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Attualità | 04 agosto 2019, 15:05

Il Piano della Mobilità ottiene il via libera dalla Città Metropolitana

Ma gli esponenti di Fridays for Future e altre associazioni restano perplessi: “Non si evidenzia un significativo cambiamento in positivo per Genova, una delle città più congestionate d’Italia”

Il Piano della Mobilità ottiene il via libera dalla Città Metropolitana

In settimana, ha compiuto un altro importante passo in avanti il cosiddetto Pums, ovvero il Piano Unico della Mobilità Sostenibile della Città Metropolitana di Genova. Il documento, infatti, è passato al vaglio del Consiglio Metropolitano, secondo la proposta del consigliere delegato Claudio Garbarino.

Il percorso di formazione del Pums è giunto alla definitiva approvazione a chiusura della fase di pubblicità, consultazione pubblica e valutazione ambientale sui contenuti del piano, adottato il 10 aprile 2019. Sono pervenute osservazioni da comuni, enti competenti in materia ambientale, associazioni e cittadini. Alcuni dei contributi forniti sono risultati utili per affinare e arricchire ulteriormente i contenuti del piano, specie con riferimento al tema del trasporto pubblico e della sua integrazione con gli altri sistemi di trasporto, compresa la mobilità dolce.

Il Piano (per il quale ci si è avvalsi pure della preziosa consulenza da parte di Enrico Musso, già senatore e professore ordinario di Economia dei Trasporti alla Facoltà di Economia di Genova), delinea, per la Città Metropolitana di Genova, un “sistema complessivo di mobilità sostenibile” in grado di favorire sviluppo economico e attrattività di investimenti, di apportare rilevanti benefici ambientali e, quindi, un deciso miglioramento della qualità della vita. L’approvazione del Pums dà avvio alla fase di progettazione e realizzazione degli interventi, e permette di ampliare le opportunità di accesso ai finanziamenti per il trasporto rapido di massa, e - più in generale - dare concreta attuazione alle strategie di mobilità sostenibile proposte dal piano.

Nella discussione in Consiglio Metropolitano, il consigliere Claudio Villa ha affermato che alcune proposte inserite nel Pums relative alla città di Genova sembrano difficilmente realizzabili economicamente, seppure più rapide nell’attuazione, come ad esempio lo Sky Tram in val Bisagno, inoltre non vengono evidenziate le integrazioni con la mobilità dolce. Il consigliere Elio Cuneo, invece, ha messo in evidenza criticità dal punto di vista ferroviario, rimarcando pure una carenza nel potenziamento della mobilità extraurbana. Il sindaco Marco Bucci ha ribadito che le proposte relative allo Sky Tram risultano ad oggi le migliori, valutando costi e numero di passeggeri trasportati.

Con il voto favorevole di dieci consiglieri, un astenuto (Conti) e tre contrari (Cuneo, Pignone e Villa) su quattrodici presenti (il consigliere Franceschi ha scelto di non partecipare al voto uscendo dall’aula), il Consiglio Metropolitano ha quindi approvato la proposta.

Tra le varie associazioni che sono intervenute nei giorni scorsi, per apportare correttivi e miglioramenti, ci sono stati anche gli esponenti genovesi di Fridays for Future, il movimento internazionale fondato dalla svedese Greta Thunberg. Nei giorni precedenti al voto presso l’ex Provincia di Genova, il collettivo, insieme a WWF Genova e a MobiGe (Associazione Mobilità Genova Onlus), ha mandato un documento ricco di osservazioni.

Secondo le realtà che hanno redatto l’intervento, “tra dieci anni la mobilità genovese sarà insostenibile come quella attuale. Si deve cambiare adesso, non possiamo più aspettare. Negli scenari configurati nel Pums si prevede nel migliore dei casi il 32% degli spostamenti su mezzo pubblico, meno quindi del passato, in cui ci si attestava intorno al 41%. Inoltre, si continua a puntare su carburanti fossili come anche metano e Gln, mentre nel piano la mobilità ‘dolce’ è indicata solo di sfuggita, e invece meriterebbe molta più considerazione per farla crescere in prospettiva”.

