Si possono realizzare le infrastrutture più moderne ed efficienti, ma senza una strategia logistica integrata e una visione policentrica del territorio, si rischia di perdere una storica occasione di rilancio per il Nord Ovest: è questo il monito lanciato da Davide Falteri, presidente di Federlogistica, che richiama l’attenzione sull’urgenza di trasformare le grandi opere in corso – dalla nuova Diga di Genova al potenziamento dei corridoi ferroviari – in veri motori di crescita economica.
“La logistica non può essere trattata come un comparto a sé – spiega Falteri – ma va vista come un ecosistema intermodale in cui porto, ferrovia, viabilità, digitale e innovazione interagiscono in modo sinergico. Altrimenti, anche infrastrutture monumentali rischiano di restare scollegate dai bisogni reali di imprese e territori”.
Secondo Federlogistica, la risposta è un modello logistico policentrico, capace di valorizzare ogni nodo della catena – dal porto al retroporto, dai distretti industriali ai terminal intermodali – come parte di un sistema unitario e produttivo. Ma perché ciò accada, servono investimenti mirati: “Formazione, qualità dei servizi, semplificazione amministrativa: questi sono i pilastri su cui costruire una Liguria non più solo luogo di transito, ma centro nevralgico di lavoro, innovazione e valore aggiunto”.
In questo scenario, la Zona Logistica Semplificata (ZLS) rappresenta per Falteri lo strumento decisivo per compiere il salto di qualità: “Non deve restare un contenitore normativo astratto, ma diventare un’opportunità concreta. Vogliamo regole chiare, tempi certi, uno sportello unico che coordini tutti gli enti coinvolti, e soprattutto misure fiscali reali per chi investe in logistica, sostenibilità e tecnologia”.
Il richiamo alla responsabilità collettiva, pubblico-privata, è forte: “Ogni attore del sistema – conclude Falteri – deve uscire dalla logica del proprio orticello. Se vogliamo che la ZLS sia davvero attrattiva per gli investitori nazionali e internazionali, deve diventare il simbolo di un nuovo modo di fare sistema. Diversamente, anche le opere più ambiziose rischiano di diventare cattedrali nel deserto”.