“Siamo vivi grazie alla solidarietà di migliaia di persone scese in piazza in tutto il mondo”, ha detto con tono deciso José Nivoi, portuale del Calp e sindacalista dell’Usb, appena tornato a Genova dopo l’arresto in Israele. Accanto a lui, nella sala del Cap di via Albertazzi, gremita di persone, anche Luca Viani, liberato insieme a lui dopo giorni di detenzione. Il terzo genovese imbarcato, Pietro Queirolo Palmas, è in arrivo in queste ore.
Nivoi ha raccontato giorni “di paura e follia”, tra “droni che ci attaccavano in mare” e “una prigionia disumana”: “Siamo stati usati come propaganda dal governo israeliano. In carcere eravamo in una gabbia pollaio, venticinque persone sotto il sole, senz’acqua. Il console italiano ci ha ricevuti per dodici minuti, senza neppure guardarci in faccia. Un suo segretario è arrivato solo di notte, quando un compagno di 65 anni aveva crisi d’asma e nessuno gli portava lo spray”.
Il racconto è quello di un viaggio partito “dal basso”, come ha spiegato: “Molti di noi hanno perso il lavoro per partecipare alla missione, che aveva un solo obiettivo: rompere l’assedio al popolo palestinese. Abbiamo trasportato 45 tonnellate di cibo da Genova a Catania, grazie a una rete di solidarietà vera, fatta anche da persone comuni”. Poi gli attacchi: “Un drone ci ha colpito sulla vela, a due metri dalla testa. In quei momenti pensi solo a sopravvivere. Ma vedere la gente mobilitarsi a terra ci ha dato forza. Quella pressione politica ha permesso che oggi possiamo essere qui”.
Durissimo il giudizio sul comportamento delle autorità italiane e israeliane: “Abbiamo visto psicopatici in divisa, uomini incapaci di affrontarci a mani nude, bisognosi della protezione dei governi occidentali. Il console italiano è stato complice. In carcere le donne erano venti in una cella, senza assorbenti, costrette a tagliarsi le maniche per farseli da sole. Chi portava il velo doveva toglierlo. Noi abbiamo vissuto solo una minima parte di ciò che subisce il popolo palestinese da oltre settant’anni”.
Luca Viani ha ricordato i momenti dell’arresto: “Siamo stati ammanettati e bendati, chiusi in un furgone per ore tra caldo e freddo, senza bere. Poi inginocchiati sotto il sole. Ma non mi sono mai sentito in pericolo, perché sapevo di avere un passaporto e un avvocato. I palestinesi no: loro non hanno tutele, e vivono condizioni infinitamente peggiori delle nostre”.
Riccardo Rudino, del Calp, ha sottolineato la dimensione politica della missione: “I racconti di José e Luca ci mostrano mani nel sangue. Israele viola il diritto internazionale da decenni e continua a ricevere armi e sostegno. Ora bisogna pretendere un blocco economico e commerciale totale: niente import, niente export, verso Israele”.
Sulla stessa linea anche Marta Collot, portavoce di Potere al Popolo e compagna di Nivoi: “La Farnesina non ci ha mai dato notizie. Hanno rimosso i contatti, raccontandoci bugie. E mentre le piazze si riempivano, il governo Meloni restava fermo. Che fine ha fatto la ‘madre patriottica’? Ha abbandonato i connazionali in mano a uno stato terrorista. Israele vive da ottant’anni nell’impunità, ma noi non ci fermeremo: vogliamo embargo e sanzioni. Chi tace ha le mani sporche di sangue”.
Usb ha annunciato nuove iniziative: “Venerdì 10 ottobre arriveranno due navi della compagnia Zim: organizzeremo una mobilitazione. E prepariamo un blocco economico globale insieme ai portuali di Francia, Grecia e altri paesi. Siamo orgogliosi di essere considerati nemici da uno stato criminale come Israele: significa che siamo dalla parte giusta, quella della pace e dei lavoratori”.
"Sono davvero felice di poter dare il bentornato a Genova a José Nivoi e Luca Viani. E aspetto con impazienza anche il ritorno di Pietro Queirolo Palmas. Li ringrazio per la loro grande testimonianza di umanità, per aver portato con coraggio e orgoglio il messaggio partito dalla nostra città il 30 agosto e per averci messo la faccia e non solo quella": così la sindaca di Genova, Silvia Salis, rivolgendo un saluto agli attivisti della Global Sumud Flotilla. E ancora: "Mi auguro che il grande sostegno internazionale al popolo palestinese e alla missione della Flotilla possa essere determinante per arrivare quanto prima a una pace giusta, senza più dover vedere bambini che muoiono di fame – prosegue la prima cittadina - Mi spiace non essere riusciti a organizzare un saluto di persona già in queste ore, ma sono certa che anche a breve le occasioni non mancheranno. Grazie e bentornati a casa".



















