sensazione tattile, dove tutti i sensi vengono stimolati. Il libro permette anche di ristabilire quella comunicazione verbale che sembra essere un po’ perduta.”

Nonostante le sfide post-Covid, Botta sottolinea la necessità di ristabilire una comunicazione verbale e offrire un rifugio dalla mancanza di spazi di aggregazione.

“La prima cosa che ho notato dopo il covid è stata la reticenza ad avvicinarsi al banco, c’era quasi un timore nel toccare gli oggetti ma era una paura indotta da tante restrizioni, dal pericolo del contagio. Sicuramente il covid e il lockdown hanno trasformato le persone, vedo una mancanza di comunicazione, c’è un timore crescente dell’altro ma non credo sia solo legato alla pandemia ma a un periodo storico pieno di avvenimenti terribili. Un periodo che parte dall’11 settembre. Da lì si è passati da paura in paura e la gente quindi fa fatica a socializzare. Mancano poi gli spazi di aggregazione e il valore che ho dato alla mia libreria è proprio questo: ricreare uno spazio di condivisione e di incontro”.

"Books in the Piazza" si distingue anche per la creazione di uno spazio di incontro, ispirato all'agorà greca, che va oltre la semplice transazione commerciale. 

“L’ho chiamata così per rimandare alla piazza nel senso greco: uno spazio, un’agorà sì commerciale ma di conoscenza e di scambio del pensiero - aggiunge - Sicuramente i competitor sono molti, dai privati a tutte queste piattaforme che non sono controllate fiscalmente. Ci sono poi le grande aziende che dispongono di numeroso personale possono diversificare le loro entrate e utilizzare più canali per la vendita dei libri. La vendita nelle librerie e nei banchi è calata notevolmente, bisogna avere la possibilità di continuare a fare le piccole fiere oppure mettersi sul web”.

Marco Garibaldi

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