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Meraviglie e leggende di Genova | 18 febbraio 2024, 08:00

Meraviglie e leggende di Genova - Villa Pallavicini a Pegli e il fantasma di Michele Canzio, che circola tra i giardini ancora oggi

Al celeberrimo scenografo vissuto nell’Ottocento si deve l’allestimento che richiama all’esoterismo. E pare che la sua presenza non se ne sia mai più andata…

Meraviglie e leggende di Genova - Villa Pallavicini a Pegli e il fantasma di Michele Canzio, che circola tra i giardini ancora oggi

“Ragazzi, lo vedete anche voi?”

“Si!”

“Ma è veramente quello che penso che sia? Se è uno scherzo di qualcuno, sappiate che è di pessimo gusto e non fa ridere; quindi, siete pregati di smetterla immediatamente”.

“Ma che scherzo, come potremmo fare una cosa del genere. Io credo di non avere più un muscolo del mio corpo che non stia tremando dalla paura”.

“Io mi avvicino!”

“Cosa fai tu? Ma stai scherzando? Potrebbe essere molto pericoloso”.

Davanti a loro, sospesa in aria coi piedi scalzi a sfiorare l’erba, una figura eterea, fasciata in una camicia da notte, continua a fissare l’orizzonte, come se non vedesse il gruppetto. Ha lunghi capelli neri e sembra muovere le labbra, quasi fosse impegnata in una conversazione con qualcuno che si trova davanti a lei ma non si vede. Poi, il nulla.

Il dialogo è frutto di fantasia ma prende le mosse da un fatto realmente accaduto all’interno dei giardini di Villa Durazzo Pallavicini qualche anno fa, quando un gruppo di amici intento a fare una passeggiata nel parco si è trovato davanti l’entità di una ragazza e diventando testimone di un’apparizione paranormale. Di questa giovane, però, nessuno sa nulla.

Diversa invece è la storia del fantasma ‘titolare’ della Villa voluta da Ignazio Alessandro Pallavicini, nipote della marchesa Clelia Durazzo

Fatta costruire tra il 1840 e il 1846, la villa è circondata uno splendido giardino ottocentesco all’inglese e oggi ospita il Museo Archeologico Ligure.

Gli spazi verdi della villa, da sempre, hanno attirato la curiosità di molti lasciando i visitatori a bocca aperta. Merito dell’allestimento di Michele Canzio, in quegli anni scenografo del Teatro Carlo Felice.

Otto ettari di collina sono l’ambiente su cui si sviluppa un racconto teatrale capace di affascinare e, al contempo, indurre a riflessioni profonde l’osservatore.

Una dimora storica che, secondo alcuni, sarebbe stata scelta proprio dallo spirito di Canzio che, in vita, si prodigò per la riuscita del progetto al punto da ‘dare l’anima’ per lo stesso.

Canzio morì nel 1868 e proprio da quella primavera, nel parco sarebbero state notate apparizioni di un’entità non meglio definita vagare nei viali del parco.

Per tanti, dunque, il fantasma sarebbe proprio quello dello scenografo che, a intervalli regolari, si mostra prediligendo le domeniche di primavera.

Tutti coloro che lavorano nella villa sono a conoscenza della storia e in tanti giurano di averla avvertita, c’è anche chi avrebbe visto il fantasma in una delle sue improvvise apparizioni per scherzare con i giardinieri, mantenendo il carattere che in vita lo aveva definito come un uomo burlone.

La villa e i suoi fantasmi hanno attirato l’attenzione di alcuni indagatori dell’occulto che avrebbero già effettuato alcuni sopralluoghi scoprendo la presenza di entità paranormali ma i risultati appaiono ancora poco chiari, come gli spiriti che sembra abitino il parco.

Isabella Rizzitano

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