Non si placa la preoccupazione dei sindacati in merito alla gestione del personale all’interno dell’Ospedale Galliera. La CISL FP Liguria, per voce del Segretario Generale Regionale Gabriele Bertocchi e del Segretario Regionale Andrea Manfredi, interviene sull’accordo raggiunto tra l’ente e le sigle CGIL e UIL per l’assegnazione di otto nuovi infermieri al pronto soccorso.
“Apprendiamo in queste ore che l'ospedale Galliera ha raggiunto un accordo con CGIL e UIL per assegnare altri otto infermieri al pronto soccorso. Consapevoli dell'importanza che il reparto di emergenza dell'ospedale di Carignano ricopre all'interno del sistema sanitario, non possiamo fare a meno di chiederci però, dove verranno recuperati i nuovi infermieri” – dichiarano Bertocchi e Manfredi.
La sigla sindacale esprime forte timore che l’iniziativa possa tradursi in un ulteriore indebolimento di reparti già in difficoltà: “Essendo infatti moltissime le realtà del Galliera in assoluta carenza di personale, non vorremmo che questa manovra risulti essere soltanto il solito dislocamento di forze in stile “carrarmati di Mussolini” a danno dei soliti noti, con reparti già in grande sofferenza, ancor più penalizzati da spostamenti di personale che dovrebbe subire così, danno e beffa, ritrovandosi dall'oggi al domani rimosso dalla propria unità operativa.”
Un’accusa diretta alla direzione ospedaliera, colpevole – secondo CISL FP – di concentrare l’attenzione esclusivamente sull’area d’emergenza, trascurando le criticità croniche di altri reparti. “Si continua infatti a parlare doverosamente del pronto soccorso, dimenticando però tutte le altre realtà; l’ente ad oggi ha riposto assai poca attenzione nei confronti di tutti quei reparti di medicina e chirurgia che sono in continua sofferenza per la mancanza di personale. La nostra preoccupazione è che, nel tentativo di trovare nuove forze da aggiungere alla dotazione organica del pronto soccorso, la direzione decida di attingere ancora dai reparti che non sono mai sotto i riflettori, indebolendoli ulteriormente. Speriamo che l'ente, chiarisca presto con quali manovre ha intenzione di procedere. I dipendenti non sono pedine e hanno diritto di conoscere il loro destino lavorativo”, concludono i rappresentanti sindacali.