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Attualità | 11 ottobre 2024, 16:07

Lorenzo Tosa, il giornalista più social d'Italia: “C’è stata una rivoluzione, ma serve responsabilità"

Una riflessione sul futuro dell’informazione e sull’importanza di un giornalismo trasparente e accessibile a tutti sarà il cuore dell’incontro di questo pomeriggio a Villa Bombrini

Lorenzo Tosa, il giornalista più social d'Italia: “C’è stata una rivoluzione, ma serve responsabilità"

Il futuro del giornalismo si sta legando in maniera sempre più indissolubile ai social.

In sintesi si potrebbe riassumere così uno dei punti cardine che costituisce l’impegno di Lorenzo Tosa, giornalista e influencer politico che questo pomeriggio sarà protagonista di uno speciale appuntamento di Bartech dedicata proprio al futuro dell’informazione che si svolgerà alle 18,30 a Villa Bombrini.

Parlando dei focus che esaminerà nel corso dell’incontro a cui parteciperanno anche Carla Leveratto, Head of Creative works di Google Italia, Riccardo Haupt, Coo  Will Media & Chora Media e Tobia Lorenzani, founder Mr. Deestil, Tosa ha ripercorso una parte importante della sua carriera, costruita proprio via social, ribaltando il punto di vista e offrendo una prospettiva unica e approfondita che oggi si tramuta in un occhio clinico e critico dell’evoluzione del settore dell’informazione.

"Siamo passati da un'epoca in cui le notizie erano filtrate da un numero ristretto di fonti a un'epoca in cui chiunque può essere un editore - spiega - Questa democratizzazione dell'informazione ha indubbiamente dei vantaggi, ma porta con sé anche delle sfide significative".

Una delle sfide principali è rappresentata dalla proliferazione di fake news e disinformazione. "Il rischio è che i cittadini si perdano in un mare di notizie false e non siano più in grado di distinguere il vero dal falso", ha sottolineato Tosa. "È per questo che il ruolo del giornalista è più importante che mai".

Secondo l'influencer, il giornalista del futuro dovrà essere in grado di rendere comprensibili i temi complessi raggiungendo così un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo, senza tuttavia rendere banali i concetti. 

Un ruolo fondamentale è anche quello dell’accuratezza delle fonti, arma fondamentale per il contrasto alla diffusione di notizie false, ‘combattute’ nel loro campo, ossia quei social media che, se bene utilizzati, rappresentano un canale privilegiato per raggiungere lettori e lettrici e per rispondere anche alle loro domande.

A proposito, Tosa sottolinea: ”Il giornalista ha la responsabilità di informare i cittadini e di contribuire alla formazione di un'opinione pubblica consapevole”.

Così, dall’esperienza personale e dall’avvicinamento ai social ‘inizialmente detestati’, Lorenzo Tosa si è trovato a costruire una community attorno ai temi politici: “Ho iniziato a scrivere di politica sui social media perché sentivo la necessità di esprimere il mio punto di vista su temi che mi stavano a cuore. Non avevo alcuna ambizione di diventare famoso, ma semplicemente di creare un dibattito costruttivo”.

Mi sono reso conto, soprattutto a partire dal 2019 quando ho cominciato a fare questo nuovo strano mestiere - prosegue - che c’era una lacuna. Siamo in un periodo storico in cui siamo subissati di notizie e abbiamo una quantità di informazioni esagerata in cui si denota una carenza di figure che sono in grado di leggere le notizie e restituire a un pubblico che non necessariamente ha gli strumenti per orientarsi in questo mondo sempre più complesso con cui spesso i giornalisti fanno fatica a fare da tramite”.

Tosa ha sottolineato l'importanza di un approccio umano alla comunicazione politica: "I social media ci permettono di creare un rapporto diretto con i nostri follower, di rispondere alle loro domande e di ascoltare le loro opinioni. Questo è fondamentale per costruire una comunità e per far sentire le persone partecipi del dibattito pubblico”.

Il futuro del giornalismo è dunque sui social?

Il presente sicuramente sì. È sotto gli occhi ogni giorno come le grandi testate, i giornali sono sempre più presenti sui social piegandosi a quel tipo di linguaggio. Spesso ci sono reel o pillole di dieci righe che condensano tutta l’informazione che, nel novanta percento dei casi, anche se non si ammette, è l’unica informazione a cui i lettori hanno accesso perché gli abbonati sono sempre meno e perché sempre più giornali vengono letti gratis sui social. È inevitabile dunque che il giornalismo e l’opinione pubblica si formino sui social. Da un lato è un bene perché anche chi viene dal basso, come me, ha la possibilità di arrivare a un numero di persone oggi raggiunto da pochi. Dall’altro è un problema perché abbiamo una responsabilità nell’uso e tanti di questa responsabilità sembrano fregarsene e penso a chi diffonde teorie completissime, novax e altro. Come sempre, la verità sta nel mezzo ma il giornalismo di certo non è morto, anzi forse è ancora più complesso di una volta”.

Un’occasione importante dunque per riflettere e discutere di una professione caratterizzata oggi più che mai da profondi cambiamenti tecnologici e sociali dove però non devono mai venire meno verità, imparzialità e responsabilità.


 

Isabella Rizzitano

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