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Attualità | 05 giugno 2025, 13:00

Liguria Pride, dieci anni di orgoglio “Inestirpabile” ma ancora senza il patrocinio del Comune: “Serve segnale forte, ora riconoscimenti concreti”

Dal 7 al 14 giugno saranno oltre cinquanta gli appuntamenti previsti in una settimana tra incontri, musica, cultura e diritti. “Ci auguriamo che la sindaca Silvia Salis partecipi ufficialmente alla parata"

Liguria Pride, dieci anni di orgoglio “Inestirpabile” ma ancora senza il patrocinio del Comune: “Serve segnale forte, ora riconoscimenti concreti”

Dopo aver radunato oltre trentacinquemila persone nel 2024, il Liguria Pride si prepara a tornare con un’edizione ancora più partecipata, la decima, segno di un movimento in continua crescita. Gli appuntamenti della settimana che dal 7 al 14 giugno animeranno la città prevedono, oltre alla tradizionale Parata del Pride, tantissimi appuntamenti uniti dal filo conduttore che è anche la parola chiave scelta dagli attivisti e dalle attiviste di Liguria Rainbow: Inestirpabili

Inestirpabili è un messaggio che nasce da una constatazione: ci siamo resi conto che, per il sistema patriarcale, siamo come una pianta infestante - spiega Valentina Beronio, attivista del coordinamento Liguria Rainbow -. Lasciatemelo dire, siamo come l’erba cattiva che non muore mai. Hanno sempre cercato di estirparci, di calpestarci in quanto comunità LGBTQIA+, ma siamo ancora qui. Esistono persone LGBTQIA+ da quando esiste l’umanità, e continueranno a esistere finché esisteremo. E finché ci saremo, non potremo fare altro che portare avanti le nostre istanze e le nostre lotte. Questo non significa che ignoriamo il clima attuale: sappiamo bene che il contesto sociale, politico e culturale in cui viviamo è allarmante. Lo diciamo senza vergogna: abbiamo paura. Abbiamo paura di un mondo che usa la nostra comunità come capro espiatorio, come bersaglio facile

E ancora: "Soprattutto abbiamo paura per chi tra noi è più marginalizzato, come la comunità trans, che oggi è sotto attacco a livello globale. Abbiamo paura per un’Europa che si riempie la bocca di retorica bellica, che strumentalizza i nostri diritti per giustificare guerre e genocidi. E abbiamo paura per questo governo, che fin dall’inizio ha mostrato il suo vero volto: quello feroce dell’autoritarismo. Non solo nei confronti della nostra comunità, ma verso tutte le soggettività marginalizzate, in una repressione sfaccettata e sistemica. Ma questo non significa che la nostra lotta si fermi. Non arretriamo di un millimetro. Sappiamo bene che l’unica via è smantellare il patriarcato, pezzo dopo pezzo, perché non c’è salvezza dentro il perimetro etero-cis-patriarcale. Sarà possibile farlo solo se tutte le persone ai margini si uniscono, e sarà possibile grazie alla forza del nostro immaginario queer, transfemminista. Solo attraverso quella lente riusciremo a costruire un mondo davvero su misura per tutte e tutti, senza lasciare indietro nessuno”.

Tra gli appuntamenti attesi, c’è anche il ritorno del Village ai Giardini Luzzati, con un programma ricco di eventi per tutti, bambini compresi. “È ancora vivo nella nostra memoria l'attacco al Village, soprattutto al Village Kids, portato avanti in maniera mistificatoria, becera e ignorante, quando da parte di Fratelli d'Italia e delle Lega e di altri esponenti dell'ormai ex maggioranza, sono state proferite parole d'odio” scrivono dal coordinamento, e anche Beronio sottolinea questo aspetto: “Il Village Kids veva fatto storcere il naso a molti, quindi la miglior risposta, dopo gli attacchi della giunta dello scorso anno e quelli dell’associazione Pro Vita, è rendere il Liguria Pride Village 2025 ancora più ricco, ancora più bello – e lo stesso vale per il Village Kids. Quest’anno abbiamo oltre 50 eventi, perché ciò che facciamo durante tutto l’anno, ovvero smontare il patriarcato pezzo dopo pezzo, lo faremo anche al Village. Lo faremo innanzitutto discutendo, confrontandoci, approfondendo i temi che ci attraversano. Parleremo, ad esempio, del fascismo, cercando di capire perché riesce a sedurre proprio chi dovrebbe opporglisi".

