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Politica | 16 maggio 2025, 20:57

Elezioni comunali, Davide Falteri al MOG: “La politica deve tornare a essere uno spazio di costruzione per i giovani”

Il candidato per la Lista Vince Genova ha incontrato ragazzi e ragazze genovesi per lanciare un messaggio forte alle nuove generazioni: “Ben vengano le esperienze all’estero, ma Genova deve permettervi anche di poter ritornare a casa”

Riflettere sul futuro della città e sul ruolo della politica, ma con lo sguardo dei giovani: questo l’intento dell’incontro che si è svolto questa sera, venerdì 16 maggio, al MOG di Genova organizzato Davide Falteri, candidato alle prossime elezioni comunali con la Lista Vince Genova a supporto del candidato sindaco Pietro Piciocchi. Ai numerosi ragazzi e alle numerose ragazze presenti, Falteri ha lanciato un messaggio forte e appassionato: “La politica deve tornare a essere lo spazio più bello per occuparsi del futuro comune”.

Il Consigliere delegato ai Nuovi insediamenti aziendali ha spiegato che l’incontro è la naturale prosecuzione di un percorso avviato durante la campagna per le elezioni europee, coinvolgendo giovani motivati e desiderosi di lavorare su contenuti concreti. “Abbiamo messo insieme una serie di giovani che avevano voglia di lavorare su determinati contenuti che riguardavano l’Europa”, ha ricordato. “È stato molto stimolante, perché si sono impegnati a lavorare su progetti che possono cambiare il loro futuro. Scrivere le regole in Europa vuol dire scrivere il proprio futuro”.

Il legame con i ragazzi non si è interrotto dopo quella esperienza: “Siamo rimasti in contatto attraverso chat, gruppi, broadcast e momenti di incontro. Molti di questi ragazzi si sono anche candidati nei vari municipi: è bello, perché stanno facendo la loro prima esperienza politica con grande capacità”.

Durante il suo intervento, Falteri ha sottolineato l’importanza dell’ascolto e della continuità nel dialogo: “Questo è un momento di confronto dove ci raccontiamo, ci diciamo cosa vogliamo fare, e loro ci raccontano che cosa chiedono da questa città: più spazi creativi, più punti di incontro per esprimersi e soprattutto prospettive per il futuro”. Un futuro che, secondo Falteri, non deve obbligatoriamente significare l’abbandono della propria città: “Ben vengano le esperienze all’estero, ma Genova deve permettere ai giovani anche di poter ritornare a casa se decidono di lavorare qui e di poterlo fare”.

Non è mancata una riflessione sulla crisi di fiducia che colpisce le nuove generazioni nei confronti della politica: “È colpa della nostra generazione se vi abbiamo passato il messaggio che la politica è un contenitore per chi non sa cosa fare. È il più grande fallimento possibile: allontanare le persone dalla volontà di occuparsi del bene comune”. Rivolgendosi direttamente ai giovani, Falteri ha lanciato un appello alla partecipazione: “Abbiamo provato a fare un esperimento: occuparci di qualcosa che ci fa capire che possiamo cambiare la nostra vita. Oggi molti sanno che i regolamenti europei influenzano la vita di tutti gli Stati membri. Voi siete già europei, avete una mentalità aperta grazie a progetti come Erasmus: costruite relazioni, confrontate culture, create opportunità”.

Sul piano geopolitico, Falteri ha lanciato l’allarme su un’Europa che rischia di perdere centralità e competitività: “Abbiamo mandato in Europa persone che non volevamo in Italia, e poi abbiamo subito le loro leggi. L’Europa oggi non è più competitiva, e gli imprenditori europei vanno a produrre fuori, facendo concorrenza a se stessi. Manca la forza lavoro manuale, manca visione strategica”.

In questo quadro, il valore della politica come costruzione torna centrale: “Se una persona pensa di non poter cambiare niente, perde ogni stimolo. Ma una nuova generazione non può vivere solo per sopravvivere: deve avere l’opportunità di costruire, come hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni”.

Tornando al contesto genovese, Falteri ha sottolineato i risultati ottenuti dall’amministrazione uscente: “Abbiamo iniziato cinque anni fa a pensare alla strategia di lungo termine. Pietro Piciocchi ha lavorato come un manager, non come un politico. Non ha pensato al consenso dell’anno dopo, ma al futuro della città”.

Ha poi criticato una politica basata sull’ideologia e sulla polarizzazione: “L’ideologia è stata importante, ma appartiene a un’epoca passata. Oggi dobbiamo guardare ai contenuti e smettere di dividerci tra destra e sinistra. Io non ho mai fatto attacchi personali, perché non servono. Serve concentrarsi sulle cose da fare”.

Infine, ha ricordato alcuni degli investimenti strategici compiuti in questi anni: “Abbiamo investito in infrastrutture, tecnologia e logistica digitale. Alcuni dicono che abbiamo speso 398 milioni per lo Skymetro e ci sono ancora le buche: ma quel finanziamento era vincolato. Se non lo usi per quello, lo perdi. Noi abbiamo quattro cavi internet sottomarini che ci rendono competitivi nella gestione del dato: è da lì che passa il futuro della città”. Concludendo, Falteri ha invitato i giovani a non scoraggiarsi: “Impegnarsi in politica è una fatica, è vero. Ma se lo si fa con l’obiettivo di costruire qualcosa di buono, allora vale la pena. La politica che serve è quella che costruisce, non quella che distrugge”.


 

I.P.E.


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