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Municipio Centro Est | 03 ottobre 2025, 08:00

Emergenza sicurezza a Prè, il commercio in attesa di risposte forti. Il Civ: "I player sono tanti, restituiscano al territorio"

Uno dei progetti di cui si parla da anni è quello di aprire un accesso a Palazzo Reale da via Prè, non solo da via Balbi. O l'apertura di alcune aule di Unige: "Sarebbero segnali che potrebbero aiutare"

Emergenza sicurezza a Prè, il commercio in attesa di risposte forti. Il Civ: "I player sono tanti, restituiscano al territorio"

C'è un quartiere assediato, una fetta di centro storico di Genova tenuta sotto scacco da spaccio, consumo di droga, criminalità e invivibilità. E c'è un problema enorme di convivenza forzata con residenti e commercio, da tempo costretti a fare fronte a una realtà capovolta.
Il sestiere di Prè, che fa le spese di un'emergenza dai connotati che ormai superano i confini cittadini e su cui si chiede aiuto al piano nazionale, visto da dentro è un territorio di resistenza. Dal covid in poi, con lo strascico di un quartiere assaltato a cui far fronte dove il vuoto dei lockdown è stato riempito velocemente dall'illegalità, il piano inclinato ha portato ad oggi, cinque anni dopo: in piena emergenza crack, con lo spettacolo di un degrado umano come panorama dalle finestre, dove allo spaccio si è unito anche il ritorno alla prostituzione per comprarsi una dose, ricomparsa come eredità di mesi in un crescendo di difficoltà.
Scorre nelle vene del centro storico il problema che travolge anche il piccolo commercio di vicinato, spesso d'eccellenza, sentinella da anni là dove le istituzioni non arrivano o arrivano dopo, osservatorio sul cambiamento. E che dei piccoli errori dalle grandi conseguenze aveva dato avviso per tempo. Così come dei piccoli passi che potrebbero essere decisivi, per dare un aiuto a risollevare la zona, troppo lenti se messi nelle mani del pubblico per essere realizzati.
Come se si aspettasse sempre un primo passo, fatto però da qualcun altro. E intanto nel pieno di un quartiere in cerca da decenni di riscatto, su cui gli investimenti sono stati ingenti negli ultimi anni, il mercato coperto resta un cantiere a cielo aperto, le saracinesche chiuse restano tali, gli affacci delle strutture istituzionali e pubbliche che potrebbero accendere un motore, rivitalizzare un'area, portare presenze, ancora latitano.
"Ci si mette un secondo a 'togliere' e un tempo infinito invece a restituire. Eppure - osserva Manuela Occhi, negoziante e presidente del Civ di via Balbi - negli anni 2000 alle Erbe la scommessa di rilancio è riuscita, bisogna fornire i servizi che alle persone servono. Portare gente e movimento".
Partendo ad esempio da una passeggiata nel cuore di Prè, l'effetto immediato che fanno le vetrate allestite in quelli che erano negozi e piani strada chiusi da una saracinesca, ora illuminati all'interno e allestiti, è impressionante. Per bellezza e per la ricaduta sulla strada, dal buio alla luce, dal niente alla cura. E infatti via Prè è tagliata in due, se il problema di sicurezza e invivibilità riguarda in generale molte parti del centro storico qui si concentra tra via delle Fontane, piazza Vittime di tutte le mafie e le due estremità della via, a ponente e a levante. In mezzo l'opera di privati, che hanno acceso una famosa luce là dove c'era il buio di una serranda, senza saperlo ha fatto la sua parte. E almeno l'effetto visivo è lontano anni luce. Di fronte a porta dei Vacca, invece, le impalcature dell'edificio crollato nel 2007 sono state tolte solo da poco. E quello è ancora il crocevia dello spaccio, del consumo a cielo aperto, del sesso in strada per una dose, delle risse e delle urla, delle scene di violenza.
Eppure a volte basta poco, illuminare prima di tutto. Comitati di zona, residenti, hanno sistemato lucine che abitano e scaldano l'atmosfera. Una panchina sistemata nel posto sbagliato, avvertono, qui si paga cara. E studiare sulla carta un allestimento urbano, senza andare sul posto, è un rischio che il quartiere non si può più permettere.
Così come la pedonalizzazione di piazza Statuto. Mentre il mercato è bloccato da un cantiere morto, un altro spazio vuoto regalato al nulla e quindi al degrado.
"Se i lavori sono fermi almeno speravamo rimettessero i posteggi per far arrivare chi vuole comprare qui", prosegue Manuela. E invece si attende.
"La recrudescenza estiva - sottolinea ancora - fa parte del flusso di quartiere, ma la situazione sta sfuggendo di mano, e il rischio dell'arrivo delle nuove droghe è spaventoso. Già quando abbiamo riaperto dopo la pandemia il quartiere era capovolto. E ora la pressione è quotidiana, lo spaccio non si ferma mai. Ma il problema non è solo qui, anche se ci sono zone che patiscono più di tutte, piazza Vittime di tutte le mafie ad esempio, o l'imbocco di Prè, una situazione inquietante, vedi scene che ti scorrono davanti, consumano droga, stanno malissimo, da lì a Gramsci, senza sosta".
"Ma è un tema che riguarda anche altre zone, non solo Prè ma anche Banchi, Sottoripa, altre aree della città. Trattare separatamente questi temi non fa altro che spostare i flussi da una parte all'altra".
Il Civ ha incontrato di recente la nuova amministrazione. "Viviamo - dice Occhi - una situazione complessa anche per le attività, la tossicodipendenza e la microcriminalità creano un problema e in negozio subiamo spesso furti, non esattamente il biglietto da visita che vorremmo offrire. E ovviamente abbiamo portato tutto all'attenzione dell'amministrazione. Abbiamo aspettato che si insediassero, non che prima fosse tutto rose e fiori ma sapevamo che il cambio di giunta poteva nel passaggio creare un disequilibrio. Ho ricevuto rassicurazioni e siamo in attesa, speriamo arrivi quello che abbiamo chiesto. Ci hanno dato un incontro subito, pronti a mettersi in gioco".
Se si attendono azioni di risposta all'emergenza attuale, il tema riguarda parte pubblica e non. "La verità è che sul territorio giocano tantissimi player importanti - continua Occhi - oltre il Comune qui abbiamo Palazzo Reale, l'Università, e ci piacerebbe che cominciassero a restituire qualcosa al territorio con la loro presenza".
Uno dei progetti di cui si parla da anni ad esempio è quello di aprire un accesso a Palazzo Reale da via Prè, non solo da via Balbi. O l'apertura di alcune aule di Unige, per cui è stato predisposto il contorno ma manca la parte centrale del piano: l'aula ripristinata da utilizzare.
"Io ho il negozio dal 2006 - conclude Occhi - progetti ne sentiamo da anni ma poi resta tutto in stand by. Sarebbero segnali che potrebbero aiutare invece. Un'altra grande questione è il mercato di piazza Statuto, sarebbe fondamentale: la pedonalizzazione ha senso se il mercato è attivo se è fermo in attesa di assegnazione hai una piazza vuota ed è un'altra bastonata al commercio. Almeno funzionerebbe come posteggio per i clienti. Insomma, ad ora attendiamo. Si aspetta che si metta mano alla situazione e una risposta forte per il mondo del commercio, e la vivibilità".

Valentina Carosini

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