"La sfida più impegnativa, qui come altrove, è mantenere sempre alta la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e in particolare nei confronti della polizia di Stato". Si presenta così il nuovo questore della provincia di Genova, Silvia Burdese, che questa mattina si è insediata ufficialmente negli uffici di via Diaz, che guiderà a partire da oggi.
Originaria di Cuneo, Dirigente Generale della Polizia di Stato, Burdese è la prima donna alla guida della questura di Genova, anche se con già alle spalle il coordinamento delle questure della Spezia e di Modena.
Sotto la Lanterna eredita il ruolo da Orazio D'Anna, per due anni e mezzo questore del capoluogo ligure. Dalla gestione dell'ordine pubblico alla conoscenza del territorio e delle sue istanze in materia di sicurezza, il neo questore ha fatto il punto sugli obiettivi principali tra i quali l'attenzione alla prevenzione più che alla repressione, raccontando il lavoro già svolto in altre città d'Italia e che porterà con sé anche nella sua esperienza genovese, prima di tutto quello legato ai fenomeni di bullismo e alla criminalità minorile, e poi il presidio dei centri nevralgici della città, in questo caso centro storico e porto.
"Sono onorata di questo incarico - ha spiegato parlando con i cronisti - che ritengo delicato e complesso e quindi mi accosto con umiltà alle dinamiche e ai tanti scenari che abbiamo davanti. Cercherò di integrarmi più rapidamente possibile per capire quali sono le priorità sui cui concentrare gli sforzi".
"L'attività del mio predecessore mi ha aiutato a capire la delicatezza di alcuni luoghi a partire dai caruggi del centro storico - racconta Burdese - alcuni municipi che hanno particolare sofferenza, e alcune tematiche di degrado urbano su cui si sta già intervenendo. Ci poniamo in modalità di ascolto per capire quali sono le istanze di sicurezza che ci rappresentano i cittadini e dare di volta in volta le risposte adeguate".
"Questore" o "Questora"? "L'attenzione è al ruolo", risponde Burdese che presentandosi alla città parla poi di giovani, studenti e di piazza, con le prime manifestazioni da gestire già dalla prossima settimana, un rapporto che in tutta Italia ha i fari puntati dopo gli ultimi fatti di Pisa e Firenze e che arriva per primo nelle parole del neo-questore genovese.
"Le manifestazioni - sottolinea - cercheremo di organizzarle partendo dalla buona comunicazione con i promotori che è un dato essenziale, capire cosa intendono fare i manifestanti, definire modalità luoghi e tempi per bilanciare la visibilità della protesta che è un obiettivo comune con una cornice di sicurezza che consenta alle altre categorie di mantenere il suo equilibrio. Ritengo che affronteremo questi eventi con la dovuta serenità nel rispetto delle regole e approfondendo in tutti i modi la prevenzione, l'ascolto, il dialogo per trovare un punto di equilibrio".
Sul tema della percezione di sicurezza da parte dei cittadini e del lavoro di presidio del territorio, Burdese conclude: "E' un impegno sfidante. Le dinamiche criminose spesso migrano, evolvono, e anche i nostri dispositivi devono essere in grado di prevenire e dove non si può prevenire intervenire".
"Io apprezzo il cittadino che fa la denuncia, che non si rassegna all'illegalità - conclude - apprezzo l'esposto e la comunicazione. Sono tutti elementi che ci consentono di conoscere a pieno il sentire, diverso da territorio e territorio, e ci aiutano ad essere più vicini alle persone. Mantenere alta l'asticella della fiducia, quindi. Il mio obiettivo è fare una full immersion nelle varie realtà, muovermi in una città che conosco come turista e ora devo conoscere sotto molti altri aspetti di non poca complessità".