Altri rilievi: “Non è esplicitato il collegamento tra mobilità e salute e non sono evidenziati i problemi e le criticità che l’inquinamento (anche sonoro) da traffico provoca sulla popolazione e come, con la riduzione consistente dei mezzi a carburanti fossili, si otterrebbero dei vantaggi in termini non solo di vivibilità dell’ambiente urbano, ma proprio di durata di vita e di incremento della sua qualità. Non viene poi affrontato con la giusta importanza il problema del continuo sforamento negli anni dei limiti relativi a diverse sostanze inquinanti (in particolare NO2 e O3). Inoltre, una parte non indifferente della proposta del Pums è dedicata a Terzo Valico e Gronda, opere che di ‘sostenibile’ hanno ben poco, con carenze di valutazione tra costi e benefici”.

Secondo gli esponenti di Fridays for Future, “la preoccupazione è molto forte perché le azioni e gli scenari del Pums non evidenziano un significativo cambiamento in positivo della mobilità di Genova, una delle città più congestionate d’Italia”.

Viene ricordato come, proprio nei giorni scorsi, “il Consiglio Comunale di Genova, come già il Consiglio Regionale della Liguria, ha dichiarato l’emergenza climatica e la volontà di voler contribuire con ogni mezzo all’interno delle proprie competenze per contenere l’aumento della temperatura globale entro un grado e mezzo e di fissare l’obiettivo di azzeramento delle emissioni climalteranti entro il 2030. Occorre quindi un deciso cambio di rotta rispetto a un Pums che nei fatti prefigura una sostanziale conservazione dello ‘status quo’, ponendosi invece obiettivi molto più ambiziosi”.

Ed ecco che i volontari e attivisti stilano un elenco di priorità: abbassamento a meno del 30% di utilizzo di auto e moto private e raggiungimento del 45% di spostamenti su mezzo pubblico; stop ad acquisti di mezzi di trasporto diesel, gas, benzina o comunque basati su carburanti fossili; i nuovi mezzi in acquisto dovranno essere completamente elettrici o, per un periodo massimo fino al 2025 e in quota non superiore al 50%, ibridi; realizzazione e implementazione entro 5 anni di linee tranviarie sulle direttrici principali (Est-Centro-Ovest, Valbisagno, Valpolcevera), con copertura completa degli assi fino almeno al confine dell’area urbana (il tram, come dimostrato ampiamente nelle città che lo hanno reintrodotto, sposta quote di utenza dal mezzo privato al pubblico, fornisce benefici ambientali, riqualifica la città, migliora la vita dei cittadini); abbandono del filobus per gli assi di forza, in quanto con un’offerta in termini di posti equivalente a quella di un bus, non permette un cambio modale dal privato al pubblico; sostegno al trasporto intermodale per cittadini diretti in Genova centro da comuni limitrofi dove non siano presenti infrastrutture di trasporto pubblico, con parcheggi di interscambio posti ai confini del comune (non assolutamente in centro) e con convenzioni tariffarie parcheggio-trasporto locale; incremento dell’offerta e riorganizzazione del servizio ferroviario su scala metropolitana, quale ‘asse di forza’ su scala metropolitana, in sinergia con il trasporto pubblico tranviario e ‘su gomma’; incremento dell’offerta del trasporto pubblico locale nel suo complesso, non solo ferrovia e assi di forza tranviari ma anche gomma, urbana ed extraurbana; tassazione all’ingresso nel centro città, introduzione progressiva di divieti di ingresso nel centro città per veicoli termici con l’obiettivo, entro il 2025, di evitare il passaggio di qualsiasi mezzo pubblico e privato alimentato a combustibili fossili e riduzione degli spazi di sosta attuali introducendo progressivamente isole pedonali, aree verdi, stalli per bici e marciapiedi più ampi.

Per la città del futuro, insomma, vi è veramente parecchio da lavorare. Non basterà che sia smart. Dovrà essere anche green.

Alberto Bruzzone

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