Inoltre "affronteremo poi il tema della scuola, che le destre stanno trasformando in un campo di battaglia ideologico. Parleremo di famiglie queer, di modelli relazionali alternativi a quelli tradizionali, ma che esistono e attraversano il mondo. Parleremo anche di carcere, provando a costruire una nuova narrazione della pena, immaginando un mondo senza carceri. E poi, lo sapete, la rivoluzione per noi si fa anche ballando e prendendoci cura di noi stesse e di noi stessi. Ci saranno quindi laboratori, momenti di socialità, giochi, silent disco, concerti, DJ set, eventi di gender performance: insomma, ci si diverte, perché anche il divertimento è un atto di cura. Al Village Kids proporremo laboratori per tutte le fasce d’età, con particolare attenzione a quelli pensati per contrastare gli stereotipi di genere. Parleremo di infanzie arcobaleno e spiegheremo ai bambini e alle bambine che cos’è l’HIV”, aggiunge Beronio. 

Il decimo Liguria Pride sarà celebrato anche con una mostra all’Area Archeologica dei Giardini Luzzati: “Ripercorriamo la nostra storia, il cammino fatto fin qui, ma non lo facciamo in modo autoreferenziale. Lo facciamo intrecciandola con la storia della città in cui viviamo e agiamo, con la storia d’Italia e del mondo, naturalmente sui temi dei diritti civili e sociali. Vogliamo anche sottolineare come la storia, purtroppo, non segua un percorso lineare: ci sono avanzamenti, ma anche arretramenti. Ed è proprio di tutto questo che il Village tiene conto”.

Non abbiamo ancora preso contatti con la nuova amministrazione, anche per i tempi tecnici, perché ancora non c'è la giunta e non c'è stato il primo consiglio comunale e quindi non inviteremo ufficialmente la nuova sindaca - spiega Ilaria Gibelli avvocata e attivista - . Sicuramente ci aspettiamo, ci auspichiamo, visto che ha già fatto delle comparsate in vari eventi, che venga al Pride non da privata, da cittadina, ma con la fascia da sindaca”.

Tra le soddisfazioni di questo 2025 c’è anche la sentenza di due settimane fa: “Il 22 maggio è arrivata la sentenza n. 68 del 2025 della Corte Costituzionale, che ha dato torto a Bucci - spiega ancora Gibelli -. La nostra storia, come famiglia omogenitoriale, parte dal 2018, quando chiedemmo al sindaco di allora di riconoscere le nostre famiglie con la doppia maternità piena alla nascita. La sua risposta fu che lui applicava la legge. Ma, naturalmente, non è un giurista, e in questo caso la legge non c’è: nel nostro Paese, infatti, non esistono ancora norme che riconoscano l’esistenza delle famiglie omogenitoriali. Questo vuoto normativo è stato spesso cavalcato dalle politiche della destra. Tuttavia, come spesso accade, la giurisprudenza va avanti. E in questo caso la Corte Costituzionale, richiamandosi all’articolo 3 della nostra Costituzione, ha stabilito che tutte e tutti abbiamo gli stessi diritti. Per questo festeggeremo. Come ha detto anche Valentina, ci sarà un talk dedicato alle famiglie queer, con un messaggio chiaro: parità e tensione verso il pieno riconoscimento dei diritti. Certo, ci troviamo di fronte a delle contraddizioni. Per una volta, il patriarcato sembra non esistere: vengono riconosciute e valorizzate le figure genitoriali materne. Ma ricordiamo che, nell’ottobre 2024, è stato presentato il DDL Varchi, che ha classificato la gestazione per altri come reato universale

Questo "significa che figli e figlie con due padri, almeno in teoria, sono considerati il frutto di un reato. Nonostante ciò, questa sentenza della Corte Costituzionale ci dà forza. Ci dice che avevamo ragione, che la nostra strada è quella giusta. E la direzione è chiara: rivendicare i nostri diritti. Non vogliamo uniformarci al modello eterosessuale, non vogliamo ricadere nello schema patriarcale della “famiglia perfetta” con due madri, un figlio, una figlia e un cane - aggiunge Gibelli -. Vogliamo solo il pieno riconoscimento della nostra realtà. Ora che ci sarà l’insediamento della nuova giunta, ci auguriamo che questi riconoscimenti possano finalmente avvenire. Ci sono molte situazioni complesse: ci sono famiglie in cui è già avvenuta un’adozione e altre in cui si potrà procedere con la maternità piena. Ma così si crea un vuoto giuridico, una disparità. Vogliamo colmare questo divario. Con Relford, che fa parte del coordinamento, lavoreremo insieme agli uffici anagrafici e alla sindaca per ottenere questo riconoscimento pieno. Finalmente, per una volta, il contesto politico potrebbe essere favorevole: non abbiamo più “la destra a destra”, ma qualcuno che – ci auguriamo – sui diritti voglia davvero riconoscerci tutto quello che chiediamo. Perché, come diceva Valentina, esistiamo. E la nostra esistenza merita pieno riconoscimento”.

