"Basta opere faraoniche mai finite, basta danni all'ambiente, basta servitù che impoveriscono le delegazioni, basta lavori scadenti e rifatti, basta promesse non mantenute”: così si legge nel volantino che sta circolando sui vari social in riferimento alla manifestazione di domani, sabato 3 maggio, prevista alle ore 15.00 presso i Giardini Melis a Cornigliano.
"Riprendiamoci la nostra delegazione”, recita lo slogan condiviso e promosso dagli organizzatori, che sono: Donne di Cornigliano, Circolo Nuova Ecologia, La Rete Genovese e La Rete Liguria.
Promotrice della manifestazione Crocifissa Capizzi, storica rappresentante del quartiere, che sottolinea: “Riprendiamoci il nostro territorio, che appartiene a noi, che siamo i residenti di Cornigliano”.
E ancora, aggiunge, riferendosi al progetto quattro assi di forza, che vedranno sorgere sottostazione elettrica di via Bertolotti, destinata ad alimentare i cavi aerei per i filobus, e che attualmente vede procedere i lavori per l'allestimento del cantiere, e il conseguente posizionamento di una grande cabina: “Lavori che procedono in una piazza data inizialmente per la nota riqualificazione di Cornigliano, ma che ha visto tagliare alberi senza pietà, abolire parcheggi per la realizzazione di uno scempio, per un qualcosa che abbiamo scoperto essere una fuffa”, afferma Capizzi con tono forte e deciso.
“Da quel momento mi sono attivata e abbiamo sempre più constatato la situazione assieme a Pietro Terracciano e Fiorella Zandonà, che sono stati e sono i miei compagni in questo viaggio - prosegue -. E così, abbiamo realizzato che la nuova viabilità e il progetto quattro assi di forza sono una fuffa, una vera e propria truffa che volevano mettere in campo a danno di noi cittadini”.
La manifestazione di domani rappresenta, dunque, “l’ennesimo grido d’allarme di una comunità che si sente esclusa dalle decisioni che riguardano il proprio futuro”, dopo che i residenti di Cornigliano hanno chiesto e chiedono a gran voce trasparenza, ascolto e una pianificazione che tenga conto delle “reali esigenze del territorio, non di progetti calati dall’alto”.