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Attualità | 23 aprile 2024, 07:00

Christian Olcese, un genovese al suo primo film: "Così porto la poesia in video, per trasmetterla al grande pubblico"

Girato tra Genova e Alessandria, 'La ragazza delle gardenie' è a tutti gli effetti è il primo lungometraggio del regista: “È importante educare con forme speranzose”

Christian Olcese, un genovese al suo primo film: "Così porto la poesia in video, per trasmetterla al grande pubblico"

Tramutare le parole delle poesie e la bellezza dell’attesa in immagini il cui linguaggio universale è capace di lasciare tracce profonde in chi guarda.

Christian Olcese, regista genovese classe 1995, nelle sue opere ha abituato il pubblico a una educata attenzione e una ricercatezza uniche, che lo rendono una promessa come regista e una splendida conferma come poeta.

“Sono nato poeta - racconta - ho fatto due libri che sono piaciuti molto alla critica. Uno si chiama ‘Venticinque', l’altro l’Età della Resa’. Con questo libro ho vinto il premio ‘Il canto di Dafne’, un importante riconoscimento nell’ambito. Da qui, ho iniziato a fare cinema. Ho incominciato con un cortometraggio dedicato a Fabrizio De André con Francesco Patanè e Maurizio Lastrico, dal titolo ‘Lettera a Faber’. Questo cortometraggio è piaciuto al punto da partecipare a trentacinque festival cinematografici e non solo: è andato in Rai, è stato trasmesso allo stadio prima delle partite del Genoa, è arrivato su Rai Radio3”.

I riconoscimenti sin dagli esordi indicano da soli quanta meticolosità ci sia nei lavori di Christian, sia in campo letterario, sia in campo cinematografico a cui si affianca anche un impegno sociale: “Ho fatto un cortometraggio sul cyberbullismo, ‘Il volto nascosto del cyberbullismo’, con Giovanni Storti del trio Aldo Giovanni e Giacomo, e calciatori come Fabio Quagliarella e altri protagonisti della serie A”.

Ma in questi giorni Olcese è impegnato nella realizzazione di quello che, a tutti gli effetti, è il suo primo film, dal titolo ‘La ragazza delle gardenie’ girato tra Genova e Alessandria: “È un cortometraggio narrativo che racconta una storia drammatica romantica con Marta Gastini, attrice bravissima, e Francesco Patanè con cui ho un sodalizio che va veramente avanti da anni. Siamo una cosa unica. Lui capisce me e io capisco lui. È una cosa strana, ci portiamo veramente in alto a vicenda. Lui ama quello che faccio, io amo quello che fa lui. Lavorare con Francesco è facilissimo, poi è un fenomeno”.

Il regista ha le idee chiare sullo stile cinematografico che vuole portare avanti, linee guida che ha maturato osservando la realtà che lo circonda e facendo una riflessione sulle proposte del grande schermo e delle piattaforme di streaming: “Viviamo in un mondo un pochino strano, particolare, dove non c’è più posto per l’arte poetica in generale. Da poeta quale sono, volevo far sì che la mia poesia potesse arrivare ai tanti, al grande pubblico. Il mezzo video è quello più facile, credo nel cinema che ti dà un messaggio. C’è molto cinema violento, di sangue, di scontri; cerco di fare un tipo di cinema molto più ispirato, poetico, che possa lasciare qualcosa, che possa educare qualcuno. Il tramutare la mera poesia scritta in poesia video è proprio questo, l’esigenza di far arrivare ai tanti il messaggio poetico e il sentimento che ci sta dietro.

Ora con il cinema si calca la mano, si sta sugli stessi parametri, bisogna dare uno scontro al pubblico. Invece trovo che sia importante educare con forme speranzose, poetiche”.

Per Christian il cinema può essere d’aiuto anche alle giovani generazioni: “Il cinema può essere molto ‘respirato’, mi piace che ci sia attesa e credo che questo sia utile anche ai più giovani che così trovano riferimenti vari”.

A proposito della trama del suo ultimo lavoro dietro alla macchina da presa, il regista e poeta non si sbilancia: “Altrimenti i produttori mi fanno un mazzo clamoroso - scherza prima di proseguire - La storia gravita su due piani temporali diversi. Incomincia con questo ministro di Roma, imbottigliato nella sua vita frenetica, che deve tornare a casa sua in Piemonte, per via dell’eredità lasciata da una vecchia zia poetessa vissuta nel Novecento. Deve tornare a casa e scegliere se vendere la casa della parente o meno. Qui trova il diario della zia e rivive una storia ferma nel tempo tra la stessa poetessa e un contadino. Il contadino si divide le fatiche della terra con altri due che, in qualche modo, cercano di affossarlo. Tra loro tre si crea questa scommessa per cui lui è costretto a scrivere una poesia e farla avere a una poetessa. Sarà lei a decidere le sorti del ragazzo: se la poesia sarà elogiata, potrà avere delle pause dal lavoro, in caso contrario, sarà lui a dover lavorare anche per gli altri due. Ma non mi sbilancio oltre”.

Le riprese, iniziate lo scorso 9 aprile, stanno procedendo tra Palazzo Tursi e la villa la Castagnola a Cassano Spinola, in provincia di Alessandria, una splendida costruzione del Diciottesimo secolo capace di evocare le atmosfere del secolo scorso.

Una scelta non scontata che ha richiesto anche un’importante ricerca storica: “Ho scritto la sceneggiatura con Giovanni Robbiano, un bravissimo sceneggiatore di Genova. Ci tenevo fosse proprio simile, reale, all’epoca storica corrente. Questo ha significato una ricerca linguistica dei testi scritti. Per quanto riguarda il Novecento, ho fatto un grandissimo lavoro con il mio reparto scenografia e con i costumi. In questo film, entrambi gli aspetti sono molto importanti, Sono stato veramente aiutato da due stupendi reparti che mi hanno supportato in tutto, nella ricerca degli oggetti e dei vari costumi. Virginia Barone, una bravissima costumista, e Andrea Parodi, lo scenografo del cortometraggio, hanno fatto un lavoro clamoroso affiancandosi agli attori e permettendogli di calarsi meglio nella parte”.

Il 1° maggio saranno girate le ultime due scene che prevedono una figurazione speciale su cui Christian non si sbilancia se non facendo sapere che si tratta di ‘un nome grosso del cinema italiano’. 

Terminate le riprese, si passerà alla fase di montaggio e, secondo la tabella di marcia, la pellicola dovrebbe essere distribuita a fine giugno ma certo questo non sta tenendo fermo Olcese che sta già pensando ai progetti futuri: “Sto terminando un documentario sul mare realizzato in collaborazione con il Comune di Genova in cui si parla del serio problema delle plastiche in mare. Ma non mancherà poi il primo spettacolo teatrale sulla violenza di genere e su cyberbullismo”.

Isabella Rizzitano

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