Sicuramente è difficile lavorare sui nostri temi quando ci troviamo di fronte a una discriminazione istituzionale così forte - conclude Gibelli -. Non si tratta più solo di discorsi ideologici: oggi vediamo leggi, approvate a livello nazionale, che sono apertamente contrarie ai nostri diritti. L’ideologia si è trasformata in ideologia legislativa, e da lì è passata anche a norme amministrative che ci escludono concretamente. Ne è un esempio l’esclusione delle coppie omogenitoriali dalle possibilità di affido, o l’istituzione di registri della famiglia che, fin dalla loro definizione, escludono chi non rientra in un modello eterosessuale. Allo stesso tempo, però, credo sia fondamentale lavorare sulla narrazione. Perché se oggi ci sono giovani picchiati perché si rifiutano di fare il saluto romano, o persone aggredite nel centro storico semplicemente perché omosessuali, è evidente che serve un impegno serio e costante. Noi questo impegno lo portiamo avanti ogni giorno: per ricostruire una narrazione positiva, in cui un domani non sia più necessario fare coming out o dichiarare il proprio orientamento sessuale o identità di genere per essere riconosciuti e rispettati”.

Ultima, ma non ultima, l’iniziativa di crowfounding lanciata "Vogliamo i soldi dei ProVita”: “Siamo da sempre il bersaglio preferito dei ProVita - commenta Marco Fiorello -. Non è certo una novità. E quest’anno abbiamo deciso di rispondere con la giusta dose di ironia. Il nostro crowdfunding si intitola infatti: "Vogliamo i soldi dei ProVita". È provocatorio, certo, ma serve a lanciare un messaggio chiaro. A differenza di altri Pride, anche molto grandi, che ricevono finanziamenti pubblici o sponsorizzazioni da grandi aziende, noi abbiamo fatto una scelta politica precisa: non accettiamo né fondi pubblici né sponsorizzazioni da multinazionali. Ci autofinanziamo e lavoriamo con le nostre forze. Abbiamo già stanziato fondi per campagne pubblicitarie, sia sui social sia con manifesti per strada, che affrontano i nostri temi e, con sarcasmo, prendono di mira proprio l’associazione ProVita & Famiglia. Un’associazione che riceve finanziamenti non trasparenti – come ha ben mostrato anche una nota inchiesta di Report – e che fa parte di un network internazionale anti-scelta di ispirazione neocattolica. La loro narrazione è profondamente radicata nel controllo dei corpi: delle donne, delle persone trans, delle persone LGBTQ+. Per questo ci opponiamo apertamente. Perché quello che portano avanti, di fatto, è il progetto culturale e politico del patriarcato. E loro ne sono i servitori più fedeli”.

IL PROGRAMMA DEGLI EVENTI

Quest'anno la Parata del Pride con i carri, gli striscioni e la partecipazione della cittadinanza sarà sabato 14 giugno con partenza da via San Benedetto alle ore 16 e arrivo in piazza De Ferrari dove si terrà l'ormai classico discorso finale. Oltre alla Parata, come ormai avviene dal 2019, al Giardini Luzzati a partire dal 7 giugno ci sarà il Liguria Pride Village, una settimana di incontri, talk, spettacoli e concerti che preparano al Pride e che animano il centro della città. Un appuntamento ricco, culturale, ludico e sociale, per fare comunità, rivolto a tutta la cittadinanza: più di cinquanta eventi quest'anno formano il nostro programma. Moltissim* ospiti per affrontare altrettanti temi della contemporaneità. Parleremo di manosphere e nuova misoginia online con Matteo Botto e Eugenia Nicolosi, di persone queer e neuro divergenze con l'attivista Red Fryk, di famiglie con Annagaia Marchioro e Marianna Coppola, delle mani della destra sulla scuola con Massimo Prearo e l'associazione Educare alle differenze, di corpi con Mariella Popolla e Gigi Niri, di cosa attrae nel fascismo con Sara Lucaroni e Carlotta Vagnoli, di carcere e di come superarlo con Daria Bignardi, Giulia De Rocco e Viola Lo Moro.

E poi balleremo con la tradizionale Silent Disco che quest'anno diventa Colorata e con ospiti musicali come Vale LP & Lil Jolie, Samuel, I* di di Transatlantica. Stoneremo con il Genderoke, rivivremo l'orgoglio della storia queer e trans* delle Ballroom, socializzeremo la domenica con eventi dedicati alle persone più giovani, come lo Speedfriending, e con i giochi da tavolo e di ruolo delle Volpi a sei code. Per ripercorrere questi nostri primi dieci anni - a modo nostro ovviamente - per tutta la durata del Village ci sarà una mostra dedicata.

Per bambine e bambini, dopo gli attacchi dello scorso anno da parte di rappresentanti politici della destra genovese e di esponenti di ProVita e Famiglia, quest'anno il Village Kids sarà ancora più grande e colorato, con eventi per ogni fascia d'età che smonteranno gli stereotipi, da quelli sessisti a quelli sull'HIV, e racconteranno la bellezza delle differenze.

Chiara Orsetti

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