A settembre, alla ripresa dei lavori della politica regionale, la sanità ligure si ritroverà con le liste d’attesa come dossier-chiave su cui misurare le sue capacità di governo: da un lato i segnali di aggiustamento emersi tra giugno e luglio, dall’altro l’impegno politico annunciato nelle ultime ore per una riorganizzazione ‘di sistema’.
Vale la pena ricordare che il tema è stato uno dei cardini della campagna per le ultime elezioni regionali e che, al netto delle promesse, qualcosa è già stato fatto. Nel primo semestre 2025 le aziende hanno spinto su sedute aggiuntive in fascia serale e nei weekend (33.854 tra visite ed esami) e hanno avviato e rafforzato il ‘percorso di tutela’ per prendere in carico gli appuntamenti che il CUP non riesce a fissare nei tempi della priorità, con alcune migliaia di casi gestiti.
È un lavoro che ha iniziato a riflettersi sui numeri. La quota di prestazioni D fuori tempo si è ridotta fino al 17,6% e le B attorno al 14,6%, dopo mesi in cui il fuori tempo superava il 35% (dato di contesto utile per leggere il trend). Sul tavolo di settembre, però, la Regione porta una fase due: governo unico delle agende (“tutti gli esami si prenotano al CUP”, stop a canali paralleli), recall via SMS a cinque e tre giorni e sanzione pari al ticket per chi non si presenta senza disdire, oltre al potenziamento del GOPT (il gruppo operativo del percorso di tutela) che interviene quando la priorità non è rispettata.
A fare da cornice c’è la piattaforma nazionale prevista dal DL 73/2024 e le linee guida ministeriali 2025 per l’interoperabilità con i sistemi regionali: un impianto che chiede monitoraggi comparabili e aggiornati, cui il sistema regionale risponde con report ex-ante/ex-post pubblicati a cadenza regolare.
Il presidente Marco Bucci ha indicato la rotta politica per l’autunno: un nuovo sistema digitale di prenotazione e di logistica delle agende per usare al 100% personale e apparecchiature, con l’obiettivo dichiarato di alzare l’offerta del 20–25% e “mettere in sicurezza” le urgenze (U). È qui che si gioca la credibilità dell’annuncio: trasformare una somma di misure (CUP come porta d’ingresso unica, richiamo e sanzioni anti “no-show”, presa in carico dei casi che sforano i tempi, fasce orarie aggiuntive dove serve davvero) in una riduzione stabile delle attese, evitando differenze tra territori e specialità.
Settembre, insomma, arriva con una promessa misurabile: se il nuovo coordinamento digitale e il presidio unico delle agende funzioneranno, per i cittadini la prova sarà concreta. Una telefonata in meno, un appuntamento in più, tempi più vicini allo standard indicato sulla ricetta.














