Il Comitato No Forno Elettrico Genova replica con toni duri alle recenti affermazioni della sindaca Silvia Salis, secondo cui “in Italia ci sono trentaquattro forni elettrici in ventisei città, anche molto vicini a luoghi densamente popolati”.
Secondo i cittadini riuniti nel comitato, il confronto proposto dalla prima cittadina sarebbe “fuorviante e gravemente minimizzante rispetto alla realtà del progetto previsto per Cornigliano”.
Tre i punti principali contestati: le dimensioni, gli effetti sanitari e ambientali, e la “verità nascosta” dietro i paragoni con altri siti. Il futuro forno elettrico dell’ex Ilva, spiegano, avrebbe una capacità di due milioni di tonnellate annue a soli 200-300 metri da scuole, case e ospedali. “Un caso unico in Italia e in Europa – denunciano – non paragonabile con impianti di scala molto più ridotta o collocati in zone industriali lontane dai centri abitati”.
Il Comitato cita anche gli studi epidemiologici condotti a Brescia e Terni, dove la vicinanza di impianti siderurgici alle città è stata correlata a un incremento di malattie respiratorie, cardiovascolari e oncologiche. “Portare a Genova un forno di queste dimensioni – avvertono – significa condannare i cittadini del Ponente a nuovi rischi per la salute, dopo decenni di inquinamento”.
Infine, la richiesta diretta alla sindaca: “Abbandoni narrazioni parziali e rassicuranti, e assuma fino in fondo la responsabilità di difendere Genova e i suoi abitanti da un progetto che cambierebbe per sempre la città, riportandola indietro di decenni”.














