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Politica | 25 luglio 2025, 15:43

Genova è pronta a riconoscere lo Stato di Palestina: martedì la mozione in consiglio comunale

Il documento chiede il cessate il fuoco, l’ingresso senza restrizioni degli aiuti umanitari, la liberazione degli ostaggi, e l’impegno a una pace che metta al centro i diritti dei civili

Genova è pronta a riconoscere lo Stato di Palestina: martedì la mozione in consiglio comunale

Ci sono numeri che pesano come macigni: oltre 58 mila morti a Gaza, il 90% della popolazione sfollata, un terzo dell’acqua necessaria per sopravvivere. È su questi numeri che affonda le radici la mozione che martedì sarà portata in consiglio comunale a Genova. Un testo che chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina e che, nel silenzio non sempre innocente delle diplomazie ufficiali, prova a far parlare almeno le città.

La proposta, firmata da Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Lista Salis, è destinata ad aprire un confronto politico e ideologico tra i banchi di Palazzo Tursi. Chiede al sindaco e alla giunta di aderire alla prospettiva dei “due popoli, due Stati, riconoscendo la sovranità palestinese nei confini del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa. Ma chiede anche qualcosa di più: inoltrare al governo italiano la richiesta di riconoscimento formale, nel rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.

Nel testo, un lungo elenco di riferimenti: dalle risoluzioni dell’ONU ai numeri del Ministero della Salute di Gaza, dal principio di autodeterminazione sancito nei patti internazionali alla proposta di legge popolare per il riconoscimento della Palestina, ancora ferma in Senato. E poi le parole della presidente del consiglio, Giorgia Meloni, pronunciate al vertice del Cairo nell’ottobre 2023: “Il popolo palestinese deve avere il diritto a essere una Nazione che si governa da sé”.

Genova non si muove isolata. Milano, Napoli, Firenze, Torino, Bari, Ravenna e decine di altri Comuni hanno già votato documenti simili. Ma ora il contesto internazionale sembra dare ulteriore forza a queste scelte locali. Proprio ieri il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che a settembre la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina, durante la prossima sessione dell’Assemblea generale dell’ONU. “È il momento di riaffermare con chiarezza il diritto dei palestinesi ad avere uno Stato libero e indipendente, accanto a Israele, in condizioni di sicurezza”, ha commentato.

Un annuncio che ha suscitato reazioni durissime da parte di Israele e Stati Uniti, ma che ha ricevuto il plauso dell’Autorità Nazionale Palestinese e di molti Stati arabi. Potrebbe aprire un primo varco nelle resistenze delle grandi democrazie occidentali, fino a oggi prudenti, se non ostili, di fronte al riconoscimento formale.
Il documento che sarà discusso a Palazzo Tursi chiede il cessate il fuoco, l’ingresso senza restrizioni degli aiuti umanitari, la liberazione degli ostaggi, e l’impegno a una pace che metta al centro i diritti dei civili. E lancia un messaggio alla politica nazionale ed europea: che il tempo dell’attesa è finito e anche una sola città può indicare la direzione.

Di questo genocidio dobbiamo parlare, perché il silenzio è dovuto quando i bambini dormono, non quando muoiono sotto le bombe dell’Occidente - ha dichiarato Francesca Ghio, promotrice dell’iniziativa e capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra - sarà un momento importante per la nostra città, che si aggiunge a molte altre realtà italiane che hanno già compiuto questo passo. Anche i Comuni devono scegliere da che parte della storia stare, decidendo di non restare in silenzio. Ora tocca al governo nazionale”.
Questa mozione, non sarà sufficiente, ma è un modo per fare la nostra parte, non possiamo restare spettatori. Non possiamo permettere che il diritto internazionale venga calpestato nell’indifferenza”, ha aggiunto Lorenzo Garzarelli del gruppo consiliare di Avs.
Ciò che di terribile sta accadendo da quasi due anni in quei territori è sotto gli occhi di tutti. Ci troviamo davanti a un massacro di innocenti che non può continuare. Riconosciamo il diritto di Israele a esistere e a difendersi, ma non in questo modo. Genova, città di pace e medaglia d’oro della Resistenza, non può restare neutrale. La nostra città ha una storia che impone coraggio, memoria e coerenza. Prendere posizione è un atto di civiltà - ha proseguito Ghio a nome di tutto il gruppo consiliare di Avs - ringraziamo tutti i cittadini e tutte le associazioni che con petizioni, manifestazioni pubbliche hanno stimolato la politica ad agire con chiarezza e coraggio, come Liguria Palestina, Assopace Palestina e Schierarsi, protagonista di una raccolta firme a Genova e di una richiesta ufficiale al Comune di Genova per il riconoscimento dello stato palestinese, in collaborazione con Music For Peace che proprio questa domenica organizzerà il presidio alle  22 'Ultimo Grido Per Gaza'”. 
Genova deve ribadire la propria vocazione storica all’accoglienza, alla libertà e alla difesa dei diritti umani, affermando con forza che nessuna sicurezza può basarsi sull’ingiustizia e che la pace richiede coraggio, verità e riconoscimento reciproco”, ha concluso Massimo Romeo, consigliere comunale di Avs.

Pietro Zampedroni


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