La sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato il risarcimento per i cittadini savonesi che risiedono vicini all’autostrada senza barriere antirumore è pronta a fare scuola. Il tema esce dai confini della provincia di Savona e arriva in Comune a Genova con l’interrogazione presentata da Cristina Lodi (Gruppo Misto - Azione) per chiedere anche all’amministrazione del capoluogo quali siano stati gli interventi a favore dei cittadini che da anni fanno i conti con i rumori provenienti dall’autostrada nei tratti sprovvisti di barriere. Tema caldo in una città che vede alcuni quartieri a stretto contatto con l’autostrada, con ovvie conseguenze sulla qualità della vita.
“Sono anni che centinaia di famiglie sono soggette a rumore - ha detto Lodi in aula - Arpal ha consegnato più di quaranta relazioni che testimoniano che le persone che vivono in quegli alloggi sono soggette a un’emissione acustica pazzesca che può creare danno. Il Comune deve intervenire”.
Le iniziative in merito da parte del Comune sono state spiegate dall’assessore Lorenza Rosso: “Il Comune di Genova già nel 2023 si è costituito parte civile, e il Gup ha ammesso la costituzione nel marzo 2024, nel processo penale cosiddetto ‘Morandi-Bis’, nel quale si contesta agli imputati di non aver provveduto al risanamento acustico della rete viaria autostradale riguardo alle barriere integrate fonoassorbenti, non correttamente progettate e costruite e, pertanto, inidonee e pericolose”.
“Nella veste di persona danneggiata e nel suo diritto alla tutela della propria immagine, reputazione e identità culturale e politica - ha proseguito Rosso - il Comune ha richiesto il risarcimento di tutti i danni subiti quale danno patrimoniale e morale subito dall’intera cittadinanza che l’Ente comunale rappresenta. E quale danno all’immagine, solo per questa il Comune di Genova ha presentato una richiesta risarcitoria quantificata in 23 milioni e 520mila euro. Per quanto consentito dal diritto penale, il Comune ha manifestato mediante tale costituzione di parte civile non solo la propria volontà giuridicamente espressa a veder riconosciuta la lesione degli interessi della cittadinanza genovese, ma anche il proprio intendimento politico a dar voce a tutti coloro che, in diversi modi, hanno subito l’effetto delle condotte riprovevoli degli imputati”.
“Quanto all’ordinanza della Cassazione, essa ha riconosciuto solo il diritto al risarcimento dei danni correlati alla problematica delle barriere fonoassorbenti a favore soltanto di alcuni soggetti che avevano agito in sede giudiziale per ottenere personalmente tale risarcimento - ha concluso Rosso - nessun ente pubblico, infatti, è stato parte di questo giudizio e l’azione giudiziaria non può essere posta in essere dal Comune che, in base a quanto prevede l’ordinamento, è legittimato a far valere solo i diritti della comunità che rappresenta quale ente territoriale e non quelli dei singoli danneggiati. La nostra azione è già stata espletata nel procedimento penale con la costituzione in parte civile”.