C’è un qualcosa di unico nella straordinaria forza del cantautorato di Brunori Sas, un che di indescrivibile capace di far coesistere leggerezza e profondità.
Una capacità rara, che Dario Brunori ogni volta riesce a far rivivere attraverso i suoi brani, in cui ogni parola, ogni melodia, hanno un valore preciso.
Ieri sera, all’Arena del Mare per l’Altraonda Festival, il cantautore ha portato sul palco tutta la sua maestria per un concerto che è stato quasi un tributo ai suoi quindici anni di carriera ma anche, e soprattutto, a chi c’era fin dal principio.
L’inizio è subito coinvolgente, l’arrivo di Dario sul palco è annunciato da un potente colpo di cassa che ridesta l’attenzione del pubblico mentre la sua sagoma saltellante appare in controluce.
Al di là dell’amore apre il concerto e sembra stabilire subito la direzione di questo viaggio ‘brunoriano’ che si muove tra malinconia e speranza, sempre con la sua dissacrante ironia.
“Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Sas” ha scherzato dal palco l’artista, ricordando il suo legame con la Liguria: dal ‘Balla coi cinghiali’, alla recentissima ‘esibizione in un piccolo teatrino che sta a qualche chilometro da qua’.
La scaletta è stata un mescolarsi di brani come Kurt Cobain, Lamezia Milano, L’albero delle Noci, Guardia ’82 in versione chitarra, voce e pubblico.
Ogni volta sembra accadere la stessa, strana magia: le canzoni smettono di essere di chi le scrive e diventano di tutte e tutti. Anche ieri sera è andata così: ridere e pensare per tornare a emozionarsi per ricordarci chi siamo.





















