La Sampdoria esce dal “Castellani” con un pareggio per 1-1 contro l’Empoli nel turno infrasettimanale di Serie B. A guidare i blucerchiati da bordo campo c’era Salvatore Foti, formalmente vice di Gregucci (ieri squalificato) ma di fatto "head coach" scelto dopo l'esonero di Donati.
“La squadra ha fatto un'ottima partita, meritavamo sicuramente di vincerla - ha dichiarato il giovane allenatore - È vero che siamo passati in svantaggio su un calcio d'angolo, una mischia. La prestazione è stata ottima, fatta di tanta personalità, di buone idee. Abbiamo avuto più occasioni di loro, alcune anche molto importanti”.
“In otto giorni non si può cambiare il mondo, però i segnali sono positivi - ha aggiunto - Il fatto di aver reagito subito al gol dello svantaggio. C'è rammarico che in queste due ultime partite abbiamo raccolto due punti invece che quattro, perché penso che alla fine una delle due la potevamo vincere. I punti sono importanti. Oggi sì, bravi, complimenti, però abbiamo fatto due punti in due partite. I tasti da toccare sono questi. Chiediamo alla squadra convinzione, coraggio, cuore. Giocano per una squadra non normale, per la Sampdoria”.
Da Foti anche uno sguardo al futuro, con l’obiettivo di dare ai tifosi blucerchiati motivo di orgoglio: “Vogliamo con gli atteggiamenti e i comportamenti regalare ai nostri tifosi qualcosa di bello, qualche giornata più serena. Tutte le partite si parte da pareggio e l'obiettivo è quello di ottenere tre punti. Voglio vedere la squadra con la personalità che ho visto oggi, io e il mister Gregucci chiediamo questo”.
Domenica prossima la Sampdoria affronterà il Mantova, ultimo in classifica: “È normale che sia una partita importante. È una partita importante contro una diretta concorrente. Adesso i ragazzi devono pensare a recuperare e pensare alla prossima”.
Complice l’assenza di Gregucci, si è realizzata la “premonizione” di Marco Giampaolo, che anni fa, durante il ritiro di Ponte di Legno, aveva presentato Foti come futuro allenatore della Sampdoria: “Allenare la Sampdoria rappresenta un sogno/obiettivo. La mia storia la conoscete: ho smesso giovane per un infortunio grave, sono ritornato a casa da collaboratore tecnico di Marco (Giampaolo ndr) in una nuova veste. Mi sono buttato a capofitto in un lavoro completamente diverso. Quando lo disse Marco, pensai che un giorno ce la avrei potuta fare. Ho fatto un percorso lungo, nove anni, cinque con Marco e quattro con Mourinho. Ho fatto due finali europei con Mourinho. Se ho accettato insieme a Gregucci di essere qui e prendermi la responsabilità di aiutare la mia squadra è perché ovviamente mi sento pronto. Poi è sempre il campo che parla. Sono felice di dormire poco insieme a Gregucci e tutto lo staff per la mia squadra”.














