‘La musica che ci gira intorno’ è il format de ‘La Voce di Genova’dedicato alla scoperta e alla valorizzazione della scena musicale ligure, con un focus su artisti locali, eventi, nuovi talenti e le tradizioni sonore della nostra regione. Ogni settimana la musica sarà protagonista, in ogni sua forma e da ogni punto di vista. Qui troverai interviste agli artisti, le nuove uscite discografiche, gli appuntamenti per vedere concerti ed esibizioni live e spazio a chi, con la musica, ci lavora: dai produttori ai fonici, dai musicisti ai gestori di locali, teatri e spazi dove è possibile far sentire la propria voce.
La musica, come l’arte in ogni sua forma, non ha colore, sesso o età: a parlare sono le emozioni che trasmette, le sensazioni che evoca, le vibrazioni che fa risuonare dentro chi ascolta. Talvolta, però, diventa necessario dare spazio e visibilità a una parte che, per motivi variegati e non sempre chiari, sembra partire svantaggiata: la musica d’autrice. In questo contesto e con questo obiettivo, nel 2011 nasce il Lilith Festival, grazie all’intuizione di Cristina Nicoletta, Sabrina Napoleone e Valentina Amandolese, cantautrici genovesi e appassionate musiciste.
L’idea di creare un festival dedicato alle donne è maturata dopo una serie di eventi organizzati a La Claque già nel 2009, quando le fondatrici hanno iniziato a rendersi conto di quanto fosse difficile per le musiciste emergere nella scena locale: “Abbiamo iniziato a conoscerci tra di noi, a condividere i palchi, e ci siamo rese conto che eravamo molte di più di quanto immaginassimo”, raccontano Nicoletta e Napoleone. Da questa presa di coscienza è nata l’esigenza di creare uno spazio che desse visibilità e opportunità alle artiste, prima con delle rassegne locali e poi con un vero e proprio festival che ha presto assunto una dimensione nazionale.
Il Lilith Festival ha mantenuto sempre un'identità precisa: “Nel nostro piccolo tentiamo un po' di colmare quello che è un gap di genere che ancora esiste, ma è importante dire che non ci è mai interessato creare una 'riserva' per le donne, ma un’occasione per dare spazio a cantautrici, autrici e professioniste del settore musicale, incluse tecniche del suono e produttrici, ruoli ancora oggi poco occupati da donne. Vogliamo far vedere anche alle nuove generazioni che ci sono delle cantautrici, delle musiciste che spesso, tra l'altro, seguono il progetto creativo dall'inizio alla fine. Per le giovani e giovanissime è importante comprendere che è possibile intraprendere una carriera nel mondo musicale, senza essere delle rivoluzionarie”.
Il panorama musicale femminile è cambiato nel corso di questi quattordici anni di festival? Secondo Napoleone e Nicoletta, qualcosa si è mosso: “Sì, qualcosa è cambiato in meglio, ma non abbastanza. Ad esempio, oggi c'è una maggiore consapevolezza tra le ragazze e molte più di loro provano a fare musica rispetto al passato. Tuttavia gli spazi disponibili restano pochi, quindi su questo fronte non ci sono stati grandi miglioramenti: sono nati altri spazi simili al nostro, il che è positivo perché non abbiamo mai voluto l'esclusiva, anzi, l'intento era proprio stimolare la creazione di più luoghi di questo tipo. Nonostante ciò, la presenza femminile nei festival non è ancora una normalità. Molti cartelloni continuano ad avere poche donne, a meno che non si tratti di festival specificamente dedicati alla musica femminile o di eventi che si pongono il problema della rappresentanza. Sono soprattutto i grandi eventi, come Sanremo o il Concerto del Primo Maggio, a sentire la pressione di garantire una maggiore inclusione, anche in seguito alle polemiche sollevate negli ultimi anni. Lo stesso vale per X Factor: quest'anno due artiste hanno fatto parlare di sé, una con una canzone sul diritto alla libertà, l’altra con una polemica efficace dopo l’eliminazione. Il fatto che certe tematiche trovino spazio in questi contesti dimostra che c'è un’esigenza sociale e che il dibattito sta portando a qualche cambiamento. Nei festival più piccoli, invece, dove l’attenzione è più sull’intrattenimento che sulle questioni culturali e sociali, il problema spesso non viene neanche preso in considerazione. In passato, siamo state persino accusate di essere “elitarie” perché organizzavamo un festival dedicato alle donne. Ironico, considerando che nel tempo abbiamo aperto la programmazione a cantautori, band e musicisti di ogni genere”.
Oltre alla quantità, le fondatrici del Lilith Festival notano anche un cambiamento nella scrittura musicale delle artiste: “Oggi c’è più varietà di linguaggi, meno stereotipi rispetto a quando abbiamo cominciato e meno paura di sperimentare liberamente. Tuttavia, al di là delle luminose eccezioni, spesso si corre il rischio di cadere nei cliché nel modo in cui le artiste si presentano sul palco, anche nelle grandi manifestazioni come il Festival di Sanremo: gli uomini in gara hanno portato una grande varietà di stili, mentre la maggior parte delle donne sembrava provenire dai cliché televisivi degli anni Novanta, con una forte enfasi sull’immagine piuttosto che sulla musica”.
Nel corso degli anni, il festival ha avuto ospiti di rilievo, dando voce sia ad artiste emergenti sia a nomi affermati della scena musicale. Tra le esperienze più significative, Napoleone ricorda l’incontro con Lene Lovich, icona della New Wave degli anni Ottanta, che si è trasformato in una collaborazione artistica e personale. Ma non mancano anche altre collaborazioni importanti, da Cristina Donà fino ad Angela Baraldi, che sarà una delle headliner anche negli appuntamenti live di quest’estate: “Con lei abbiamo un rapporto di fiducia e stima reciproca. Ha appena pubblicato un nuovo album il mese scorso, ed è davvero bellissimo. Dopo tanti anni, siamo felici di riaverla qui, questa volta con la sua band”.
E, proprio per l’edizione di quest’anno, la numero quattordici, è già stato annunciato un altro nome di spicco: saranno le CocoRosie, duo americano noto per il loro stile sperimentale e visionario, a chiudere il Lilith Festival 2025 il 1° agosto. La location principale resterà Villa Bombrini, e quest'anno ci saranno anche appuntamenti che aprono le porte anche ad altri spettacoli al Teatro del Chiostro grazie alla socia Cristina Cavalli: gli eventi prenderanno il via dai primi di giugno. “Se dovessimo trovare un filo conduttore per questa edizione, potremmo dire che si muove tra art rock e alt-rock, con una particolare attenzione alla ricerca artistica. Tutte le headliner, infatti, non sono solo musiciste, ma figure poliedriche che esplorano più linguaggi creativi”.