Nel trentennale della legge che ha istituito le aree protette della Liguria, Legambiente Liguria promuove un momento di riflessione e confronto per fare il bilancio di quanto è stato fatto e lanciare nuove sfide per il futuro. L’appuntamento è per venerdì 4 luglio 2025 alle ore 15:00, nella Sala della Società Ligure di Storia Patria, a Palazzo Ducale di Genova, con l’incontro pubblico dal titolo: “30 anni di aree protette in Liguria: bilanci e sfide verso il 30% del territorio”.
A coordinare i lavori sarà il presidente di Legambiente Liguria, Stefano Bigliazzi, mentre l’apertura sarà affidata a Stefano Sarti, vicepresidente regionale e responsabile aree protette dell’associazione. Interverranno poi Alessandro Piana, vicepresidente della Regione Liguria e assessore ai parchi, insieme a rappresentanti delle aree protette, degli enti locali, del mondo ambientalista e della cittadinanza. A chiudere l’incontro sarà Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente.
L’obiettivo è ambizioso: contribuire alla definizione di proposte concrete per arrivare, entro il 2030, a proteggere il 30% del territorio regionale, in linea con gli obiettivi europei e internazionali sulla biodiversità.
A spiegare il senso e l’urgenza di questa direzione è Stefano Sarti, che sottolinea: "Da tempo Legambiente Liguria considera strategiche le aree protette liguri, e si è battuta in loro difesa e per ampliarne sia i confini amministrativi che le azioni di sistema per la tutela della rete ecologica ed ambientale".
Sarti lancia anche un appello concreto alle istituzioni: "Occorrono più risorse per gli enti Parco, bisogna istituire nuovi parchi regionali, dare corso alla nascita del Parco Nazionale di Portofino con strutture e confini adeguati. Occorre dare più spazio alle aree marine protette, al sistema dell’educazione ambientale e al ruolo attivo degli enti Parco per mitigare i cambiamenti climatici".
La visione di Legambiente è quella di una Liguria dove la conservazione della natura vada di pari passo con la presenza dell’uomo: "Noi concepiamo le aree protette liguri come un interessante misto tra naturalità e presenza umana, dove quest’ultima può garantire la stabilità degli insediamenti nell’entroterra proprio declinando in chiave ambientale le attività economiche che vanno implementate: turismo verde, agricoltura biologica, gestione delle foreste, tutela dei corsi d’acqua", conclude Sarti.