Un faccia a faccia di quasi tre ore, al centro l’organizzazione dei consultori di Genova e i timori per una sorta di possibile ridimensionamento della figura dello psicologo al loro interno. La commissione ‘Salute e sicurezza sociale’ di Regione Liguria che si è riunita questo pomeriggio ha visto un acceso confronto tra maggioranza e opposizione, alla presenza dei dirigenti di Asl3 e degli ordini professionali.
Da parte della minoranza c’è “preoccupazione per quello che avviene nei consultori di Genova per mancanza di personale e questioni che hanno determinato indagini da stress correlato”, come emerge dalle parole del consigliere regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa - Lista Orlando): “Il personale è in grande difficoltà, in un’audizione di oltre tre ore abbiamo sostenuto una serie di dati, manca interdisciplinarità e gli ordini ci hanno appoggiati per mancanza di personale, sia di assistenti sociali che di psicologi e ostetriche e c’è il rischio di una medicalizzazione del servizio. Si rischia di avere progetti maggiormente medici che escludono l’importanza di altre attività”.
“C’è un atteggiamento che tende a restringere le attività delle ostetriche a cui viene chiesto di fare da partner per le vaccinazioni - aggiunge Pastorino - abbiamo avuto uno scontro sui progetti organizzativi sui quali abbiamo lavorato io e Selena Candia”.
Per mercoledì, intanto, i sindacati hanno in programma una manifestazione davanti alla sede della Regione. “La tensione c’è ancora - commenta Pastorino - l’amministrazione dovrebbe uscire con il nuovo manuale organizzativo”.
“Ci sono diversità abbastanza evidenti tra il modello che viene proposto e, invece, come lavorano ostetriche e assistenti sociali - conclude il consigliere regionale di ‘Linea Condivisa - Lista Orlando’ che, poi, lancia anche l’allarme per quanto riguarda il lavoro degli psicologi all’interno dei consultori - girano voci, ad oggi non smentite, che le prestazioni psicologiche potrebbero essere affidate al Cup, verrebbero quindi considerate come ambulatoriali e non come una presa in carico complessiva dei pazienti fragili. Il consultorio è un servizio aperto, senza Cup. Oggi, alla mia domanda diretta, non hanno detto di sì ma non hanno nemmeno smentito in maniera categorica”.













