Continua a regnare l’incertezza sul futuro dei ventidue lavoratori del Moody, lo storico locale di Genova chiuso dopo un incendio lo scorso 11 settembre.
Dopo le proroghe per evitare i trasferimenti proposti dalla società ‘Romeo & Giulietta’ che avrebbero portato i dipendenti a raggiungere le sedi di Arzachena (Sassari), Padova o Ferrara, impugnati dai sindacati, la situazione appare complessa.
Nel pomeriggio si è svolto un incontro a Palazzo Tursi a cui hanno preso parte l’assessore al Lavoro e Sviluppo Economico del Comune di Genova Mario Mascia, Maurizio Fiore della Filcams Cgil, Silvia Avanzino della Fisascat Cisl, Fabio Servidei di Uiltucs e l’amministratore giudiziario della società, raggiunto telefonicamente, con l’obiettivo di trovare una soluzione che possa garantire la continuità occupazionale ma il tempo stringe e le lavoratrici vogliono certezze per il proprio futuro.
L’obiettivo è ora chiaro: ottenere dal GUP, il Giudice per l’Udienza Preliminare, l’autorizzazione alla stipula di un contratto per garantire la continuità occupazionale.
La richiesta dovrà essere formalizzata entro il 28 febbraio e potrebbe riguardare sia il soggetto che ha già manifestato interesse tramite PEC, sia eventuali nuovi candidati.
“Abbiamo tutti lo stesso interesse: garantire il futuro lavorativo di questi dipendenti e tutelare il patrimonio occupazionale dell’azienda” ha dichiarato l’assessore Mascia ai cronisti al termine dell’incontro.
“Tutti insieme - ha proseguito l’assessore - chiediamo all’amministratore giudiziario che venga formalizzata al più presto, o al massimo entro il 28 febbraio, una richiesta per ottenere l’autorizzazione al contratto meglio visto. Riteniamo che le modalità del contratto e anche la stipula possano essere fatte nelle modalità meglio visto ma riteniamo che sia importante che la richiesta di autorizzazione venga perfezionata in modo tale da consentire che qualsiasi contratto, quassia contraente venga scelto, garantisca la continuità occupazionale. Questo interesse lo abbiamo come Comune, visto che riguarda la comunità, e lo hanno ovviamente i rappresentanti dei lavori e le organizzazioni sindacali”.
Mascia ha poi ribadito: “Abbiamo ottenuto due proroghe dal 15 novembre, abbiamo ottenuto di farci parte attiva per mettere in contatto soggetti potenzialmente interessati con l’amministrazione giudiziaria. Ora ci aspettiamo di fare un ulteriore passo per far si che qualunque sia l’esito dell’udienza, sia la confisca, la restituzione al proprietario formale, di salvaguardare la continuità occupazionale”.
L’incertezza sul futuro pesa ancora come sottolinea Maurizio Fiore di Filcams CGIL: “Siamo riusciti a fare chiarezza e oggi siamo un po’ più tranquilli, ma resta fondamentale sbloccare la situazione nel più breve tempo possibile”.
“I lavoratori - ha continuato Fiore - sono ancora nella condizione di poter dire di essere attivi e lo saranno a tutti gli effetti fino a che non ci sarà una risposta precisa”.
L’attenzione è anche alla questione retributiva visto che l’azienda ha finora garantito gli stipendi, ma la situazione potrebbe cambiare nelle prossime settimane e sarà cruciale capire chi dovrà farsi carico degli stipendi in attesa della firma del nuovo contratto.
A oggi, l’imprenditore Valter Pinna ha avanzato una manifestazione di interesse ma la situazione rimane ancora poco delineata. Cruciale sarà l’udienza del 28 febbraio per capire quale sarà il destino del Moody e dei suoi lavoratori. Per quella data, l’auspico è quello di avere un quadro più chiaro che possa mettere sul piatto la possibilità di firmare un contratto che garantisca a lavoratori e lavoratrici un futuro.