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Politica | 17 maggio 2018, 17:00

5 per Mille al Comune per sostenere i servizi sociali

Il ricavato sosterrà progetti di autonomia a favore di ragazzi e ragazze, di percorsi di autonomizzazione delle persone disabili e l’affidamento familiare

5 per Mille al Comune per sostenere i servizi sociali

Come ogni anno, in fase di compilazione della dichiarazione dei redditi, ogni cittadino può scegliere di devolvere il 5 per Mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) ad enti che svolgano attività socialmente rilevanti.  Fra questi vi è il Comune di Genova che, attraverso la Direzione Politiche Sociali, destinerà quanto ricevuto dai contribuenti al sostegno e alla realizzazione di progetti individuali di autonomia a favore di ragazzi e ragazze, di percorsi di autonomizzazione delle persone disabili e l’affidamento familiare. Da oggi sul sito istituzionale www.comune.genova.it sarà presente un banner informativo.  

Firmare per il proprio Comune significa mettere a disposizione fondi che aiutano a sostenere la spesa sociale e a migliorare concretamente la qualità della vita dei soggetti più deboli della propria città. Ogni cittadino in fase di compilazione della propria dichiarazione dei redditi potrà, apponendo una firma nel riquadro riportante la dicitura “sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza”, devolvere il proprio contributo al Comune di Genova aiutando a sostenere la spesa sociale e a migliorare concretamente la qualità della vita dei soggetti più deboli della nostra città.  

Le caratteristiche dei progetti ai quali verranno devoluti i fondi del 5 per Mille sono le seguenti. L’accompagnamento verso l’autonomia di ragazzi e ragazze è sempre più importante perché, con il compimento della maggiore età, si conclude l’inserimento in strutture educative residenziali convenzionate/accreditate con il Comune. Dei circa 500 ragazzi e ragazze annualmente coinvolti, alcuni arrivano da situazioni familiari fortemente problematiche che li hanno visti oggetto di maltrattamenti fisici e/o psicologici che hanno lasciato fragilità e che quindi necessitano di ulteriore sostegno, anche materiale, per potersi rendere autonomi. Per chi poi non può contare su una rete familiare o parentale è invece importante offrire un accompagnamento educativo che li aiuti a valorizzare e a consolidare le proprie risorse, a reperire un lavoro e una soluzione alloggiativa anche per poter continuare gli studi conciliandoli con un’attività lavorativa che gli consenta di mantenersi. Per altri ancora può invece essere necessario attivare un intervento educativo domiciliare che accompagni e sostenga il rientro nel proprio nucleo familiare. Talvolta, infine, occorre prevedere un contributo economico per sostenere specifiche fasi/azioni del progetto come, ad esempio: trasloco, allacci delle utenze, acquisto di arredi, caparra per un alloggio in locazione, l’iscrizione e la frequenza di una scuola guida o l’acquisizione di una qualifica professionale essenziale per una specifica attività lavorativa.  

Il Comune di Genova, nell’ambito delle iniziative a sostegno della disabilità, intende favorire percorsi di autonomizzazione delle persone disabili per permettergli di sviluppare potenzialità e abilità nelle loro azioni quotidiane aumentandone fiducia e autostima. Queste iniziative sono caratterizzate da diversa durata e da differenti livelli d’intensità degli interventi esterni di custodia, supervisione e cura. Si va dagli “appartamenti per l’autonomia”, agli “appartamenti didattici” alle “palestre di vita autonoma” che permettono di sperimentare per brevi periodi l’abitare in autonomia, fino alle durature esperienze di “co-housing” e alle più strutturate “comunità alloggio”. Si tratta di sedi accoglienti e sicure per imparare a condividere gli spazi e a vivere le relazioni con gli altri integrandosi autonomamente nella società. Questi progetti, seppur differenti tra loro, hanno in comune: l’allestimento di spazi accessibili privi di barriere architettoniche, funzionali e piacevoli; la gestione delle autonomie in appartamento (lavori domestici, spesa, preparazione dei pasti/merende, ecc.); l’acquisizione della capacità di utilizzo delle moderne tecnologie; l’attività di cura personale, dell’igiene e dell’abbigliamento; l’organizzazione di eventi di reciprocità e inclusione.  

Il Comune di Genova sostiene anche minori in affidamento familiare, un’istituzione che non solo serve a tutelare i bambini se i genitori non riescono a prendersene cura ma può diventare uno strumento per sostenere quei genitori che devono far fronte a difficoltà di ordine pratico ed educativo. Inoltre, il crescente fenomeno dell’arrivo nel nostro Paese di minori stranieri non accompagnati, ha evidenziato l’opportunità di considerare l’affido all’interno del progetto di tutela del bambino/ragazzo che si trova privo di persone adulte di riferimento, non solo dal punto di vista giuridico ma anche materiale, educativo e affettivo. A Genova l’affidamento familiare coinvolge ogni anno circa 350 minori che beneficiano di forme diverse di accoglienza in relazione al progetto predisposto: dall’appoggio diurno o per alcuni giorni la settimana all’affidamento residenziale a tempo pieno. Pur essendo un risultato che pone la nostra città fra le prime in Italia, c’è sempre più bisogno di nuove famiglie o singoli che diano il proprio contributo per rispondere alle tante situazioni difficili.

Il Comune, in collaborazione con la ASL 3 e le associazioni di famiglie affidatarie, cura conoscenza, valutazione, formazione e sostegno degli affidatari accompagnandoli durante tutto il loro percorso e l’esperienza di affidamento familiare fornendogli sostegni economici ed altri supporti.  

RG


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