Monta la protesta tra i dipendenti dell’ASL 3 Genova dopo l’introduzione della cosiddetta “Circolare Assenze”, un provvedimento della Direzione Aziendale che secondo le sigle sindacali FIALS e CISL comporterebbe un aumento dell’orario annuo di lavoro e pesanti penalizzazioni per turnisti, malati, infortunati e lavoratori tutelati dalla Legge 104.
Il clima è diventato incandescente negli ultimi giorni. Dopo una prima, vivace contestazione durante la riunione aziendale di lunedì 14 luglio, definita dai sindacati una “giornata scoppiettante”, la mobilitazione è proseguita con un presidio di oltre duecento lavoratori che si sono dati appuntamento oggi sotto la sede dell’ASL in via Bertani, dove il portone è rimasto chiuso ai manifestanti.
Secondo i sindacati, la circolare nasconde un tentativo di aumentare l’orario di lavoro senza alcun confronto, bypassando accordi aziendali in vigore dal 2017 e 2018, ratificati tramite referendum, che garantivano flessibilità e tutela dell’assistenza nonostante le croniche carenze di personale. La proposta sindacale di una sperimentazione “a saldo zero” è stata respinta, rafforzando la convinzione che l’intento reale dell’azienda sia l’applicazione definitiva della misura.
Al centro della controversia ci sono anche i pareri ARAN, utilizzati dalla Direzione come base giuridica della circolare. Per FIALS e CISL si tratta di “opinioni di parte” mai applicate in modo sistematico e che rischiano di compromettere l’organizzazione del lavoro e l’erogazione dei servizi.
Ieri, martedì 15 luglio si è aperto un primo spiraglio con l’incontro tra le organizzazioni sindacali e il Direttore Generale dell’ASL 3, che ha ascoltato le ragioni delle sigle e si è detto disponibile a trovare una soluzione condivisa, fino alla possibile sospensione o neutralizzazione degli effetti della circolare.
Nonostante questo passo, la tensione resta alta. Le organizzazioni sindacali parlano di “relazioni sindacali imbarbarite” e avvertono che se l’azienda dovesse procedere unilateralmente, si troverà di fronte una “opposizione conflittuale”. Lo sciopero, a questo punto, è giudicato “sempre più probabile”.
“La mobilitazione prosegue – dichiarano FIALS e CISL – finché non arriveranno risposte concrete. Se certa burocrazia aziendale pretende rispetto, deve prima rispettare chi lavora”.















