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Attualità | 16 marzo 2024, 08:00

L’esperto di Aster: “A Genova ci sono almeno duecento alberi a rischio caduta. Dobbiamo toglierli velocemente”

Dopo il crollo del pino in viale Thaon di Revel, ennesimo episodio, Giorgio Costa, responsabile della Divisione Verde di Aster, illustra il lavoro che viene fatto per la piantumazione e il taglio degli alberi in città

L’esperto di Aster: “A Genova ci sono almeno duecento alberi a rischio caduta. Dobbiamo toglierli velocemente”

La preservazione degli alberi nelle città rappresenta una sfida sempre più importante per le autorità locali, specialmente in contesti urbani densamente popolati come Genova. 

Con una crescente consapevolezza sulla fragilità degli alberi anziani e l'importanza di mantenere un ambiente urbano verde e salutare, abbiamo fatto il punto sul verde cittadino con Giorgio Costa, responsabile divisione verde di Aster.

La recente caduta del pino secolare in viale Thaon di Revel, di fronte alla stazione Brignole, ha riaperto la discussione sulla prevenzione del verde in città.

“Il tema degli alberi in città e della loro fragilità è grave nel senso che abbiamo una grande quantità di alberi vecchi che hanno subito tantissimi danni nel tempo - dice Giorgio Costa - In passato in viale Thaon di Ravel sono stati fatti numerosi scavi quindi i pini, che hanno radici molto sensibili, ne hanno risentito. Gli eventi causati da cedimenti radicali è quasi impossibile diagnosticarli”. 

Avete un cronoprogramma sulla potatura degli alberi?

“Diversamente da quanto si pensi: tanto più si vanno a potare gli alberi, tanto più li indebolisco. Quella di dover potare gli alberi è una vecchia convinzione superata ormai. Indebolendoli, gli alberi risultano ancor più attaccabili dai parassiti. Abbiamo parassiti come il punteruolo ma i peggiori sono i parassiti radicali che proliferano perché, potando gli alberi, non li metto in condizione di difendersi. Dunque non esiste una manutenzione che tende a prevenire gli schianti. L’unico modo è non scavare nei pressi delle radici e questo, in una situazione cittadina, è quasi impossibile purtroppo. Bisogna accettare che nelle strade dove avvengono continuamente scavi (pensiamo alla fibra o a cavi elettrici per esempio) si possano sostituire gli alberi che non ce la fanno più. L’albero giovane riesce a radicare in condizioni estreme e riesce ad affermarsi anche se nel sottosuolo la situazione è caotica”.

 

Quando parliamo di verde urbano di che numeri parliamo e quanti sono gli alberi che vengono rimossi perché pericolosi durante l’anno? 

"Noi gestiamo 49 mila alberi in zone urbane, su questa cifra noi effettuiamo all’anno circa 2 mila controlli strumentali e approfonditi. Prima ancora effettuiamo uno screening iniziale, valutiamo il rischio in base a dove vediamo alberi problematici e zone ad alta frequentazione. Dopo questa prima scrematura partono poi i controlli più approfonditi. Da 2 mila controlli all’anno abbiamo circa 200 piante da levare urgentemente. La valutazione di stabilità degli alberi ovviamente non è un processo certo e sicuro. Ci sono però dei parametri, definiti a livello nazionale, che fanno ricadere quei 200 alberi nell’alto rischio e nell’alta probabilità di cadere”. 

Una volta tolti quelli pericolanti quali sono i tempi per piantare nuovi alberi?

“Quelli che spiegavo prima sono controlli fatti da specialisti che ciclicamente ritornano sul posto perché spesso capita di trovare alberi che per ora vanno bene ma sappiamo già che nel giro di uno o due anni bisognerà intervenire. Così quando il viale alberato inizia ad avere numerosi problemi perché deve essere sottoposto a numerosi e sempre più frequenti controlli, sarebbe opportuno togliere tutte le piante e reimpiantare. Questo è successo in tantissime vie della città con numerose proteste: dal tratto di corso Firenze a via Martiri della Libertà a Pegli ma anche un pezzo di via Bertani, viale Canepa a Sestri Ponente. In queste condizioni la pianta reimpiantata cresce benissimo e nel giro di cinque o sei anni si vede già un risultato notevole. Allo stesso modo quando cade un albero, se andiamo a reimpiantare un nuovo albero, quest’ultimo, sottomesso dalle piante più grosse, non cresce. Quindi spesso ci troviamo dei ‘bonsai’. Nel caso specifico di viale Thaon di Ravel abbiamo una situazione dinamica perché lì presto inizieranno i lavori degli assi di forza e, probabilmente, bisognerà togliere un altro albero quindi andare a ripiantare non ha molto senso. L’ideale sarebbe levare tutti gli alberi e metterli più verso l’interno e allontanarli dalla strada ma non so se e quando riusciremo a farlo”.

Quanti sono gli alberi piantati ogni anno? 

“Abbiamo detto che leviamo circa 200 alberi all’anno per motivi di stabilità ma ne reimpiantiamo minimo altri 200/250 all’anno. I tempi dei reimpianti vanno solitamente da novembre fino a marzo. In questi mesi è consigliabile fare i reimpianti perché non si espone la pianta al caldo eccessivo e ha tutto il tempo per attecchire senza andare in sofferenza”. 

Da qui ai prossimi anni sono in programma numerosi progetti con nuovi parchi su tutto il territorio comunale. Come vi coordinate col Comune per capire cosa e dove piantare nuovi alberi e a che punto siamo con le diverse progettazioni di verde in città?

“Ci sono diverse fasi in atto: una più esecutiva dove partecipiamo con i progettisti indicando le esigenze manutentive, come per esempio la possibilità di avvicinarsi con un mezzo in caso di necessaria potatura o la necessità di impianti di irrigazione. Questa fase esecutiva è già stata fatta per piazzale Kennedy. Resta per ora un punto interrogativo il verde che verrà nel Waterfront, poi c’è ancora da lavorare sul parco della Lanterna. Stiamo invece già eseguendo gli interventi su Lungomare Canepa a Sampierdarena che poi confluirà nel progetto del parco della Lanterna”.

Può darci un dato su quanto aumenterà effettivamente il verde in città? 

“Attualmente parliamo di 4 milioni di metri quadri di verde nel Comune di Genova. All’interno di questo dato ci sono anche zono poco fruibili, zone di verde montano, marginali, poco frequentate e frequentabili. Il concetto è che nei prossimi anni andremo ad aumentare l’area verde fruibile quindi a livello urbano queste nuove aree verdi influiranno molto in positivo. L’incremento del verde utilizzabile e attrezzato aumenterà in maniera significativa. Calcoliamo che su 4 milioni di metri quadri solo 2 milioni siano effettivamente di verde accessibile. A questi 2 milioni di metri quadri si aggiungerà un buon 20% in più nei prossimi anni”.

Marco Garibaldi

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