“Alla fine avremo scritto una canzone”. È una promessa, ma anche un manifesto: quello che Zibba, al secolo Sergio Vallarino, porta venerdì 12 dicembre al Teatro Akropolis per il nuovo appuntamento di “EXTRA”, la rassegna che unisce musica, narrazione e formazione del pubblico giovane.
Il progetto non è un semplice concerto. È un incontro in cui le parole diventano protagoniste, un esperimento di scrittura dal vivo che si intreccia con la performance musicale. E soprattutto è un’occasione per restituire centralità a un gesto creativo collettivo, quello della canzone come luogo di ascolto e di espressione condivisa.
Negli anni, Zibba ha costruito intorno alla scrittura un vero percorso artistico. Non solo come cantautore - Premio della Critica al Festival di Sanremo 2014, Targa Tenco 2012, Premio Bindi 2011, On Stage Awards 2015 - ma anche come autore per artisti diversissimi fra loro: da Cristiano De André a Patty Pravo, da Annalisa a Emma, da Jovanotti a Tiziano Ferro, passando per Finardi, Mace, Elodie, Tiromancino, Mannoia e Negramaro.
Proprio la relazione con la parola è al centro del concerto–talk che presenterà ad Akropolis: “Mi sono reso conto che chi viene ai miei concerti ha una passione autentica per la scrittura. Non è solo musica: è il bisogno di esprimersi. È un punto in comune che sento fortissimo con chi ascolta le mie canzoni. Da qui sono nati gli esperimenti di scrittura collettiva, che riproporrò anche ad Akropolis".
Il pubblico, dunque, non sarà spettatore ma parte attiva: “Farò girare un quaderno per raccogliere i loro pensieri. Poi, in qualche modo, quella materia diventerà una canzone. Sì, alla fine ci sarà davvero una canzone”.
Ad affiancarlo due giovani cantautori della scena genovese, Sòl e Davide Zito: una scelta che non è di semplice “accompagnamento”, ma parte del percorso di Zibba con le nuove generazioni.
“Sono giovanissimi e li porto con me perché voglio raccontare il mio impegno con i ragazzi. Sto lavorando da anni per aiutare nuove generazioni di cantautori a crescere, a capire che hanno una voce e che vale la pena ascoltarla”.
La loro presenza trasforma il palco in un laboratorio a più livelli: uno sguardo incrociato fra generazioni che si interrogano sul senso delle parole, della scrittura e della musica oggi.
La giornata inizierà molto prima dell’appuntamento serale, con un incontro dedicato alle scuole secondarie di primo grado. Qui Zibba porterà i ragazzi dentro un primo esperimento di scrittura collettiva: “Voglio che capiscano che il suono sotto conta meno di quello che pensiamo. Le parole hanno un peso enorme. Lavorando con i ventenni vedo testi spesso vuoti: non perché lo siano loro, ma perché è una moda. A volte sento artisti bravissimi cantare cose inutilmente cattive. Il mio impegno è far capire ai ragazzi che non sono sfigati se parlano bene, se scrivono cose belle”.
E aggiunge un ricordo personale che diventa lezione: “Quando ero piccolo i miei amici ascoltavano i Nirvana e io Pino Daniele. Mi prendevano in giro, ma non è quello che ha definito la persona che sono. A volte cercare la propria particolarità, non seguire il gregge, è quello che ci salva e ci fa fare un salto in avanti”.
Zibba non nasconde la complessità del contesto in cui crescono gli adolescenti di oggi, ma ne riconosce le potenzialità: “È una generazione incline all’espressione personale. Hanno difficoltà a tirarla fuori, ma quando trovano il meccanismo si lanciano. Vivono in un mondo complicatissimo rispetto a quello in cui siamo cresciuti noi, ma hanno una coscienza diversa, più lucida. E questo è un punto di partenza enorme”.
Così, tra ascolto e riflessione, le parole tornano a essere il cardine del pensiero dando forma alle emozioni di quanti e quante, alla fine, avranno scritto una canzone.














