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Attualità | 31 gennaio 2024, 16:27

Caro carburante, troppi divieti e normative europee: così i pescherecci liguri si avviano verso la demolizione

Negli anni l'attività della pesca sta diventando sempre più economicamente insostenibile. Carpi, presidente dell'Associazione Pescatori di Santa Margherita Ligure: “L’Unione Europea fa di tutto per massacrarci"

Caro carburante, troppi divieti e normative europee: così i pescherecci liguri si avviano verso la demolizione

In Liguria l'impatto del caro gasolio e delle restrizioni imposte dalla Comunità Europea sulla pesca a strascico si fa sentire con l'avvio della demolizione dei pescherecci. A Santa Margherita Ligure, sei pescherecci hanno aderito al bando per la demolizione, rinunciando alla licenza di pesca e distruggendo le imbarcazioni. A Sestri Levante è partita la demolizione del "Corsaro", il più grande peschereccio a strascico della Liguria.

In totale si calcola che in Liguria circa una decina di barche potrebbero rientrare in queste demolizioni su un totale di circa 60 imbarcazioni. I pescatori lamentano gli effetti combinati del caro carburante, dei divieti di pesca nei weekend e dei limiti imposti dalle nuove normative europee, rendendo difficile guadagnare per sostenere la propria vita. 

Tanti i fattori di criticità sulla questione demolizioni: primo su tutti il criterio di scelta basato sull'età della barca e sulla potenza del motore.

“Se la barca ha più di quarant’anni ottime il massimo punteggio, se ha meno anni bisogna fare diversi calcoli - dice Benedetto Carpi, presidente dell'Associazione Pescatori di Santa Margherita Ligure - Ma, dall’altra parte, si premia chi ha più potenza di motore e le barche con stazza maggiore. Può succedere di trovare barche vecchie che però perdono punteggio perché si trovano davanti a loro una barca che è più grossa e ha più potenza. Ricordo che la maggior parte delle imbarcazioni hanno 50/60 anni.

Vado forse controcorrente: di sicuro si perdono professionalità, posti di lavoro, mancherà lavoro non solo per la pesca ma per tutto l’indotto (meccanici, elettricisti, negozio per la pesca) ma questa novità potremmo prenderla come un’opportunità perché le regole europee sono sempre più stringenti, non c’è ricambio, i giovani in questo lavoro sono delle mosche bianche. Questo mestiere, così come è strutturato, non va avanti, bisogna rivedere le regole”. 

Critico il commento sull'Unione Europea per le sue regole restrittive che hanno previsto l'aumento delle giornate di stop che nel 2023 sono arrivate a quota 55, compromettendo l'attività economica dei pescatori.

“L’Unione Europea fa di tutto per massacrarci: prima avevamo solo il fermo biologico di 45 giorni, poi è diventato facoltativo, poi è passato a 30 giorni infine si sono inserite giornate di stop aggiuntive a scelta - aggiunge Carpi - Queste giornate a scelta nel 2023 sono arrivate a quota 55: quindi 30 giorni di stop più le 55, tutte infrasettimanali, dove noi non possiamo uscire in mare. Quale attività può stare economicamente in piedi in questo modo?”.

Marco Garibaldi


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