Un appello duro, senza mezzi termini. Il Comitato No Forno Elettrico di Cornigliano ha diffuso una nota che mette sotto accusa l’intero mondo politico cittadino, chiedendo risposte immediate sul progetto di forno elettrico ad arco nell’area ex Ilva. “Dove siete finiti? Sindaco, Consiglio comunale, consiglieri di maggioranza e di opposizione: siete stati eletti per tutelare la salute e la dignità di noi cittadini. Eppure su Cornigliano cala un silenzio assordante”.
L’affondo principale riguarda il ruolo del sindaco. “Il Sindaco ha una precisa responsabilità sanitaria, che gli conferisce il ruolo di autorità sanitaria locale: in caso di rischio per la salute e l’ambiente, può e deve intervenire con ordinanze urgenti e informare la popolazione con dati chiari e tempestivi”. Una responsabilità che, secondo il comitato, non è stata esercitata, tanto che oggi “nonostante la presenza industriale nell’area, attualmente non esistono centraline di monitoraggio della qualità dell’aria nel quartiere, lasciando i cittadini privi di dati diretti e trasparenti sull’inquinamento reale”.
Non manca un riferimento al ministro Urso, che lo scorso 12 agosto ha incontrato cittadini e istituzioni. “Il problema ambientale è stato scaricato sulla ‘lezioncina’ del ministro del 4 agosto, ignorando le richieste di confronto e partecipazione dei cittadini e delle associazioni. La sindaca si limita a dire ‘se inquina’, come se non avesse accesso ai dati scientifici già disponibili”.
Il comitato denuncia il silenzio tanto della maggioranza quanto dell’opposizione: “I consiglieri di maggioranza hanno il dovere di tutelare la comunità: non possono restare immobili di fronte a un problema così grave. Nel silenzio, la responsabilità politica diventa complicità”. Quanto all’opposizione, l’accusa è altrettanto chiara: “Non basta il silenzio o dichiarazioni di facciata: occorre esercitare il controllo, parlare ai cittadini, difendere la comunità, anche con coraggio. Il dovere dell’opposizione è intervenire, non osservare”.
Parole dure, che si chiudono con un appello drammatico alla concretezza: “È inaccettabile che i cittadini debbano cercare case in affitto altrove, valutare lo stato delle proprie abitazioni, sentirsi abbandonati. La politica deve assumersi le proprie responsabilità, non servono parole generiche, servono fatti concreti”.
La nota si conclude con la frase che diventa manifesto della protesta: “Il silenzio non è un’opzione. Noi non stiamo zitti. E nemmeno i cittadini”.














