"Qualsiasi apertura, da qualunque parte provenga e non solo politica, che metta in luce così come abbiamo visto noi in alleanza con altri soggetti la fallacia del progetto di trasferimento a ponte Somalia, credo non sia altro che un confermare le nostre posizioni". Barbara Barroero, presidente delle Officine Sampierdarenesi, risponde così sulla richiesta di un commento al tema del trasferimento dei depositi chimici da Multedo al porto di Sampierdarena, tornato prepotentemente in cima ai capitoli di dibattito pre-elettorali. Con una precisazione che si impone sul tono della questione: "il punto di vista di Officine Sampierdarenesi, noi l'abbiamo ribadito più volte, è quello di un gruppo volutamente estraneo alla competizione elettorale". E questo riporta il dibattito fuori dal botta e risposta degli ultimi giorni tra candidati alla poltrona di sindaco, nel quale a fine ciclo amministrativo l'espressione del centrodestra, nella persona del facente funzioni del comune attualmente candidato sindaco Pietro Piciocchi, aveva risposto a domanda all'ultimo confronto che "se fossero indicate altre soluzioni l'amministrazione può prenderle in considerazione", rispetto alla scelta di Ponte Somalia. E che "non esiste l'opzione zero". Quindi Genova è ancora in cerca di una collocazione, in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato.
Non ci sono parole tra quelle scelte da Barroero che lascino intravedere altro a parte la serietà nell'approccio a un tema tecnico e complesso, sul quale da anni l'impegno sul campo è massimo.
Rispetto alla scelta di Somalia, definita fallace, la presidente spiega i tanti motivi che però prendono le mosse da un triplo punto di vista: "quello dei traffici, del lavoro e della sicurezza, non sicurezza tout-court ma legata alla situazione del Ctr, comitato tecnico regionale, e di quel nulla osta di fattibilità dopo due bocciature sulle analisi di rischio. Quindi un argomento estremamente puntuale".
Le Officine sono parte attiva "al tavolo aperto nel 2022 in autorità portuale, insieme a sindacati, compagnia unica, parti istituzionali. Alcuni soggetti a livello personale sono anche ricorrenti nel procedimento al Tar e conseguentemente adesso che è adito il Consiglio di Stato sono parti resistenti. Noi come gruppo siamo stati e siamo in prima linea anche per l'esposto in procura relativo alla questione della sicurezza e del ctr".
La partita attende l'esito, e resta aperta in attesa di pronuncia. Ma non è dalla politica che si attendono risposte e Officine Sampierdarenesi si sfila da ogni possibile speculazione politica. "Una delle nostre posizioni - conclude - che abbiamo sempre ribadito e che nasce con Gianfranco Angusti e abbiamo proseguito, è quella per cui noi consideriamo come unico soggetto interlocutore sulla dislocazione dei depositi chimici l'Autorità di sistema portuale. Abbiamo ritenuto fin dall'inizio che l'auto proclamazione di altre istituzioni come soggetti competenti in materia, sia abbastanza fuorviante". Quindi si attende la conclusione dell'iter, con la pronuncia del massimo grado della giustizia amministrativa, in mancanza di risposte certe. E condivise.
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