La crisi di Amt non è solo un capitolo di contabilità in rosso o di confronti politici a Tursi. È, soprattutto, un susseguirsi di mattine che iniziano troppo presto e finiscono male per chi vive lontano dalla costa. In queste settimane i disservizi hanno toccato diverse aree periferiche della Città Metropolitana di Genova, con particolare durezza nell’entroterra.
Tra queste c’è anche la Val di Vara che, pur ricadendo amministrativamente nella provincia della Spezia, ha sbocchi quotidiani verso Sestri Levante e il Tigullio più in generale: studentesse, studenti e lavoratori scendono dalle valli per raggiungere scuole, ospedali e uffici sulla costa. È qui che l’ingranaggio si è inceppato, mostrando quanto fragile sia diventato il diritto alla mobilità per chi vive lontano dai grandi centri.
IL CASO DI MERETA
Il punto dove la crisi si è fatta più evidente è Mereta, una località del Comune di Castiglione Chiavarese. In quest’area è presente lo snodo di interscambio fra le corse che arrivano dall’interno - Varese Ligure, Maissana, Carro - e le coincidenze per Casarza Ligure e Sestri Levante. Chi frequenta le superiori sulla costa ci passa ogni mattina; qui si scende e si risale.
Ma la scorsa settimana, in più di un’occasione, i ragazzi sono arrivati a Mereta e non hanno trovato nessun autobus. A denunciare il disservizio per primi sono stati i genitori che sono stati costretti a raggiungere i propri figli, minorenni, lasciati soli in un gabbiotto sotto la pioggia.
LA PROTESTA DI GENITORI E AMMINISTRATORI LOCALI
Alcuni genitori hanno deciso così di inviare una lettera ad Amt: “Premettiamo che i ragazzi provenienti da Varese Ligure e Maissana che frequentano le scuole di Casarza Ligure e Sestri Levante usufruiscono dell’autobus linea 750 che parte da Varese alle 6.44 e fanno il cambio a Mereta, dove alle 7.10 parte la corsa scolastica della 996 - scrivono - In data 20/10/2025 l’autobus della 996 non c’era. I ragazzi hanno atteso fino alle 7.45, quando è transitato il primo bus… ma in direzione opposta, verso Varese. L’autobus successivo per Sestri Levante sarebbe passato alle 8.37: troppo tardi per l’ingresso a scuola”. E poi il passaggio che colpisce più di tutti: “Non trasportate oggetti. Trasportate ragazzi. Un guasto può capitare, ma si manda un mezzo sostitutivo. Non si lascia la gente in mezzo alla strada”.
Alla lettera dei genitori si è accodata la richiesta di interventi tempestivi da parte degli amministratori locali. Tra questi il sindaco di Varese Ligure, Mauro Rattone, ha chiesto ad Amt chiarimenti puntuali e il ripristino stabile del servizio: “Tale disservizio, trattandosi di una corsa scolastica, assume particolare gravità in quanto compromette sia la frequenza regolare delle lezioni, sia la sicurezza dei ragazzi costretti ad attendere per oltre un’ora in una località isolata e nelle prime ore del mattino - scrive Rattone in una lettere inviata all’azienda di trasporto - Si chiede pertanto di voler disporre l’immediato ripristino del servizio, garantendo la regolare effettuazione della corsa 996 e comunicando con urgenza a questo Comune e alla Prefettura le misure adottate per evitare il ripetersi di simili episodi”.
IL CASO RICCITELLI
Per capire perché a Mereta l’autobus non arrivava bisogna guardare dentro i meccanismi del servizio. La corsa scolastica delle 7.10 non era gestita direttamente da Amt ma affidata in subappalto alla Riccitelli, una delle ditte private che coprono parte dell’extraurbano. Da mesi, Riccitelli attende pagamenti da Amt per oltre 1,3 milioni di euro: una sofferenza di cassa che ha generato stipendi in ritardo, dimissioni di alcuni autisti, malattie non rientrate dall’oggi al domani e mezzi lasciati in officina.
LA RISOLUZIONE
Questa settimana a Mereta la situazione è migliorata: Amt ha messo in campo mezzi e personale propriper garantire la coincidenza scolastica e le partenze sono tornate regolari. È una buona notizia e va registrata così com’è. Ma non è una soluzione strutturale. Il quadro generale, fuori da Mereta, resta complicato: altre aree collinari e dell’entroterra - da Rapallo alla Val Fontanabuona, fino a Crocefieschi - segnalano tagli e corse sospese senza preavviso. Riccitelli al momento non è uscita dalla strettoia finanziaria, Amt continua a essere nel pieno di una crisi che, tra debiti complessivi e cassa insufficiente, non le consente di coprire tutto in proprio.
SILENZIO DA CITTÀ METROPOLITANA
Sul tema gli enti competenti non hanno ancora prodotto nulla. Allo scoppio della polemica si è detto pronto a investire la Città Metropolitana anche il sindaco di Casarza Ligure, Giovanni Stagnaro, recentemente eletto proprio nel nuovo Consiglio metropolitano. E qui si apre la parentesi più amara: mercoledì scorso, proprio quando la Città Metropolitana avrebbe dovuto riunirsi per la prima seduta con il nuovo assetto - anche per affrontare la partita tariffaria e, di riflesso, dare una cornice alle soluzioni - la seduta è stata rinviata. Un rinvio che ha il sapore dell’ennesima occasione mancata e che, nei fatti, lascia scoperte proprio le aree più fragili, dove nel frattempo le corse continuano a saltare.
Senza un’assunzione di responsabilità della Città Metropolitana, che è l’ente titolare della pianificazione del servizio, ogni intervento rischia di essere parziale e a macchia di leopardo.
In questi ultimi giorni la situazione a Mereta sembra in miglioramento: i ragazzi sono arrivati a scuola e gli orari sono stati rispettati. Ma finché non si affronterà il problema alla radice continueremo a rincorrere le emergenze, non a risolverle.














