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Attualità | 04 settembre 2025, 16:31

Cornigliano, ai Giardini Melis presidio dei favorevoli al forno elettrico

I sindacati sottolineano l’importanza di salvaguardare circa 1000 posti di lavoro e l’approvvigionamento del Nord, mentre i comitati chiedono garanzie ambientali e sanitarie. Tutto resta in attesa dell’apertura delle buste della gara internazionale il 15 settembre

E’ in corso, ai Giardini Melis di Cornigliano, il presidio con volantinaggio dei favorevoli al sì al forno elettrico. “C’è una gara internazionale e il 15 settembre si apriranno le buste - spiega Stefano Bonazzi della Fiom Cgil -. Fino a quella data è prematuro parlare di scenari definitivi. Rimane però il problema di Taranto: se arrivasse un gruppo che guarda all’insieme del gruppo Ilva, Taranto ha criticità produttive importanti. Pensare di avere qui solo il freddo rischia di ridimensionare l’attività e far perdere posti di lavoro. Noi siamo chiari: per noi il forno elettrico rappresenta una priorità. Prima ancora delle prospettive di ampliamento, come ad esempio 700 nuovi posti, garantisce la produzione a Genova e l’approvvigionamento diretto del Nord, salvaguardando i circa 1000 posti di lavoro già esistenti. Questo è l’elemento fondamentale. Aspettiamo il 15 e vedremo.”

Oggi i sindacati hanno anche voluto chiarire la propria posizione rispetto alle tensioni sorte tra i comitati locali, in particolare dopo il volantinaggio dei comitati del No: “Abbiamo deciso di distribuire un volantino per spiegare la nostra posizione e fare chiarezza - sottolinea Bonazzi -. A Cornigliano non c’è un’unica voce: ci sono posizioni diverse. C’è una parte della comunità favorevole allo sviluppo e alla tutela del lavoro. Il volantino spiega cos’è un forno elettrico, perché spesso se ne parla in modo confuso, e cosa è stato discusso durante l’incontro con Urso. Il nostro obiettivo è fornire informazioni concrete, sottolineando l’importanza di salvaguardare circa 1000-1200 posti di lavoro e le famiglie che da essi dipendono.”

Anche il Comitato per il lavoro e per un sano sviluppo di Cornigliano mantiene una posizione prudente. “Finché non ci sono elementi certi, preferiamo non esprimerci - afferma Viviana Correddu, portavoce del Comitato -. Al momento si tratta di indiscrezioni: aspettiamo il 15 settembre, quando si apriranno le buste della gara, per conoscere le condizioni reali. Come Comitato siamo industrialisti, ma chiediamo garanzie precise sulla salute dei cittadini. Cornigliano è un quartiere operaio da oltre un secolo, legato alla siderurgia. È fondamentale salvaguardare i posti di lavoro già esistenti: oltre 1000 famiglie dipendono da questo stabilimento.”

Correddu aggiunge: “Nel 2025 è possibile pensare a nuove tecnologie, a una produzione di nuova generazione completamente diversa dall’altoforno tradizionale. Per noi sono fondamentali tre punti: salute, occupazione e riqualificazione completa del quartiere. Cornigliano merita un contesto ambientale adeguato. Non siamo contrari a ogni attività industriale, ma chiediamo che si lavori su una riqualificazione reale e sicura. Parlare di ‘impatto zero’ è irrealistico: ogni attività umana ha un impatto sull’ambiente, ma possiamo gestirlo responsabilmente senza negare l’industrializzazione.

Sulla percezione della comunità locale, interviene Armando Palombo della Fiom: “Non temo l’industria, temo l’ignoranza. Le paure sono legittime, ma devono essere affrontate con la scienza e la tecnologia. In Italia ci sono già 34 forni elettrici di nuova generazione, la maggior parte nei centri abitati del Nord e in paesi avanzati. Con tecnologie moderne, un forno elettrico nelle zone industriali dedicate alla siderurgia rappresenta un’opportunità, garantendo lavoro di qualità e sicurezza.”

Il presidente Bucci ha spiegato che, sia con forno elettrico che senza, alcune aree si libererebbero. “Queste aree sono dedicate alla siderurgia, che offre un tasso di occupazione molto più alto della logistica - precisa Palombo -. Parliamo di 1200 famiglie direttamente coinvolte, che potrebbero arrivare a 2000 con un nuovo impianto. Prima di discutere di metri quadri liberati, dobbiamo concentrarci su come industrializzare Cornigliano secondo la sua vocazione siderurgica.”

Infine, sulla possibilità di un approvvigionamento da Piombino, Bonazzi sottolinea: “I giornali parlano, ma sono informazioni parziali. Piombino lavora sulle rotaie, non sui piani, e si tratta di aziende diverse. Il bando di gara è ancora aperto, quindi è prematuro fare scenari futuri. La cosa possibile è un impianto ecocompatibile, di alta qualità, che possa alimentare il Nord, dove c’è bisogno di acciaio. Fino a pochi anni fa, il gruppo Ilva-Italsider produceva 8 milioni di tonnellate: quest’anno arriveremo a circa 1 milione. Non è che quei 7 milioni non siano stati necessari in Italia: serve recuperarli.”

Federico Antonopulo - Chiara Orsetti

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