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Genova | 11 marzo 2025, 08:00

Mostro di Firenze: atti a Genova, il 9 maggio esame sulla revisione della condanna di Mario Vanni

Il postino di San Casciano in Val Pesa venne condannato all'ergastolo per quattro delitti. Ora si torna sul caso con nuove perizie e testimonianze al vaglio

Mostro di Firenze: atti a Genova, il 9 maggio esame sulla revisione della condanna di Mario Vanni

Arrivano a Genova i faldoni di uno dei più grandi misteri italiani, quello del Mostro di Firenze. Trentaquattro in tutto, che dentro le loro pagine riassumono, per quanto possibile, la storia di sette duplici omicidi - più due non attribuibili con certezza al mostro ma nei quali è acclarata almeno dalle indagini dell'epoca l'uso della stessa arma da fuoco, una beretta calibro 22 long rifle, con munizioni marca Winchester contrassegnate dalla lettera “H” impressa sul fondello.  Sono più di 400 pagine comprese le integrazioni il corpus che verrà esaminato dopo l'istanza depositata dal nipote di Mario Vanni, il postino di San Casciano in Val Pesa, condannato all'ergastolo per 4 delitti nel 2000 nel processo bis sui cosiddetti 'compagni di merende', considerato uno degli esecutori materiali degli omicidi. Vanni è scomparso nel 2009 ma ora su quella condanna per omicidio, in concorso con Pietro Pacciani, il nipote chiede la revisione. E lo fa tramite i suoi legali, Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, basandosi su una nuova perizia legale che riparte da uno dei delitti, quello degli Scopeti. Centrale, sul fronte delle testimonianze e del processo.
Tutto ruota intorno ad un nuovo accertamento scientifico basato su rilievi entomologici forensi secondo i quali l'ultimo duplice delitto, quello di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili una coppia di francesi massacrati in tenda nella notte dell'8 settembre 1985 agli Scopeti, una località appartata nei dintorni di San Casciano nelle campagne fiorentine, sarebbe da retrodatare forse fino a due giorni prima.
Ad incastrare Vanni fu la testimonianza di un altro dei quattro teste, denominati con le lettere dell'alfabeto greco, alfa, beta, gamma e delta.
La testimonianza era quella di Giancarlo Lotti, che dietro alle parole dell'amico Ferdinando Pucci confessò di essere stato presente al delitto. Fu Pucci a dire di aver visto due persone una bassa e tarchiata e l'altra più alta, armati con pistola e coltello e ad indicare i due come Pacciani e Vanni.
Pochi giorni dopo il delitto degli Scopeti, l'allora procuratrice Silvia Della Monica - l'unica donna magistrato della S.A.M., la Squadra Anti-Mostro della Procura di Firenze, appositamente creata per indagare sugli omicidi - ricevette una lettera anonima contenente un brandello del seno di Nadine.
Il prossimo 9 maggio la Corte d'Appello di Genova sarà chiamata a valutare in camera di consiglio l'istanza per la revisione di condanna nei confronto di Vanni. E a scrivere un ulteriore ennesimo capitolo di un lungo e mai risolto giallo italiano.

Valentina Carosini

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